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venerdì 15 giugno 2012

Orecchiette al ragù di spada- e almeno l'Italiano, sallo!

orecchiette al ragu di spada e avocado

Il titolo è volutamente provocatorio, ma  il post è solo l'emanazione scritta di una riflessione estemporanea, sorta di fronte al costante pullulare di proposte per migliorare la comunicazione dei foodblog, che invitano a corsi di fotografia, di grafica, di styling, di marketing e di qualsiasi altra branca sia coinvolta in questo magico mondo internettiano- ad esclusione dell'uso della nostra lingua. 
Di quella, ahinoi, non ne parla nessuno. 

Correggetemi se sbaglio- anzi: fatemi felice, se sbaglio: ma fra le centinaia di progetti  di cui ho notizia e le decine di inviti a partecipare a seminari su questo e corsi su quello, non mi sono ancora imbattuta in nessuna iniziativa che abbia come oggetto l'apprendimento delle tecniche di comunicazione legate ad un uso più fluido, più disinvolto, forse anche più scaltrito dell'Italiano, quasi che saper scrivere sia un semplice accessorio, per giunta pure di quelli di cui si potrebbe anche fare a meno. 
Per certi versi, parlo a ragion veduta: nel brevissimo periodo in cui si era pensato di trasformare menuturistico in qualcosa di diverso rispetto a quello che era e che è sempre stato, la critica che ci era piombata addosso era stata unanime: "non vi si può leggere". Alla domanda su che cosa avessero di tanto ripugnante i nostri contenuti, la risposta era stata altrettanto corale: era la grafica, che faceva schifo. 
Per carità: è tutto vero. I blog che hanno un aspetto grafico di tutto rispetto sono altri e basta un'occhiata veloce per convincersene, senza bisogno di tante spiegazioni. Tuttavia, ci eravamo illuse che a pesare sulla qualità dei contenuti rientrasse anche quello che, ai nostri tempi, si chiamava "lo stile" e che, sempre ai nostri tempi, non aveva bisogno di nessun oggetto che specificasse a che cosa fosse riferito. L'unico stile che si conosceva era quello della prosa- ed era davvero l'unico che contasse. 
Oggi, invece, è relegato in zona retrocessione- ed è questo che suscita in me sentimenti contrastanti, dal dispiacere sincero fino ad una punta di fastidio: non che ci sia aperti ad altre forme di comunicazione , ma che queste abbiano finito per sopraffare e quasi per travolgere un buon uso della nostra lingua. 
Oltretutto, saper scrivere di cibo è difficilissimo: la manualistica e la trattatistica in genere impongono infatti dei tecnicismi lessicali e dei passaggi obbligati nella prosa che, se da un lato sono inevitabili, dall'altro spalancano le porte allo stile piatto, monocorde, in una parola noioso. E la noia, da sempre, è la peggior nemica della lettura. E se il tempo è poco, le proposte sono troppe e spesso e volentieri molto simili fra loro, si finisce sempre per scegliere non la bella foto, ma "lo bello stile", come ben sa chi lavora nel mondo della persuasione, meglio se occulta: chiedete ad un pubblicitario quanto sia importante un titolo, un nome, uno slogan e interrogate un uomo politico su quanto sia fondamentale un buon redattore, e vi fugheranno ogni dubbio. 
E quindi, si torna alla domanda iniziale: perchè non si parla di corsi di scrittura, per i food bloggers?
La risposta, secondo me, è una sola: perchè non servirebbero a niente. 
Guardiamoci intorno- e facciamolo con spirito critico: per il tipo di mezzo che si è scelto e per il tipo di apprendimento prevalente, ciò che attira è l'immagine- e l'immagine modaiola. La ricetta è appetibile secondo standard che spesso esulano da ciò che dovrebbe interessare davvero un appassionato di cibo e più semplice è e più convince e i testi lunghi sono un deterrente per tutti. 
In più, da qualche tempo a questa parte, ciò che decreta il successo di un blog dal punto di vista dell'affluenza dei visitatori non è il tanto sbandierato contenuto, quanto il motore di ricerca. Oggi esistono figure professionali, insignite della missione misteriosa di "indicizzare il tuo blog" , che chiedono licenza di intervenire sul tuo testo, per sforbiciarlo senza pietà e riorganizzarlo senza alcun criterio che non sia quello di mettere in evidenza le parole giuste, perchè si facciano catturare di Mr Google e similari. In barba alla fluidità, al ritmo, alla personalità e, non ultima, anche alla sintassi.
Si chiama SE, si legge "ottimizzazione dei contenuti", come mi hanno spiegato mille volte. Ma in cuor mio, è solo un de profundis. Per l'Italiano- e  tutto quello che vi sta attorno...


ORECCHIETTE AL RAGU' DI SPADA E AVOCADO
da La Cucina del Corriere, maggio 2012

orecchiette al ragu di spada e avocado

Prima o poi torno a lanciar strali parlare delle riviste di cucina: per ora, accontentatevi di sapere che al momento compro e leggo solo questa qui, con grande soddisfazione del mio portafoglio ed anche del nostro palato, visto l'indice di gradimento di questo piatto, giusto in fondo al numero, quando ormai stavo per decidermi ad abbandonare anche questa. 
Un sugo velocissimo non è, perchè lo spada deve marinare e i pomodorini sono confit: ma se avete bisogno di un piatto divertente, non troppo scontato e un tantino più elaborato dei soliti "du spaghi", vi consiglierei di provarlo, perchè è davvero gustoso. 

NB nel devastante casino di questa casa, non trovo più il numero della rivista. In più, sono in stra ritardo e o il ricercato si consegna spontaneamente alla sottoscritta, o vado a memoria e poi torno dopo, per le correzioni. 

per 4 persone
320 g di orecchiette secche

una fetta di pesce spada, del peso di circa 1 kg
400 g di pomodori datterini (o piccadilly o altri pomodorini piccoli)
1 avocado maturo
scorza e succo di un limone grosso, non trattato
olio EVO, mezzo bicchiere
un peperoncino fresco
sale
pepe (io non l'ho messo: o peperoncino o pepe, a casa mia)
origano 
aglio (?)

Preparate i pomodorini confit (cottura veloce): tagliateli a meta, salateli, cospargeteli di origano e metteteli in forno statico a 160 gradi per 20 minuti. 

Nel frattempo, tagliate la fetta di spada a dadini e fatela marinare in un'ampia terrina, meglio se col fondo piatto, nell'olio a cui avrete aggiunto il peperconcino tagliato a pezzetti, il sale e la scorza del limone (la ricetta prevede anche due cucchiai di succo, omesso pure quello perchè temevo che lo spada "cuocesse")

Lasciar riposare coperto, per una mezz'ora. 

Mettere su l'acqua per la pasta. 

