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giovedì 17 maggio 2012

Book Club- Bel Ami (ultima parte)

MT book club


"Carola, cosa scrivo di Bel Ami, stasera?"
La domanda infrange la concentrazione dei tempi migliori, che ora mia figlia dedica quasi esclusivamente a una ragazzotta bionda e carina, dall'improbabile nome di Clio, che insegna il trucco perfetto per televisione. 
" Dì che è un bel libro. E più odi il personaggio, più ami il romanzo". 



Che mia figlia abbia detestato George DuRoy, il protagonista di Bel Ami,  è cosa ormai nota a tutto il parentado, affini compresi. Ha letto il romanzo  in due giorni, chiusa in camera sua e sorda a qualsiasi richiamo ai suoi doveri, esattamente come fa quando si imbatte in un libro che le piace. Ma stavolta, non si è nè immedesimata nella storia, nè innamorata del protagonista, al quale anzi ha riservato tutte le espressioni del suo più profondo disprezzo, arrivando addirittura a dire di odiarlo, dal profondo del cuore. 

A me, invece, Duroy è apparso tutt'altro che odioso. O meglio: ho trovato odiosi i suoi comportamenti, ma riguardo a lui ho ben altri pensieri. L'ho trovato fragile, all'inizio, tenero nella sua inadeguatezza e goffo nei suoi tentativi di essere accettato; e ho provato una crescente compassione, a mano a mano che la corruzione dilagava in lui, corrodendo quel che restava della sua ingenuità e del suo essere fuori posto. Tanto che, alla fine, ero più dispiaciuta per la sua sorte che non per quella delle sue vittime, tutte accomunate dal far comunque parte di un sistema bacato, inquinato alle radici e quindi ben più abili di lui a mettere in conto cadute e ferite- e magari a saperle rendere, con gli interessi, alla prossima occasione. 

Ovvio che mi sia chiesta il perchè: il Georges Du Roy dei miei diciott'anni aveva suscitato in me gli stessi sentimenti che oggi provoca in mia figlia e i trent'anni che mi separano dalla prima lettura mi hanno solo resa diversamente severa. E quindi, perchè non condanno il protagonista di questa storia?
La risposta è presto detta: per colpa di Maupassant e della sua straordinaria capacità di raccontare un'ascesa sociale che è inversamente proporzionale ad una discesa morale, con un coinvolgimento sottile che, lungi dal permettersi interventi moralistici alla Manzoni, riesce comunque a far risaltare le debolezze del suo personaggio e a presentarlo anch'esso come una vittima della società che lui crede di avere in pugno. Che è una società corrotta, sporca, lutulenta e pertanto subdola nel concedere premi e ricompense: uno crede che siano sinonimo di chissà che, mentre in realtà sono doni effimeri, in cambio dei quali si sono sacrificati valori veri e profondi. 

In questo senso, allora, DuRoy è anzitutto una vittima- ed è una vittima senza possibilità di riscatto, intrappolato com'è nei meccanismi di una società che funzionano solo nella misura in cui si è in grado di assecondarli: d'altronde, negli stessi anni, ma con toni tutti diversi, Verga immolava Padron 'Ntoni sull'altare della fedeltà ai suoi valori. Ma se quest'ultimo perde ogni cosa, ma salva la sua integrità morale, DuRoy ottiene tutto, in cambio del rifiuto di qualsiasi eticità. 

Sia chiaro: Maupassant non è scrittore moralista nè cattolico e non prevede alcu ribaltamento dei termini, dopo la morte. Anzi, la morte è semmai la misura di tutte le cose, il metro di valutazione delle proprie scelte, il basso continuo che fa da vero filo conduttore della trama del romanzo. La storia di Bel Ami è la storia di una corruzione di un'anima, raccontata con distacco e lucidità equidistanti da qualsiasi giudizio. Eppure, alla fine,ci si trova tutti a riflettere, a porsi interrogativi che scandagliano le numerosie sfumature di quanto sta in mezzo al bianco e al nero, al bene e al male, a ciò che deve essere e a ciò che invece è, alle profondità degli abissi dell'animo umano- e alla straordinaria capacità di Maupassant di saperlo rappresentare in questo modo. 


27 commenti :

  1. e meno male che ti sei fatta quella domandina all'inizio.

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  2. sono depressa, reduce da un raptus che mi ha fatto prenotare le vacanze croate senza nemmeno consultare Filippo, per poi ritrovarmi a fissare lo schermo del pc e supplicare che la bellissima abitudine di mia madre, di sentirsi male quando non ci sono, per quest'anno decida di non presentarsi. E alle 9 mi accorgo di non aver nemmeno cenato e allora mi preparo 2 fette di pancarrè (home made) farcite di ricotta, pomodorini secchi e zucchine sott'olio e perchè no, un paio di fette di culatello e leggo il tuo commento mentre sbrodolo il contenuto del super panino sul tovagliolo davanti alla tastiera.
    Sono depressa, ma adoro la spensieratezza di tua figlia, che impara a truccarsi guardando la tv e penso a George e alla leggerezza con cui ha vissuto la sua vita, senza rapporti coltivati con amore (ma solo per mero interesse); rinnegando quasi i suoi genitori, non ritenuti "all'altezza"; le sue innumerevoli amanti, che sfrutta a suo piacimento... e cosa gli è rimasto in questo vorticoso rincorrere quello che non aveva, ma che desiderava possedere?

