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Il pane ha spesso svolto un ruolo importante nelle cerimonie religiose e nei giorni festivi.
Questo è vero in molte culture e cucine. I pani, in queste occasioni sono spesso cotti in forme particolari legate alle diverse tradizioni e comprendono ingredienti speciali . Esempi tipici di questa cucina sono per esempio la Colomba qui da noi in Italia, gli Hot Cross Buns inglesi e i Kulich russi.
Nel caso del nostro piatto storico di oggi, gli Hot cross buns, dei panini dolci caratterizzati dal disegno di una croce sulla loro superficie.
La tradizione li vuole figli di riti antichissimi, fin dai tempi del paganesimo.
Gli antichi egizi infatti offrivano alla loro dea della luna, la pallida Iside, dei piccoli dolci con incise un paio di corna di bue (il suo simbolo , con in mezzo un sole), in seguito erano offerta per la fenicia Astarte, dea della fecondità e poi fu offerta per gli dei, nell'antica Grecia: si trattava di una focaccina dolce, pane sacro contenente farina setacciata e miele, e veniva chiamata βοῦς , bue (Diogene), nome da cui pensano venga il nome Inglese Buns.
Nel tempo, la rappresentazione delle corna quindi sarebbe diventata una semplice croce, oppure in alternativa, la croce poteva essere solo una divisione in quarti del pane che simbolo, come offerta sacrificale, dei quarti della luna, o più semplicemente, linee per dividere il pane più facilmente tra chi lo consumava.
Tra gli scavi di Ercolano scomparsa nel 79 aC furono trovati 2 piccoli pani decorati con una croce.
I pagani adoravano la dea Eostre (da cui Pasqua, deriva il nome Inglese per Pasqua, Easter), servendo torte piccole, spesso decorate con una croce, al loro festival annuale di primavera, simbolo di rinascita e fertilità. Procedendo nel tempo, nell’Inghilterra cristiana si afferma l’abitudine di mangiare il Venerdì Santo panini speziati, fin da tempi antichissimi ma, come ci racconta E. David, quando ci fu lo scisma da Roma, i monaci protestanti vedevano nei buns una pericolosa riminiscenza di credenze cattoliche essendo preparati con lo stesso impasto adoperato per le ostie.
Così si cercò di bloccarne la vendita presso i fornai, ma gli hot cross buns erano troppo popolari e così Elisabetta I fu costretta ad emanare una legge (1592) che permise ai panettieri di venderli ma solo ai funerali, a Pasqua e a Natale.
In Inghilterra, la gente credeva che il pane cotto in questo giorno potesse essere indurito nel forno e conservato tutto l'anno per proteggere la casa dal fuoco. I marinai portavano con loro nei viaggi un paio di panini per prevenire il naufragio, e spesso veniva sepolto in un mucchio di grano per proteggerlo da ratti, topi e altri animali dannosi. Grattugiato finemente e mescolato con acqua era talvolta usato come una medicina.
Un’altra credenza legata ai buns è che quelli cotti il Venerdì Santo non possano ammuffire ne rovinarsi proteggendo la casa dalla sfortuna per tutto l’anno successivo. La prima volta però che si legge un riferimento preciso ai cross buns in letteratura è nella “Vita di di Johnson" (1791) di James Boswell : “9 aprile An. 1773 . Essendo Venerdì Santo ho fatto colazione con lui e cross-buns.” L'aggettivo “hot” fu aggiunto in seguito (XIX sec) probabilmente per l’abitudine di vederli spesso ancora caldi.
Ultima superstizione legata agli hot cross buns: pronunciando una frase speciale prima di mangiare insieme ad una persona un bun, ci si assicura con lei un’amicizia sincera e duratura!
C’è perfino una celebre filastrocca per bambini dedicato a questi squisiti e famosissimi panini:
Hot cross buns!
Hot cross buns!
One ha' penny, two ha' penny,
Hot cross buns!
If you have no daughters,
Give them to your sons
One ha' penny,
Two ha' penny,
Hot Cross Buns!
Fonti:
http://www.foodtimeline.org/easter.html© Lynne Olver 200622 March 2012
http://en.wikipedia.org/wiki/Hot_cross_bun
http://query.nytimes.com/gst/abstract.html?res=9806E3D7133AE633A25752C3A9659C946396D6CF
http://news.bbc.co.uk/2/hi/uk_news/magazine/8598312.stm
Questo è vero in molte culture e cucine. I pani, in queste occasioni sono spesso cotti in forme particolari legate alle diverse tradizioni e comprendono ingredienti speciali . Esempi tipici di questa cucina sono per esempio la Colomba qui da noi in Italia, gli Hot Cross Buns inglesi e i Kulich russi.