Mondare l'avocado, tagliarlo a dadini e spruzzarvi sopra il succo del limone. Salare ed eventualmente pepare. 

Buttare la pasta e preparare il sugo

In un'ampia padella far scaldare poco olio e- mi pare- uno spicchio d'aglio. quando l'olio è caldo, versarvi lo spada, sgocciolato dalla marinata e farlo saltare per pochi minuti, aggiungendo i pomodorini. Aggiustare di sale. 

Prendere un mestolo dell'acqua di cottura della pasta e versarne un po' sull'avocado, schiacciandolo grossolanamente con la forchetta, con l'avvertenza di lasciare intero qualche pezzo. 

Scolare la pasta al dente, versarla nella padella del sugo e condirla. Spegnere il fuoco, aggiungere l'avocado col succo di limone, mescolare bene, terminare con un po' di origano e servire. 

buona giornata
ale

66 commenti :

  1. Condivido le tue riflessioni anche questa volta. Comunicare per iscritto è molto diverso che farlo oralmente. Devi riuscire a tradurre sentimenti, espressioni sensazioni. Utilizzare gli smiles (o emoticons come si usa dire ora... io sono datata ma mi piaceva di più quando li chiamavamo smiles!) è un metodo che a volte risolve, ma saper scrivere è tutta un'altra cosa!
    Bisogna poi decidere per cosa si apre un blog... di cucina...o di altro.
    Io ho scelto di farlo perchè mi diverte comunicare, al di la del numero di visite o di commenti che ottengo. Mi stupisco ancora che gente che non conosco mi lasci commenti, positivi o negativi, scartando chi fa incetta di *contatti* per aumentare la visibilità.
    Non scrivo bene come te e Dany e un corso di scrittura creativa lo farei volentieri. Chi si annoia a leggere i mei lunghi incipit... cambi passatempo !!
    Continuate così che siete un bel luogo dove confrontarsi... e credo di non essere l'unica a pensarlo :-)
    Nora

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    1. Sai cos'è che mi infastidisce, più di tutto? E' l'essere considerata retro, se sul piano della discussione metti anche l'Italiano. Sottolineo "anche", perchè nessuno si sogna di bandire le nuove forme di comunicazione e la grafica e le figuree. Ma nel momento in cui dici "ma almeno l'Italiano sallo"- vieni subito considerata come la vecchietta di turno. Sul fatto che sia un peccato non approfondire l'argomento, non è neanche il caso di parlarne con te: però, se ti dico che mi dispiace, so anche che capisci "quanto"...

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  2. aha!!! potrei scrivere un commento kilometrico ma non lo faccio. ti dico soltanto che anche a casa mia o pepe o peperoncino!
    buona giornata

    irene

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  3. Considera che questa rivista non la compro più da qualche mese, ora ho sentito un guizzo di nostalgia nel cuore, se ha pubblicato questa ricetta, forse devo rivedere la mia decisione? Naturalmente sono le piccole variazioni di chi cucina a rendere un piatto unico, quindi mi appresto a copiare la tua versione.
    Interessanti le tue considerazioni sul mondo dei blog, quando l'ho aperto credevo che bastasse cavarsela in cucina e trovare ricette che regalassero piaceri al palato, nel frattempo mi sono accorta di non saper scrivere, di non saper fotografare, di non aver abbastanza tempo al momento (sigh...) per poter migliorare quello che propongo, però una certezza mi è rimasta, avrei bisogno di un aiuto in casa!!!!

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    1. 1. anch'io, per un po', non l'ho più comprata. Poi ho ripreso, attratta prevalentemente dalla buona qualità delle immagini. L'ho detto :-)))

      2. il blog ti migliora, dal punto di vista della comunicazione. Se guardo le prime foto che facevo e quelle che faccio adesso, c'è un abisso- e non sono belle neppure quelle di adesso, sia chiaro. Ma il mettersi in mostra- espressione da ritagliare sul "come ciascuno lo intende"- implica gioco forza rendersi più presentabili. E' il solito discorso: ora sono in pigiama, struccata e pure scalza, visto che mi sono appena alzata e sono a casa mia; fossi in ufficio, avrei come minimo le perle (e magari anche un paio di scarpe, va'). Per me, è tutto nell'ordine delle cose e a livello di crescita personale mi è servito. Sull'aiuto in casa, no comment. Io ce l'ho, ma dovrei spalmarlo su tutta la settimana- e magari su tutte le ore :-/

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  4. - più che difficile, direi che un insegnare a scrivere per il web per il mondo food non ha lo stesso grado di probabile penetrazione rispetto all'insegnamento dell'uso delle immagini (uno dei motivi quindi per cui chi sa farlo nemmeno ci prova);
    - si chiama SEO, e non è disprezzabile, perché alla base ci sta una domanda semplice: cosa cerca il lettore che potrebbe avere accesso al tuo blog? Permette di organizzare un paio di elementi che oltre a indicizzare meglio il tuo blog li semplificano: titolo, l'attacco del post. Semplificazione che significa anche che appena entro nel tuo blog capisco subito di cosa vuoi parlare, e per persone come noi che chiamano il proprio post "hullala" o "benvenuto libro di carta di zucchero", e che scrivono in una prosa complessa, non è del tutto esecrabile.
    - mi sono dilungata, eh, ma stando nel mezzo (foodblogger ma anche che mastica un po' di social media) mi sembrava utile offrirti il mio punto di vista.
    - Detto questo, nel mio blog ho modificato SOLO una cosa, ossia la descrizione (quella roba in wordpress che ti permette di scrivere il riassunto del tuo post in max 180 caratteri): ne scrivo max 150, e cerco di essere sempre allettante. Molto di più di quanto in realtà il post lo sia :)
    - Vado in ufficio anche iooooooooo!

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    1. 1. dipende dai lettori. Prova ne è che un blog sgarrupato come il nostro funziona- e dal primo giorno. E funzionerebbe di più e di meglio se anzichè mettere la retromarcia ogni volta che sarebbe stato "conveniente" almeno provare a mettere la terza, lo avessimo fatto.

      2. mi è rimasta la O nella tastiera, perchè quando dico che scrivo all'alba, con il cronometro all'indietro e un pc sull'asse da stiro, è vero :-)))
      Se ho dato l'impressione di disprezzare il SEO, mi dispiace, perchè non era mia intenzione. Quello che intendevo dire è che queste nuove forme di comunicazione privilegiano la parola chiave rispetto ad un uso della parola, nella sua globalità. Se guardo ai motori di ricerca di MT, le parole più cliccate sono "filetto alla wellington" e "marmellata di susine e cannella". Ma se mi chiedessero di rappresentare MT con un post o con due ricette, non sarebbero certo quelle :-)

      Ma al di là di questo discorso, converrai con me che se un blog come Mt che non ha il minimo supporto teconologggico, con due autrici schive (e una pure con fanchiulo di default), che assorbe un tempo minimo, rispetto a quello che ci porta via tutto il resto e, nel mio caso, pure un tempo sui generis, per via dei sempre maggiori limiti che mi impone la mia professione, sul fronte della visibilità personale etc etc, l'uso della lingua italiana ha ancora la sua importanza-e per qualcuno anche più della grafica.