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    1. Una moglie bella e ricca, una posizione sociale invidiabile, un titolo baronale, un posto di potere in una società che vive sui pareri di pochi.
      a vederla dall'esterno, ci ha guadagnato parecchio. Il punto è che noi siam troppo figli delle miserie di questi anni per poter guardare con distacco a questa ascesa sociale e a poter considerare Duroy un vincente, tout court. Io non reputo vincenti gli intrallazzatori, gli ipocriti, chi gioca sporco e non onora la sua parola-e questo indipendentemente dal posto che occupa nella società o nella scala sociale. Una volta, forse, quando nn tutto si sapeva, ci si poteva anche illudere che qualcuno o qualcosa si salvasse. Oggi, no.

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  3. mia figlia lo odia, perchè pensa a lui come ad un vincente. Io lo compatisco, perchè quello che ha perso, per me, è infinitamente più di valore di quello che ha guadagnato. E perchè lo immagino in una spirale di "riconoscenze" e di "favori da restituire da cui sarà difficile tirarsi fuori, specie quando le richieste oltrepasseranno le offerte. Ma io ho 46 anni e mia figlia 17: non posso toglierle l'illusione che la giustizia si compia sempre ed i buoni trionfino...

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  4. e ora veniamo alle domandine:
    quando i rapporti di coppia sono diventati esclusivi? Mi spiego meglio, qui tutti sono amici di tutti, gli uomini vanno a casa di donne sposate e i mariti sono pure compiacenti (sicuro perché vedono un ritorno), ma quando sono cambiate le cose nella nostra società?

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  5. I rapporti di coppia erano esclusivi già allora. Maupassant fotografa l'eccezione. Prova ne è che la signora Walser cede solo dopo molte insistenze e molti tormenti alle profferte di Bel Ami. Il punto è che l'autore è estremamente critico non verso la società di quel temppo in senso lato, ma verso la borghesia di quegli anni, di cui denuncia ogni vizio, a cominciare dall'abitudine alle infedeltà. (apro e chiudo: maupassant muore di lue ;-))

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  6. Tua figlia lo odia ma il libro lo ha letto tutto d'un fiato. Perchè l'odio per quell'uomo voleva diventare amore... sperava in un riscatto... ultimo, estremo, in nome dell'amore, magari.
    Un riscatto che non c'è stato e non ci sarà mai. Dove la sposa giovane non è oggetto di amore ma un accessorio grazioso per farsi vedere per ottenere prestigio, denaro , successo.
    Successo pagato con il continuo volere di più. Un uomo come George non si accontenterà mai ma mirerà sempre e solo a quello che non ha ancora senza mai conoscere una soddisfazione, una gratificazione. Perso dietro tutto ciò che non ha ancora ma che vorrebbe avere.
    Passa su tutto, senza rimorsi, senza nemmeno godere di ciò che raggiunge. Per questo io e te, che sappiamo trarre da successi personali, dagli affetti tutta la forza che abbiamo per andare avanti, abbiamo pietà di questo uomo senza un'anima, una morale e tutto sommato senza una vita.

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    1. Lo so che la Creatura ci ritiene un circolo di signore attempate che non sanno che fare, e discutono di libri.
      Ma sarebbe tanto bello avere il confronto tra due generazioni (aaaaaghhhhh l'ho detto, ho fatto il *salto* di generazione), i punti di vista che noi avevamo alla sua età (ce li ricorderebbe, che con l'età si potrebbero essere persi) e noi con le nostre esperienze che maturano... forse li capiremmo un poco di più... questi figli!
      :-)

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    2. .... poi Clio la vedo anch'io (e faccio pure la rima hihihihi!)

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  8. E io comunque mi aspettavo che Clo alla fine lo sputtanasse, avevo torto.
    Cmq, considerando che sono più vicina al parere di una 17enne, che al vostro, dimostra che sono giovane dentro? :-P

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    1. la creatura si è degnata, qui sotto. io vado a dormire, che son distrutta. ciao

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  9. Sono la creatura
    Non è vero che odio Duroy perchè è un vincente. Secondo me è un imbecille che si è fatto trascinare in un tunnel di escalation sociale sacrificando tutti i suoi valori. anzi, meno male che è vincente, perchè almeno non ha rischiato invano. Però, questo non me lo rende meno odioso, perchè quello che ha ottenuto, non lo ha ottenuto nel modo "giusto".
    tutti scelgono di vivere in un'illusione, nel senso che tutti i personaggi sanno da che parte è il bene e da che parte è il male, ma scelgono il male, fingendo che sia il bene. Duroy fa parte di questo scenario, con l'aggravante che ci mette anche del suo, tipo quando attacca con la solfa di "quel cornuto di forrestier".
    Però, a me nn fa pena, come alla mamma. Non vedo questo suo essere "vittima", se non per il fatto che è stupido lui, a rinunciare ai suoi valori. Ma son scelte di cui è responsabile e quindi deve renderne conto ai lettori- e in questo senso, non lo sopporto.
    Invece, il romanzo è bellissimo proprio per lo stesso mtivo: perchè riesce a descrivere un essere così abietto in modo non ridondante, non retorico, sempre avvincente.