Nel caso del nostro piatto storico di oggi, gli Hot cross buns, dei panini dolci caratterizzati dal disegno di una croce sulla loro superficie.
La tradizione li vuole figli di riti antichissimi, fin dai tempi del paganesimo.
Gli antichi egizi infatti offrivano alla loro dea della luna, la pallida Iside, dei piccoli dolci con incise un paio di corna di bue (il suo simbolo , con in mezzo un sole), in seguito erano offerta per la fenicia Astarte, dea della fecondità e poi fu offerta per gli dei, nell'antica Grecia: si trattava di una focaccina dolce, pane sacro contenente farina setacciata e miele, e veniva chiamata βοῦς , bue (Diogene), nome da cui pensano venga il nome Inglese Buns.
la dea Astarte in una moneta fenicia |
Tra gli scavi di Ercolano scomparsa nel 79 aC furono trovati 2 piccoli pani decorati con una croce.
I pagani adoravano la dea Eostre (da cui Pasqua, deriva il nome Inglese per Pasqua, Easter), servendo torte piccole, spesso decorate con una croce, al loro festival annuale di primavera, simbolo di rinascita e fertilità. Procedendo nel tempo, nell’Inghilterra cristiana si afferma l’abitudine di mangiare il Venerdì Santo panini speziati, fin da tempi antichissimi ma, come ci racconta E. David, quando ci fu lo scisma da Roma, i monaci protestanti vedevano nei buns una pericolosa riminiscenza di credenze cattoliche essendo preparati con lo stesso impasto adoperato per le ostie.
"Ostara" (1901) by Johannes Gehrts. |
In Inghilterra, la gente credeva che il pane cotto in questo giorno potesse essere indurito nel forno e conservato tutto l'anno per proteggere la casa dal fuoco. I marinai portavano con loro nei viaggi un paio di panini per prevenire il naufragio, e spesso veniva sepolto in un mucchio di grano per proteggerlo da ratti, topi e altri animali dannosi. Grattugiato finemente e mescolato con acqua era talvolta usato come una medicina.
Un’altra credenza legata ai buns è che quelli cotti il Venerdì Santo non possano ammuffire ne rovinarsi proteggendo la casa dalla sfortuna per tutto l’anno successivo. La prima volta però che si legge un riferimento preciso ai cross buns in letteratura è nella “Vita di di Johnson" (1791) di James Boswell : “9 aprile An. 1773 . Essendo Venerdì Santo ho fatto colazione con lui e cross-buns.” L'aggettivo “hot” fu aggiunto in seguito (XIX sec) probabilmente per l’abitudine di vederli spesso ancora caldi.
Ultima superstizione legata agli hot cross buns: pronunciando una frase speciale prima di mangiare insieme ad una persona un bun, ci si assicura con lei un’amicizia sincera e duratura!
C’è perfino una celebre filastrocca per bambini dedicato a questi squisiti e famosissimi panini:
Immagine da qui |
Hot cross buns!
One ha' penny, two ha' penny,
Hot cross buns!
If you have no daughters,
Give them to your sons
One ha' penny,
Two ha' penny,
Hot Cross Buns!
Fonti:
http://www.foodtimeline.org/easter.html© Lynne Olver 200622 March 2012
http://en.wikipedia.org/wiki/Hot_cross_bun
http://query.nytimes.com/gst/abstract.html?res=9806E3D7133AE633A25752C3A9659C946396D6CF
http://news.bbc.co.uk/2/hi/uk_news/magazine/8598312.stm
Hot cross buns
50 g di zucchero semolato
1 cucchiaio raso di lievito secco
450 g di farina
1 cucchiaino di sale
1 cucchiaino abbondante di spezie miste
75 g uvetta
50 g buccia tagliata sottile di arancio e limone
40-55 ml di latte riscaldato
1 uovo sbattuto
50 g di burro fuso
Per laglassa:
2 cucchiai rasi di zucchero granulato
2 cucchiai di acqua
Prima di tutto mescolate il cucchiaino di zucchero semolato in 150 ml di acqua calda, poi spruzzate nel lievito secco e lasciatelo riposare fino a che non formi una arte superficiale come la schiuma della birra. Nel frattempo setacciate la farina, il sale e le spezie miste in una ciotola e aggiungete i restanti 50 g di zucchero, l'uvetta e la bucce di agrumi tagliati sottili. Poi fare un buco nel centro, versarvi il composto di lievito e 40 ml di latte tiepido l'uovo sbattuto e il burro fuso. Ora stemperate la pasta, iniziando con un cucchiaio di legno per poi continuare con le mani con le mani aggiungendo eventualmente un cucchiaio o due di latte se ce ne fosse bisogno. Poi trasferite l'impasto su una superficie pulita e lavoratelo fino a quando la pasta diventa liscia ed elastica (circa 6 minuti). Rimettete la pasta nuovamente dentro la ciotola, coprite la ciotola con la pellicola di plastica leggermente unta d'olio, e lasciatelo lievitare in un luogo tiepido ( ci vorrà circa un'ora per raddoppiare la sua dimensione originale). Poi tirate fuori la pasta ed impastatela di nuovo.