      E ti aggiungo un'altra cosa: i corsi di scrittura creativa non si fanno perchè insegnare a scrivere presuppone un livello di competenza già alto. Grammatica, ortografia, sintassi, cioè, devono essere padroneggiate perfettamente. E' questo il vero problema della comunicazione nel mondo food: gli strafalcioni che si leggono, l'assenza di un briciolo di verve, l'impressione, anche nelle prose più ordinate, che si stia camminando sulle uova, con la cautela tipica di chi ha poca padronanza di una materia che costituisce la base della sua professione.

      Perchè se "fare il food blogger" significa essere l'anello di raccordo di competenze e mondi che prima si sfioravano ma non si fondevano mai, la logica conseguenza è restituire alla tastiera ANCHE il suo compito primario, che è quello della scrittura. Ho detto "anche" perchè, ripeto, più si esplorano le tecniche di comunicazione e meglio è . ma rinnegare le basi è rischioso: perchè, a fronte di chi come te ha una conoscenza piena di questo mondo e competenze specifiche e mirate e affronta l'argomento dosando con sapienza gli ingredienti, sono tanti che invece approfittano di queste nuove strategie per far scudo alla propria ignoranza. Il che, e poi chiudo, squalifica anche la categoria tutta.

      ps da domani lo faccio anch'io: metto il summario. Tipo i romanzi di Appendice dell'Ottocento. Giuro che lo faccio :-)))

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  5. Ma allora ti piace! Non me lo avevi detto che avevi ripreso a comprarla....io la trovo bella quella rivista li', per lo meno ha un contenuto che spesso tocca argomenti nuovi e mi piace tanto graficamente...
    Come al solito sei stata di una diplomazia esemplare...un volo di farfalla insomma, ma tu sai che ti quoto su tutta la linea no? Io sono capitata su Menu Turustico per caso, un po' di tempo fa, e lo stile mi ha stregato. Alla faccia del "non vi si puo' leggere" , e' lo stile che fa la differenza! Vola come una farfalla e pungi come un'ape. Pat

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    1. e mi hai convinto! come dire, se la legge la Patty, allora mi è sfuggito qualcosa! Preferisco la grafica ai contenuti, dovessi dirti. Ma qualche ricetta originale c'è, tipo questa. E, purtroppo, son tipa da "ultima rivista di cucina".... Zeno cosini è un dilettante, confronto a me :-)

      La diplomazia è andata a ramengo nella risposta qui sopra, ma la Marie Claire è un'amica :-) e ne ha sopportate di ben peggiori :-)))

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  6. Incornicerei questo post!!
    Che fine ha fatto la grammatica? Perchè la gente si ostina a scrivere qual è con l'apostrofo?
    Io credo che il dovere primo di chi abbia un blog, ancor prima di saper cucinare e fotografare, sia quello di saper scrivere correttamente nella propria lingua.
    Sembrerò la maestrina dalla penna rossa, ma mi crea profonda irritazione vedere la nostra stupenda lingua così depauperata e imbastardita.

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    1. a me infastidisce ancora di più sentir dire che "non serve a niente", che la comunicazione passa attraverso la foto e la grafica. Mettiamoci un "anche" davanti- e parliamone. Ma essere così castranti, francamente, mi fa cadere le braccia...

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  7. Sallo, e allora sallo! L'uso dispregiativo di congiuntivi e condizionali, il ridurre le parole come fosse tutto un messaggino telefonico, il NON SAPERE l'italiano: il problema di fondo è quello cara Ale-megagalattica-cuoca-e-scrittrice.
    L'italiano.... a volte girovagando per blog si trovano degli strafalcioni enormi (e non parlo di errori di digitazione, così enormi che mi si stringe il cuore solo a vederli, mi costringono a voltare pagina velocissimamente e a non leggere. Che amarezza, io che ho una casa piena di scaffali e librerie perchè i nostri libri DI CARTA crescono sempre, io che ho sempre un paio di libri sul comodino da rileggere o da controllare e come me spero tanti italiani. Corsi di italiano ci vorrebbero, non di scrittura creativa, corsi di sano ITAGLIANO (come si legge spesso e volentieri). Qualche tempo fa ho provato a fare un contest in cui chiedevo l'abbinamento di una ricetta con una storia inventata, una poesia o un pensiero. Sono arrivate poco più di 30 ricette-storie, tutti molto reticenti a scrivere....
    Grazie cara Ale, A ME(MI) piace scrivere, mangiare, cucinare, leggere, dipingere e ascoltare musica e qui da voi trovo sempre un sacco di cose nel mio "stile", grazie.

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    1. ma grazie a te, Sandra!
      questa è una replica che avrei potuto scrivere io, a parti invertite.
      E mi dà lo spunto per un'altra riflessione, che non è molto pertinente con l'argomento principale ma nei commenti ci sta. Saper usare bene i meccanismi della nostra lingua non significa automaticamente saper scrivere storie. Parto da me, perchè sono anni che discuto con un sacco di gente, che mi chiede perchè non scrivo un libro. Perchè è uno step che va ben oltre le mie abilità. Implica una capacità di scrittura che non ho, neppure se limitata alle poche pagine del racconto.
      Poi, per carità: leggo tanta di quella spazzatura che mi chiedo come sia possibile pubblicare certe schifezze. Ma il punto non è arrivare all'editore. E' mantenere il rispetto per la propria lingua: e per come la rispetto io, ti assicuro che "scrivere" è ben altra cosa, da quello che faccio qui.
      Grazie ancora per il commento!

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  8. Sono assolutamente d'accordo. Dopo la scuola media sembra che la grammatica, l'ortografia, la sintassi siano scontate. Anche all'università, se proprio non si scelgono facoltà umanistiche (lettere et similia), questi argomenti non si toccano più. Peccato...che almeno si leggesse un pò di più!

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  9. però siate comprensivi verso noi bloggers di altra madrelingua!!!!! per favore! :)

    irene

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    1. No. Non siamo comprensivi.
      siamo pieni di ammirazione- il che, ti assicuro, è ben diverso. Specie se magari per un po' si è avuto a che fare con la comunicazione in un'altra lingua, in un altro Paese- e quello che sembrava così facile, così immediatamente comprensibile a casa tua, sui tuoi libri, diventava una montagna da scalare in mezzo ad una strada, in un negozio, in un ufficio. Senza facce amiche pronte a venire in tuo aiuto o mamme capaci di asciugare le tue lacrime di frustrazione e di paura.
      Oggi è tutto diverso: mia figlia è nata con la valigia in mano, per lei il mondo è davvero dietro l'angolo e l'europa è l'emanazione naturale del suo Paese d'origine. Ma per noi era tutto diverso: partivi e andavi-e ti arrangiavi.
      Per cui, figurati un po' come ti ammiro.