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    1. Oh Creatura! Vedi che, comunque, pur ottenendo successo non riesce a goderne? Mettila così: si è condannato da solo a questo girone infernale del continuo volere e mai godere (del successo, delle fama, dei soldi, delle donne!) Un imbecille? Sicuro. Uno che non *arriverà* mai ma vorrà sempre di più senza nemmeno il conforto di trarne soddisfazione... la punizione!
      Quindi da compatire!
      Nora
      PS... Non inquietarti... ma scrivi in modo meraviglioso ... (chissà da chi avrai preso, mi domando!)
      :-)

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    2. e invece che mi dite del personaggio della moglie?
      Maupasant la fa uscire di scena senza il botto, ma secondo me è stata la prima a sfruttare il suo rapporto con George, per poi finire in niente... mi aspettavo di vedere una fine più decorosa e combattiva e invece la morale, anche per lei, è: il lupo perde il pelo, ma non il vizio.

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    3. chissà perchè, ma mi son sempre immaginata un seguito, con la moglie che si vendica :-) Credo che nelle intenzioni di Maupassant il matrimonio con George avrebbe dovuto rappresentare la fedele fotocopia di quello con Forrestier, tradimenti inclusi. Solo che Bel Ami è peggio del suo predecessore e non si accontenta di una moglie intelligente e ben inserita in certi ambieti: lui vuole salire un gradino più su, e quindi anche Madeleine (? non mi ricordo più il nome) finisce per essere una pedina del suo piano. Però, di fatto, corrotta lo era..

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  10. Buonanotte a tutti quanti: al prossimo libro che ci terrà compagnia, ai lettori che si aggiungeranno, alle madri stanche che guidano il gruppo, alle lettrici stanche che seguono a ruota, alle figlie ribelli ma mitiche che ci regalano un confronto... :-)
    Nora

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  11. Bello questo post, completo nei commenti e nei contributi.
    Non dico la mia perchè sarebbe fuori luogo però non potevo non accennare a quanto sia stato piacevole anche fare da esterno :)

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    1. Mi è piciuto molto il commento di Carola! Lo sottoscrivo.
      Bel-Ami è un vincente, per i valori di quel mondo di medio alta borghesia, quello che lui ha cercato usando i mezzi che lo contraddistinguono. Chi non ci sta, come la signora Walser, ne esce pateticamente. Chi prova a usare un altro metro, come la signora de Marelle, viene ben presto persuasa a adattarsi e tornare indietro. D'altra parte l'alternativa viene ben specificata nelle prime pagine del romanzo: prima di reincontrare il suo vecchio amico Forestier, ora giornalista, il protagonista è in miseria, senz'altro che i vestiti che ha addosso.

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    2. Il dramma è che in quel mondo ci siamo immersi, mani e piedi...

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  12. Ieri ho chiesto a Carolina (l'Infanta di famiglia, folgorata dalla lettura e innamorata dell'interprete nella trasposizione cinematografica) cosa ne pensasse, qualche anno dopo la lettura e la visione del film . Mi ha sorpreso la risposta : "verme schifoso nei sentimenti, becero opportunista dal cervello bolso... "poi, quasi sottovoce : "uno 'scopamìco' di bassa lega; lei meritava molto di piu'...ma i tempi erano quelli.." Con buona pace di Maupassant che, ahimè, non potrà replicare.

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  13. Emmetì, sorrido. Ma mi fa piacere, ci credi? perchè nella rassegna stampa di stamattina tutte le testate lamentavano l'assenza dei giovani, alla manifestazione contro il terrorismo di ieri. Sentire che ci sono ancora giovani "giovani", trancianti nei giudizi come solo loro possono (e -forse- devono) esserlo, che fanno calare la mannaia su Bel Ami e sul mondo che rappresenta, mi scalda il cuore. Anche se resto del mio parere. Ma, come direbbe l'altra Carolina, "d'altronde, mamma, fattene una ragione: tu sei vecchia" :-)

    Mario, leggilo, 'sto libro: perchè è davvero bello. Appena ti sei ripreso dal PicKwick, intendo...

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  14. Ma no, non siamo "d'alronde, vecchie".....i "bravi" giovani-giovani ci sono, eccome! Ma - e credo di ripetermi, in questa sede...- non fanno mai notizia, purtroppo, nonostante i valori profondi, le granitiche (e giovani) certezze incrollabili fino all ultimo istante.. E' la cronaca che sbaglia, non loro.

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  15. Dobbiamo scegliere il prossimo libro.
    Io sono a pagina 50 de Il nome della Rosa , vi unite alla mia lettura? Su su dai.

    Un abbraccio
    Kika

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