Dividete il composto in 12 porzioni formando delle palline e disponetele sulla teglia imburrata (lasciando un po’ di spazio tra uno e l’altro per la ulteriore lievitazione), incidendo una croce profonda su ciascuna di esse con un coltello affilato. Lasciateli lievitare ancora una volta, coprendoli con la pellicola trasparente ben unta, per circa 25 minuti. Nel frattempo pre-riscaldare il forno a 220 ° C. Cuocete i panini per circa 15 minuti. Mentre stanno cucinando, fondere i 2 cucchiai di zucchero e i 2 di acqua per la glassa a fuoco dolce e spennellare i panini con questa non appena escono dal forno, per renderli belli lucidi e un po’ appiccicosi.
Se si vuole fare croci più appariscenti, usare una pasta fatta con 110 g di farina e circa 3 cucchiai di acqua . Stendetela in uno strato sottile e dividetela in piccole strisce che poi metterete incrociate sui vostri buns, inumidendoli da un lato per farle aderire, nella croce incisa precedentemente.
Sono un delirio di golosità
Buona giornata a tutti
Dani
Hot cross buns
2 oz (50 g) caster sugar, plus 1 level teaspoon
1 level tablespoon dried yeast
1 lb (450 g) plain flour
1 level teaspoon salt
1 rounded teaspoon mixed spice
3 oz (75 g) currants
2 oz (50 g) cut mixed peel
1½-2 fl oz (40-55 ml) warmed milk
1 egg, beaten
2 oz (50 g) butter, melted
For the glaze:
2 level tablespoons granulated sugar
2 level tablespoons water
First stir the teaspoon of caster sugar into 5 fl oz (150 ml) hand-hot water, then sprinkle in the dried yeast and leave it until a good frothy 'beer' head forms.
Meanwhile sift the flour, salt and mixed spice into a mixing bowl and add the remaining 2 oz (50 g) of sugar, the currants and mixed peel.
Then make a well in the centre, pour in the yeast mixture plus 1½ fl oz (40 ml) of milk (again hand-hot), the beaten egg and the melted butter. Now mix it to a dough, starting with a wooden spoon and finishing with your hands (add a spot more milk if it needs it).
Then transfer the dough on to a clean surface and knead it until it feels smooth and elastic – about 6 minutes. Now pop it back into the bowl, cover the bowl with a lightly oiled plastic bag, and leave it in a warm place to rise – it will take about an hour to double its original size. Then turn it out and knead it again, back down to its original size. Divide the mixture into 12 round portions, arrange them on the greased baking sheet (allowing plenty of room for expansion), and make a deep cross on each one with a sharp knife. Leave them to rise once more, covering again with the oiled polythene bag, for about 25 minutes. Meanwhile pre-heat the oven to gas mark 7, 425°F (220°C). Bake the buns for about 15 minutes. Then, while they're cooking, melt the sugar and 2 tablespoons of water for the glaze over a gentle heat and brush the buns with it as soon as they come out of the oven, to make them nice and sticky.
It's hard to believe the difference in home-made hot cross buns – they really are far better than any bought from a shop and a lot cheaper into the bargain! But easy-blend dried yeast is not suitable for this recipe. If you want to make more distinctive crosses, use a flour-and-water paste made with 4 oz (110 g) plain flour and approximately 3 tablespoons water. Roll out thinly and divide into small strips, dampening them to seal.
Dani
Questa ricetta va a far compagnia alle altre nella raccolta di Melazenzero:
Then make a well in the centre, pour in the yeast mixture plus 1½ fl oz (40 ml) of milk (again hand-hot), the beaten egg and the melted butter. Now mix it to a dough, starting with a wooden spoon and finishing with your hands (add a spot more milk if it needs it).
Then transfer the dough on to a clean surface and knead it until it feels smooth and elastic – about 6 minutes. Now pop it back into the bowl, cover the bowl with a lightly oiled plastic bag, and leave it in a warm place to rise – it will take about an hour to double its original size. Then turn it out and knead it again, back down to its original size. Divide the mixture into 12 round portions, arrange them on the greased baking sheet (allowing plenty of room for expansion), and make a deep cross on each one with a sharp knife. Leave them to rise once more, covering again with the oiled polythene bag, for about 25 minutes. Meanwhile pre-heat the oven to gas mark 7, 425°F (220°C). Bake the buns for about 15 minutes. Then, while they're cooking, melt the sugar and 2 tablespoons of water for the glaze over a gentle heat and brush the buns with it as soon as they come out of the oven, to make them nice and sticky.