      In più, i blog scritti da autori che provengono da culture diverse sono un arricchimento continuo. Questa è una delle tante potenzialità del web, che io sfrutto poco ma che, per esempio, ha coinvolto mia madre, in maniera quasi totale. Era partita dai blog di cucina, è finita sui blog degli Italiani all'Estero e su quelli degli stranieri in Italia-e passa le sue giornate a leggere quelli. e ti assicuro che impara molto più di me ed è informatissima su tutto.

      E sorvolo sul tiepido sentimento di blanda simpatia :-) che mi lega alle tue radici...

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  10. Brava bravissima, mi trovi d'accordo su tutti i fronti !
    Io ti leggo non solo per puro godimento ma anche per cercare di lavare i miei panni in un "Arno" (=la tua prosa di altissimissimo livello) che li rinfreschi un po'...
    Anch'io, come altre amiche che hanno scritto prima di me, mi rammarico per la nostra povera lingua bistrattata e tagliuzzata: ma che si può pretendere da chi ha frequentato l'attuale scuola e poi non ha letto manco un libro ??
    Un'amica che ha partecipato alla commissione degli esami di Stato per architetti mi ha raccontato cose da rabbrividire sugli elaborati scritti: come minimo "e" verbo senza accento....! Per parte mia ho deciso che non tacerò più in presenza di "un po'" accentato e senza apostrofo !
    Quanto ai blog di cucina, c'è di tutti e di più, con ricette valide ma non sempre spiegate come fanno Alessandra & Daniela.... Le fonti di puro piacere sono pochi nel foodweb....
    Maria Chiara

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    1. L'ultima Perizia psichiatrica finita sulla mia scrivania, a firma del professorone di turno, pagato fior fior di bilioni, ripeteva "lo suocero" non so quante volte. E la chicca finale è stata "trovarsi di fronte al terribile OUT OUT"...e quando ho commentato, dicendo "l'ho sempre sospettato, che il professore fosse "fuori" non ha riso nessuno...

      mala tempora currunt, my dear....

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    2. Noooo... l'OUT OUT no, non lo posso accettare!!!!
      Mi torna in mente ciò che ho letto con i miei stupefatti occhi non ricordo più dove (devo avere avuto uno shock istantaneo...), ovvero: "lupo s'infabula". Se avessi avuto la forza avrei per lo meno chiesto all'autore di cotanta citazione di illuminarmi sul verbo della lingua italiana "infabularsi"...pure ridondantemente riflessivo. Se invece ce l'avessi avuto davanti la forza di mollargli un bello "scapellotto" l'avrei trovata di sicuro....santo cielo....

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  11. Condivido assolutamente!! E ti dirò che tra tutte le innumerevoli proposte di ricette allettanti o meno che vedo nei blog, quando ho poco tempo (ovvero quasi sempre) la mia preferenza va a quei blog che è un piacere leggere, anche se la ricetta non entrerà mai nella mia to do list... E voi siete tra quelli! Un abbraccio!

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  12. L'occhio vuole la sua parte e in quello non si discute. Ma la forza di alcuni (pochi) blog tra cui Menù Turistico è proprio il loro contenuto. Forse è per deformazione professionale, ma ho sempre visto il blog anche come mezzo di comunicazione e del SEO me ne importa poco.Purtroppo è anche vero che molte volte quello che si scrive non viene letto e ti ritrovi un "wow, che buono, copio subito" quando hanno solo guardato la foto.
    Purtroppo credo che si è persa per strada la visione del blogger come comunicatore, ma il saper scrivere non è da tutti, per non parlare del povero italiano, perduto e calpestato dall'era degli SMS e i social network, dove la comunicazione diventa ancora più telegrafica di un telegramma.
    Insomma tutto questo per dire che se ci fossero corsi di scrittura creativa...sarebbero deserti o con quattro gatti perchè importa di più essere tra i primi risultati su google che offrire qualcosa in cui si è pensato, ragionato, lavorato e, che se tu tenessi un corso del genere, sarei li in prima fila.
    baci baci.

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    1. sono d'accordo.
      Il punto è che si martella sul concetto che l'Italiano non serve a niente si finisce per forza non per scoraggiare dal migliorarne l'uso, ma per fare da paravento all'ignoranza, come dicevo poco fa. Perchè imparare a scrivere non è come imparare a fotografare.
      il corso di fotografia è l'equivalente dell'ABC, come ben sanno i fotografi professionisti, che infatti fanno foto da urlo, a livelli siderali rispetto alla maggior parte delle foto, anche belle, che vedo nei vari blog.
      Fare un corso di scrittura equivarrebbe ad un corso avanzato di fotografia. Hai le basi per padroneggiare il mezzo? Bene, ti insegno qualcosa di più.
      E' questo il punto cruciale, quello che rende materialmente impossibile organizzare dei corsi di scrittura creativa- a cui io PARTECIPEREI,e ben al di là della cattedra, anche nel banco in fondo... anzi, ti tengo un posto vicino a me, così possiamo copiare :-))

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  13. cara Ale,
    come sai sono molto, molto d'accordo con te. Ne abbiamo parlato un sacco di volte, ma evidentemente come per la tv la rete fornisce al pubblico quello che il pubblico vuole. Poi ci sono le eccezioni, io da te vengo per quello che scrivi e per come lo scrivo perché mi diverte il bel parlare altrimenti mi noio... :-)
    il corso di scrittura sarebbe utilissimo per molti, ma non scrittura creativa, scrittura e basta. ma dico ci sono i corsi per fare le foto di food mentre allo scrivere sembra non interessarsi nessuno, sigh la società delle immagini. purtroppo.

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    1. ho risposto più sopra, Marina, combinazione le stesse cose che dici... toh, che strano, vero??? :-)

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  14. vi ho scoperte qualche anno fa, e vi ho adorato da subito, anche se non ho mai praticamente commentato,mi è piaciuto da subito il vostro modo (stile) di raccontare e spiegare anche a chi con la cucina ha poca dimestichezza, trovo il vostro blog sensazionale ciao merida

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  15. Io ribalterei il punto di vista e direi che probabilmente, questi ipotetici corsi, dovrebbe essere rivolti agli utenti della rete, per educarli a distinguere un buon prodotto da uno ben confezionato ma di scarso valore. Una sorta di rieducazione delle funzioni cerebrali, che insegni ad andare un pò più a fondo nelle cose (...appena sotto la superficie per carità: non si pretende chissà cosa...) senza accontentarsi prendere per buone le scelte di qualcun altro. Ma temo che anche queste lezioni, nell'epoca dell' "apparire è meglio che essere" e del "lo faccio anch'io perchè fa figo", andrebbero deserte. A proposito di scegliere, avrei una domanda riguardo la ricetta: come si capisce quando un avocado è maturo? Adoro le ricette in cui è previsto l'utilizzo della frutta esotica, ma non conoscendola, non so mai quale prendere. Lo scuoto, lo tamburello, lo palpo, lo annuso? Cheddevofà?

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    1. parto dalla risposta facile :-)
      l'avocado è maturo quando è morbido al tatto. Di solito, li compro un po' indietro e li lascio maturare nella fruttiera, fuori dal frigo, ma solo perchè faccio la spesa a sentimento e decido giorno per giorno cosa fare. Se devo utilizzarlo al momento, ne cerco uno morbidissimo. Ovviamente, deve avere un bel colore verde scuro senza macchie sospette.

      il resto, è parte dell'argomento che ho affrontato prima: ogni blog ha i suoi lettori, in base alle strategie di comunicazione che usa. MT passa per essere un blog obosoleto- e lo è- ma da subito ha aggegato una tipologia di lettore che è rimasta fedele negli anni. Ed è anche per questo che non abbiamo mai cambiato stile. Le rare volte in cui abbiamo curiosato negli orticelli degli altri, giusto per vedere "come si fa", abbiamo finito per erigere altre palizzate intorno al nostro giardino. tutto bellissimo, per carità- ma non fa per noi. Non ci rappresenta, non ci appartiene. Però, abbiamo sempre avuto l'onestà intellettuale di riconoscere l'importanza di certi mezzi di comunicazione. Ma senza abbandonare la convinzione che un buon uso della nostra lingua resti ancora la carta vincente per mantenere i propri lettori- e renderli qualcosa di più che "lettori", ma veri e propri soggetti di una comunicazione. Noi, qui sopra, ci parliamo, i confontiamo, scambiamo opinioni e cerchiamo di non farlo a senso unico. E meglio si sfuttano le ppotenzialità della nostra lingua, meglio ci si conosce e ci si capisce.

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  16. se ci fosse un corso di scrittura sarei la prima ad iscrivermi!! dico una cosa....quando ho cominciato a sbirciare nei blog, in tempi non sospetti, mi facevo catturare molto dalla grafica, dalla bella fotografia, dalle prime parole del post....confesso che mi fermavo solo se queste cose davvero mi piacevano e poi dopo andavo a leggere la ricetta. Attenzione...la ricetta! ne' quello che veniva prima ne quello che venva dopo ...la ricetta e basta!!! Se poi mi intrigava tantissimo allora andavo a leggere il procedimento, ma in questo caso stampavo perche' non mi e' mai piaciuto leggere dal video...ho bisogno della carta in mano per dire "ok, ho capito!" oppure "ma questa che ha scritto!!!". Oggi non posso fare a meno di leggere tutto quello che c'è prima e dopo la ricetta e soprattutto in qualche caso a me interessa il prima più del dopo!!! Non so scrivere, non so esprimere bene quello che sento e quello che vorrei dire, ma so leggere....e quando un testo e' ben scritto e descritto io mi faccio coinvolgere a volte fino alle lacrime e questo credo sia davvero una magia!!
    Tutto questo sproloquio per dire che bisogna aver talento nello scrivere e questo e' uno dei miei limiti, ma ci provo lo stesso. Non basterebbero tutte le scuole e i corsi di questo mondo a rendermi capace di trsmettere una emozione o sensazione...ci riesco raramente anche solo dovendomi esprimere "oralmente" figuriamoci per iscritto!!! Ci sono dei blog, questo e pochi altri in verità, che usano la parola come il piffero magico...ne rimango ipnotizzata ....a volte dopo aver letto rimango lì che vorrei commentare ma non mi vengono le parole....a volte invece mi vengono eccome ...e questo commento lunghissimo e' una di quelle!!! :D

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    1. e questo, me lo incornicio io, posso? rigorosamente su carta, of course...
      Grazie!

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  17. Mala tempora currunt sed peiora parantur....

    I ragazzi (non dicono la nazionalitá) usano 350 vocaboli quando va bene e una media di 200.

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    1. e gli insegnanti? :-)))
      mala tempora currunt etc etc :-)

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  18. cara Ale, quoto in pieno quello che dici. Anch'io inorridisco di fronte a svarioni colossali che non possono essere di stampa. Tant'è, ormai il saper scrivere è considerato poco più che un fronzolo, c'è internet, copio e incollo. Una prof. di Federico ha smesso di dare ricerche, perchè era un assurdo copia e incolla dai vari link. Un'altra ci si è messa di buzzo buono, martellandoli, ma non ha ottenuto un granchè se mio figlio in un tema ha scritto "una signora ciecata" pensando pure fosse italiano! Anche tra adulti non si scherza, i blog di cucina come altro! I congiuntivi si perdono per strada e anche il resto. saper scrivere è un dono, non si discute, ma ritengo che un minimo sia assolutamente indispensabile per avere un blog. Passi che la grafica e le foto in un blog di cucina sono importanti, ma scrivere in un italiano almeno corretto sarebbe il minimo. Se è vero che scrivere di cucina è difficile, me ne sto rendendo conto, è altrettanto vero che acqua si scrive con il cq! Il problema però è che tutti fanno commenti di ogni tipo, ma nessuno dice al malcapitato che acqua si scrive così! d'altra parte sarebbe la classica figura di "mierda"!

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    1. anch'io, Giulia, ho parlato da lettrice. Perchè, indipendentemente da come scrivo, amo leggere prose scorrevoli, interessanti, divertenti.
      Anche perchè viviamo in un mondo dove l'informazione è esagerata- e quindi una selezione giocoforza ti tocca. e non sempre ho voglia di leggere solo dosi ed ingredienti: per quello, ho i libri di cucina, per esempio. Da un food blog, mi aspetto un'informazione più ampia e, ripeto, più "appetibile", sotto tanti aspetti.

      Ti ringrazio anche per aver toccato un argomento che a livello personale mi sta a cuore ma che non posso affrontare qui sopra- vale a dire il "talento". essere talentuosi non significa di necessità essere bravi, anzi. Chi ha talento, al pari di tutti, deve comunque applicarsi a coltivarlo. Di sicuro, poi, avrà una marcia in più e anzi: sarà il discrimine fra il buon tecnico e il vero artista, mettiamola così. Ma lo studio è fondamentale.