It's hard to believe the difference in home-made hot cross buns – they really are far better than any bought from a shop and a lot cheaper into the bargain! But easy-blend dried yeast is not suitable for this recipe. If you want to make more distinctive crosses, use a flour-and-water paste made with 4 oz (110 g) plain flour and approximately 3 tablespoons water. Roll out thinly and divide into small strips, dampening them to seal.
Dani
Questa ricetta va a far compagnia alle altre nella raccolta di Melazenzero:
Perfetto, volevo farli domani! Così seguo la tua ricetta ;-)
RispondiEliminaSono perfetti per la mia raccolta quaresimale, perché sono un piatto del venerdì santo! Li vuoi inserire?
volentieri... vengo a vedere!
EliminaFatto tutto, spero di averlo anche fatto correttamente!
EliminaUn bacione ragazza
Bella la sintesi storica di oggi, come sempre mi vien da dire a questi post. Non conoscevo quasi nulla di quanto scritto tranne che l'origine della 'croce' sul pane. Faccio sempre fatica con le tradizioni altrui però confesso che a lungo andare leggere 'altro' mi influenza e senza che me accorgo nemmeno procedo per piccoli cambiamenti viranti proprio in quella direzione.
RispondiEliminaInsomma mi faccio fesso e contento da solo!:P
PS
Quelle foto te le ho rinviate...ma a quanto pare nulla...non so più che dire....
ci deve essere una congiura tecnologica ai nostri danni.... ma rimane pur sempre l'email
EliminaSono contenta di "influenzarti" un pochino perchè la stessa cosa succede anche a me... senza volere il conoscere certe storie, sposta un po' il mio modo di vedere e "viro" nelle direzioni appena conosciute... come dire acquisto consapevolezza.... e ti confesso che a me piace da matti!
Super bacio a te e a D
Tu acquisti consapevolezza perchè sei una donna di cultura...io invece più per istinto come gli animali! :P ahahahahaha
EliminaPS
Ci riprovo in questi giorni...per quella cosa tecnologica...perchè comincia a partirmi la "palpebra" quando nn capisco una cosa...
ma smettila: tu sei un fintissimo animale :-)))))!
EliminaAttenderò fiduciosa gli esiti della "riprova"!! Ri-bacioni
Come al solito imparo qualcosa, e non solo mi riempio gli occhi ( e lo stomaco, dopo ;-)
RispondiEliminaSei un tesoro! Baci grandi
EliminaSegnato nella mia wish list...spero di riuscirli a fare entro Pasqua, anche se andranno bene anche dopo, buoni come sembrano.. ^^ grazie!
RispondiEliminain effetti io la prima volta li ho fatti a novembre.....:-)
EliminaBacini
Mia nonna mi diceva sempre che la croce sugli impasti prima di metterli a lievitare, era come la richiesta di una benedizione, perchè se il pane cresceva e, quindi, si mettva a tavola, era segno di benessere o più che altro, che si sarebbe sopravvissuti.
RispondiEliminaQuesto post mi è piaciuto moltissimo! I panini mi hanno ricordato i panini 'di cena', così li kiamavamo a Messina, mia città natale! Boni!
è una storia bellissima questa della tua nonna... di tempi duri ma animati da profonda fede e fiducia. Grazie per averla condivisa... e grazie per le tue parole gentili! Buonissima giornata
EliminaCiao Dani, che spezie hai usato nell'impasto? mi piacerebbe prepararli ma non vorrei sbagliare.......
RispondiEliminaBaci!Diana
Somigliano parecchio al pandiramerino (tagli a croce, uvetta, spezie), che non a caso in origine veniva fatto proprio il giovedì santo.
RispondiEliminanon a caso in effetti le tradizioni religiose, come sottolineavo anche nel post, sono "trasversali" addirittura pagano e cristiano si sfiorano spesso ed hanno origini comuni... figuriamoci quelle cattoliche e cristiane: la croce è un simbolo universale....
Eliminaho usato proprio il mixed spice, un insieme che contiene: cannella in percentuale maggiore, noce moscata e pimento con poco cumino, coriandolo chiodi di garofano e zenzero.
RispondiEliminaTu scegli però quali preferisci e in che proporzioni usarle: l'importante è che si avverta il profumo di cannella!
Bacionissimi