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  19. Ale, esame di ingegneria (io facevo la "guarda" perchè mancava il Prof), studente che consegna il compito su cui aveva scritto frasi:
    "ne vien ke"
    "ttt va come se" (tutto va come se)
    " xerò il risultato è corretto"
    et similia.
    Per me era da bocciare ma il prof lo ha fatto passare all'esame orale...fai un po' tu :((((

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  20. ma, Ale, leggevo recentemente che non si tratta di errori di ortografia o grammatica...che detto cosi' e' troppo terraterra. Si tratta piuttosto di "stream of consciousness". Ne ho riso fino alle lacrime.
    Evidentemente, il monologo interiore di certune e' essenzialmente caotico e privo di regole grammaticali, per cui auspicare che scrivano in italiano correttamente e'una causa persa.
    In effetti, suona meglio in inglese, come quando l'indigenza e' chiamata downshifting.
    Personalmente, da lettrice priva di blog perche' priva di argomenti anche solo remotamente interessanti, non mi indispettisce tanto la cattiva grammatica quanto l'arroganza che spesso l'accompagna.
    Percio' leggo volentieri il vostro blog e non perdo tempo con altri: scrivete con passione e con stile. Stile nel senso che hai descritto tu nel post, ma anche nel senso piu' profondo: condividete in modo autentico e non per narcisismo. E questo si coglie anche attraverso lo schermo, si coglierebbe anche se il vostro italiano non fosse corretto come invece e'.
    Spesso premettete che siete state costrette a scrivere di corsa, tra gli impegni pressanti della vita reale, e vi ammiro ogni volta perche' i posts sono comunque perfetti--e per quanto mi riguarda non riuscirei a scrivere altrettanto bene neppure con tutto il tempo a disposizione.

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    1. Belin, la Molly mi mancava... ma roba da matti, guarda...

      L'arroganza va di pari passo con l'ignoranza. E' un po' il discorso che facevo prima. se tu proponi un corso di italiano, si offendono.
      Per la fotografia, no, per la grafica, no, per la cucina, no, per l'indicizzazione no - per l'italiano, partono strali del tipo "come ti permetti, chi ti credi di essere- et similia". il tutto facendo ben presente che se mai ci fosse un corso di questo genere, io sarei fra gli iscritti, non certo fra i docenti.
      Misteri...

      Sul resto, cosa posso dirti, se non grazie? a me questi feed back fanno piacere, perchè tutto quello che scriviamo è verissimo. Dallo scorso febbraio, devo essere in ufficio alle 8.30. Prima avevo orari flessibili, ora no. Rientro nel tardo pomeriggio e quando finalmente riesco a mettermi al pc, dopo aver assolto a tutti i compiti della "donna in cOrriera", come dice mio marito- e cioè stirare, fare il bucato, sistemare la casa, fare la spesa, tirare due urli alla figlia e amenità del genere- sono stremata. Riesco a malapena a rispondere ai commenti. Per cui, di scrivere un post per intero non se ne parla, se non al mattino dopo. Quando hai le colazioni da preparare (due- e meno male che siamo in tre), i letti da fare, le perle da allacciarti al collo e tutto il resto. Scrivo post pieni di errori di battitura perchè non ho mai il tempo di rileggerli, esattamente come succede con i commenti- vado di getto e parlo come mi detta il cuore- e come mi impone la sintassi.
      appena salgo in macchina, sono assalita dalle ansie: l'avrò detto bene? si sarà offeso qualcuno? avranno capito? mmi sarò spiegata? per cui, questi commenti sono un toccasana che non ti dico.
      e mi riconciliano coi miei orari e i miei impegni e questo blog.
      Almeno fino al prossimo post, ovviamente :-)
      grazie ancora!

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  21. Condivido a pieno.
    Purtroppo l'uso della lingua italiana sembra essere relegata più ad un accessorio della comunicazione che invece alla sua importanza primaria.
    Basta vedere le abbreviazioni di parole che ogni secondo riempiono miliardi di sms e non solo dei giovani.
    Il problema non riguarda solo i media ma l'intero vivere di tutti i giorni, in tutti i suoi aspetti.
    Me ne accorgo quando rimango incantata davanti a uno scritto di tempi passati.
    Modi di dire e frasi che non esistono più nella lingua odierna.
    Credo di saperne anche il perchè........perchè con le parole anche parte dell'animo delle persone si è perso " per strada" .....purtroppo !

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    1. uh, anch'io sto recuperando il piacere di leggere cose un po' superate. Anche gli stessi libri di cucina. Fino a qualche anno fa, li trovavo ridicoli, ora mi perdo nelle parole, nelle atmosfere, nei significati... probabilmente è un rifiuto di tutte queste abbreviazioni, di questo fastidio che sembra trapelare dall'usare una parola in più..oppure sono io che sto dannatamente invecchiando :-)))

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  22. Frequento blog da quando la parola blog non la conosceva nessuno, era un mondo nuovo che mi aveva fatto conoscere mio fratello, blogger tecnologico. Parlavano di politica, di letteratura, di scienze e un po' di cucina ma allora erano veramente pochi. Molti erano in inglese che reputo lingua più semplice per quanto riguarda il web. Più agile e più breve.
    Ora i blog sono come le persone. Alcuni sono simpatici, altri insopportabili alcuni brutti altri veramente attraenti come MT - Avete questo blog per passione, scrivete bene e non siete narcisiste come il 75% dei blog di cucina. Non sfogate le vostre frustrazioni sulla pubblica piazza (Blog o Feisbuc) vi piace VERAMENTE condividere quello che fate e tutto ciò si sente.

    Ho cominciato a leggervi all'inizio solo per curiosità e perchè conoscevo Dani ed è stata una rivelazione: sapete Scrivere!!!
    Non ci sono corsi per imparare a scrivere. La nostra generazione dovrebbe aver imparato a sQuola e ha letto molto di più dei ragazzi di oggi, anche solo come compito a casa d'italiano. Puoi fare un corso tipo il SEO se vuoi "guadagnare" qualcosa con il tuo blog altrimenti non vedo a cosa serva. Puoi imparare ad impaginare, a togliere aggettivi inutili ma se non conosci il congiuntivo non lo impari certo con un corso...
    Ho avuto un "bloggettino" ed i 40 e rotti post che ho scritto mi sono costati uno sforzo enorme. Non mi piace scrivere, non so scrivere e soprattutto sono timida ed un blog mi dava "troppa" visibilità.
    Voi scrivete di getto e bene. E' un piacere per gli occhi. Continuate così.

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    1. Smack smack smack.
      soprattutto per quel "di getto"- che è la principale fonte di tutti gli errori di stampa che si leggono nei miei post. La Dani è più precisa, io non ho il tempo di rileggere niente. Per cui, approfitto ancora una volta per chiedere scusa anche da qui, di tutte le lettere che mi rimangono nella tastiera :-)

      Il SEO a noi non serve. Ma mi ha fatto venire un'idea...:-)))

      ps ma posso dirlo, che a me nifula piaceva da matti??? sei ancora nel nostro blog roll, fra i blog che abbiamo "sul comodino"...

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  23. In effetti, il blog dovrebbe nascere prima di tutto per dire/scrivere/comunicare... Io personalmente mi appassiono molto di più ad un blog che è un piacere leggere, se poi si può anche gustare, meglio ancora! Anche io sono molto lontana da tutti questi processi per accaparare pubblico e in effetti, non ho molti lettori, spesso presenti solo perchè la parola 'montersino' digitata su Google li porta da me e dalla mia montersinite acuta... E a dirla tutta, da voi sono capitata per mezzi diversi delle ricerche i google! Vuoi vedere che non comparire nei motori di ricerca è sintomo di qualità?!?!?!?! ;)

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    1. non lo so. di sicuro, è sinonimo di "specificità", visto che le ondate di visitatori intercettate dai motori di ricerca seguono voci come "spaghetti al pomodoro" e "pizza".

      A me dispiace che il discorso si esaurisca lì: come dire, arriva il visitor :-) da me, e tanto basta. Dal mio punto di vista, sarebbe anche bene che ci restasse ed è per questo che pensavo al potenziamento dell'uso della lingua italiana come strumento di comunicazione.

      E mi fa piacere constatare che non sono la sola, a pensarla così...

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  24. Menu Turistico sarebbe "obsoleto"? beh, preferirei dire "old-fashioned", magari, e questa sua natura la apprezzo moltissimo.
    A volte essere old-fashioned e' la cosa meno conformista e noiosa che si possa scegliere. Vi dedico questa canzone che mi sembra appropriata--certo la conoscerete gia', ma voglio ringraziarvi ancora per essere come siete e per darci Menu Turistico cosi' come e'.
    https://www.youtube.com/watch?v=iRK6U5vIHCs
    (nel caso il link non funzionasse, la canzone e' The Village Green Preservation Society--nella versione di Kate Rusby).

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    1. IO TI ADORO
      intanto, perchè "old fashioned" è l'aggettivo con cui ho definito MT giusto ieri- e questo la dice lunga, su certe sintonie che corrono via etere o come cavolo si chiama questo meraviglioso strumento che ci ha messo in contatto.
      E poi perchè la volevamo, un "sigla"- e questa è assolutamente la nostra!!!
      ma grazie!!!

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  25. Come sempre concordo su tutta la linea e mai avrei saputo spiegarmi così bene come fai tu :)))
    In un remoto passato sono stata correttrice di bozze; sarà dunque per deformazione professionale, ma gli errori che vedo in innumerevoli blog (ma anche sui giornali e nei libri eh!) mi procurano un fastidio quasi fisico. Non siamo tutti scrittori nati, ci mancherebbe, e il dono di saper raccontare in modo avvincente qualsiasi cosa - anche una ricetta! - è appannaggio di pochi... Credo però che l'importante sia rendersi conto dell'importanza della lingua e della grammatica e di conseguenza impegnarsi, cercare di migliorare, leggere tanto e tanto e tanto...
    Quando ho iniziato a frequentare i blog, trasalivo di fronte alla noncuranza con la quale vedevo trattata la nostra lingua e a volte nei miei commenti lo facevo notare (credo garbatamente). Ci credi che così ho perso più di un follower? Oggi non lo faccio più, non perché mi interessino queste "amicizie", ma perché purtroppo ho visto che è totalmente inutile...
    E se ci sono tante persone che leggono MT un motivo ci sarà no? Al di là delle foto, voglio dire... ;)))
    Grande, grandissima Ale!

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    1. con le bozze, sono un disastro. Le correggevo partendo dal fondo, imponendomi di leggere all'indietro, ma niente... anche in ufficio, o lascio sedimentare il documento sulla scrivania, il tempo necessario perchè mi sia dimenticata tutto quello che ho scritto (e ti assicuro che non succede mai, perchè corro anche lì) oppure lo giro a qualche mio collega benevolo, che corregga per me.

      Come dicevo più sopra, questo non voleva essere un post su "come scriviamo bene noi e come scrivono male gli altri"- e mi auguro che si sia capito. Anche perchè, come già detto, ridetto, stradetto, MT è uno spazio personale, senza nessuna ambizione. resterà on line finchè ci andrà di scrivere qui sopra e quando ci saremo stancate lo chiuderemo, con la stessa tranquillità con cui lo abbiamo aperto. Semmai, losfogo nasce dalla constatazione di una tendenza generale a migliorarsi sulla parte grafica- e a trascurare quella scritta. Però, come dicevo più sopra, siamo in tanti a pensarla così e questo non può che confortarmi

      Sul trauma da abbandono da followers potremmo aprirci un rehab, cosa dici?
      Un bacione (e sarà meglio che vada a studiarmi un po' di Vefa's :-))

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  26. Parole sante le tue cara Alessandra, le condivido appieno!
    Condivido anche l'abbandono delle riviste di cucina, ogni tanto ci ricado salvo pentirmene subito dopo!

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    1. Le riviste sono un altro autogoal. Tu pensa a quanti spunti che potrebbero fornirci, forti della distribuzione capillare che hanno e di prezzi ancora abbordabili, considerato che sono mensili. In realtà, nella migliore delle ipotesi sono un coacervo di banalità.
      Per dirti l'ultima scemata, l'altro giorno ho intercettato una ricetta di "scaloppine", sull'ultimo numero di una testata blasonata. Visto che l'argomento questo mese mi interessa più del solito, per via dell'MTchallenge, ci ho dato un'occhiata: praticamente, erano fettine di maiale, fatte marinare in non so più cosa e poi messe in padella, così, senza neppure la panatura.
      Noi, qui, stiamo impazzendo :-) dietro ai fondi, per preparare la salsa- e il fondo di cottura, e il liquido per deglassare, e il fondo di cucina per legare, e tutto grazie alla vincitrice della scorsa gara che ha messo a disposizione di tutti i suoi appunti della scuola alberghiera. Ma perchè dobbiamo farlo noi che siamo "dilettanti", nel senso più alto del termine- e non chi lo fa per mestiere e oltretutto ha anche un compito ben definito?

      mi fermo qui, che sennò mi viene il nervoso- e non è cosa :-))

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  27. che bella discussione, io sono il blogger in assoluto che sbaglia di più a scrivere in italiano, per tante ragioni dove la non padronanza della lingua italiana è forse la causa maggiotr.

    Io voglio dire che il blog deve avere per sua natura un linguaggio diretto e veloce, che forse la lingua italiana non dà. Non è importante che si parli perfettamente ma che che ci esprima in modo diretto come una lettera che si invia ad un amico, sarà forse anche piena di errori ma è molto chiara a chi legge il sentimento che la dettata.

    Devo dire che in generale però il contenuto dei blog è molto buono e anche la grafica molto migliorata, ci hai fornito un ottimo spunto per migliorare è questo è importante, grazie

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    1. il tuo blog è uno dei miei preferiti- e il mio preferito in assoluto per quanto riguarda l'informazione. Il che conferma che se c'è uno stile "che acchiappa", tutto il resto passa in secondo piano.
      Però, Gunther, se posso: il tuo italiano è mille volte migliore di quello di altri, che sono nati e cresciuti in Italia...

      e grazie a te- perchè ogni tuo complimento è un onore, per noi!

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  28. scusa dimenticato la ricetta delle orecchiette con la spada una bella versione anche con avocado

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  29. Cara Ale, ti ho letto con vero piacere: un'altra persona che si preoccupa per la nostra bistrattata lingua. Non sai cosa mi capita di sentire all'università, quando interrogo i ragazzi o quando spiego e all'uso di una parola un po' meno comune, vedo facce stralunate. Sai che a volte i ragazzi sbagliano le risposte a quiz perché non conoscono il significato delle parole italiane? Li rimanderei a pedate in 1a elementare. Una volta non sono riuscita a trattenermi e ho detto a uno studente che avrebbe dovuto rivedersi grammatica e sintassi, prima di studiare la fisiologia! Purtroppo mi rendo conto giorno dopo giorno che la scuola ci sforna ragazzi sempre meno attenti alla lingua e internet e i telefonini non aiutano. Ricordo con quanta pazienza alle elementari le maestre mi insegnavano il piacere della lettura, e con me hanno fatto gol: amo moltissimo leggere e se un libro non è scritto bene, perdo la voglia di proseguire. D'altra parte se una trama non mi attira ma la lingua è buona vado in fondo comunque.
    Sono d'accordo anch'io che i blog dovrebbero essere più curati dal punto di vista linguistico, eppure a volte anch'io scrivo un po' frettolosamente, mai scorretto però, con tutto il latino e il greco che ho studiato, difficilmente annego nei congiuntivi :)
    Ma guarda di cosa siamo finite a parlare, ero venuta qui per ringraziarti delle belle cose che mi hai scritto. Partecipare all'MTC mi sfrizzola tutti i neuroni, non so quando mai vincerò una sfida, tuttavia mi rendo conto che sto crescendo e sto imparando molte cose nuove. Perciò grazie ancora, un abbraccio e alla prossima scaloppina (di carne questa volta)

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    Risposte
    1. Carla, lo dicevo proprio ora a Gunther: non è un problema di errorini sparsi, che sappiamo tutti essere dovuti alla fretta: non so quando tu trovi il tempo per scrivere, visti tutti gli impegni che hai: il mio è sempre più risicato e legato anche ad un mezzo che non mi appartiene come la tastiera: continuo a scrivere sempre e solo con due dita, anche se ora vado velocissima, ma o guardo la tastiera o guardo lo schermo e insomma, sono un'impedita cronica. L'altro giorno ho scritto Shakespeare senza la e finale, ieri SEO e mi son dimenticata la O ( e devo ancora aggiungerla) ma non c'è giorno in cui non faccia qualche errore. Poi, quando leggo in pausa caffè, dall'ufficio, mi prende un nervoso, ma un nervoso che non ti dico... perchè la prima ad esserne infastidita sono io. E mi riprometto di stare più attenta, etc etc- salvo poi ricascarci, al mattino dopo :-)

      Però, nei congiuntivi ci annego anch'io... e il naufragar m'è pure dolce, coi tempi che corrono :-)))

      Passando all'MTC, fai sempre delle ricette deliziose: equilibrate, convincenti, credibili- il che è quanto di più difficile ci sia, in una gara come la nostra. vincere è una mission impossibile, perchè cambia sempre il terzo giudice a cui spetta il verdetto finale: noi facciamo tutti insieme una selezione, e poi passiamo la "patata bollente" a lui/lei. Di conseguenza, cambiano i criteri, ogni volta. Però, è vero che si impara sempre qualcosa. lo scopo è proprio questo, condividere e crescere tutti insieme, senza maestri o allievi, ma scambiandoci il nostro sapere, tanto o poco che sia non conta. Quel che conta è che lo scambio avvenga, non solo nella ricetta della sfida, ma anche nelle ricette che ogni volta ci mandate tutti, che sono piene di spunti e di idee da fare invidia a molti. lo dico sempre, lo ripeto anche qui: mi piacerebbe che tutte le vostre ricette avessero una risonanza più ampia, perchè davvero nn ce n'è una che non la meriti. Ma al momento non riusciamo a fare di più. Però, ci godiamo questo angolino ogni mese, di divertimento, di condivisione e di amicizia- e siamo contenti così
      grazie ancora e buona serata

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  30. Secondo te questa pasta la posso servire a temperatura ambiente?

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    1. direi di sì. considera che l'avocado andrebbe messo a freddo, quindi non è un sugo cotto, nel senso tradizionale del termine. anche lo spada, va appena saltato.
      Personalmente, non amo le insalate di pasta, per cui non sono affatto esperta nel dare consigli: ma di sicuro questa è una pasta estiva e va servita tiepida, già di suo. Io proverei...

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    2. L'ho servita, in occasine di un ritrovo pre partita, circa 45' dopo aver scolato la pasta. Un successone! certo che con questo caldo non posso proprio dire si fosse raffreddata! A Ferrara passeremo i 36° oggi. ...penso a chi è in tenda.

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  31. Non ho letto neppure la ricetta stavolta..... (men che meno i prost anteriori a questo mio...) ma GRAZIE te lo urlo senza commenti ulteriori. Grazie per lo stile, per lo bello scrivere, le dotte citazioni e i mille e mille richiami ai miei beneamati Giovannino e Brunella . amen.

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  32. non ho letto tutti i commenti, magari qualcuno ha già sollevato il problema: vogliamo parlare degli "orrori" d'ortografia e di grammatica? vedi il classico articolo indeterminativo apostrofato davanti ad un sostantivo maschile e non apostrofato davanti al femminile ovviamente(frequentissimo), ho-hai-ha senz'acca, cè =c'è o meglio ancora ce nè, io sò, lui sà con l'accento che non ci vuole, ho trovato pure ed- ad dove proprio non serviva, tanto per citare le prime che mi vengono in mente ma ce ne sono altre ....ma che vuoi che siano queste quisquiglie? e sorvoliamo sul congiuntivo e le ipotetiche, ormai è una battaglia persa e se si fanno notare queste cose vieni etichettata come bacchettona antiquata!! Imbarbarimento del web!
    ps: mi si è appena accesa una lampadina, che ne diresti di un contest sullo stile letterario della ricetta? dai!!
    Ho già un'idea per il giudice....continuiamo via mail? baci, Cris

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