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mercoledì 17 ottobre 2012

Gli hamburgers di Martha per lo Starbooks di Ottobre!

panini per hamburger e hamburger


Quanti di voi possono dire di conoscere davvero la cucina statunitense? Al di fuori dei soliti stereotipi, intendo, che la fanno coincidere con l'hamburger, i pancakes, la salsa barbecue e i macaroni&cheese, intendo: quanti siete?
Io, mi tiro fuori, purtroppo: perchè se mai c'è un ignorante in materia, l'avete virtualmente di fronte.
Colpa di una taglia 42 difesa con le unghie e con i denti al tempo della mia permanenza oltreoceano, che mi aveva vista cibarmi praticamente solo di caffè americano e di colazioni da Tiffany, prima;  e di una serie di agghiaccianti ricette portate in dote dal marito, postumi della sua lunga formazione targata U.S.A., che son roba da concorrenza sleale al piccolo chimico: in mezzo metteteci un po' di sano snobismo britannico ed ecco spiegati i motivi per cui, ad oggi, la cucina statunitense non ha mai suscitato il mio interesse. 
C'è voluta la profonda cultura gastronomica di un'amica, quest'estate, a farmi cambiare idea: e ciò è avvenuto a suon di ricette insospettabili, per complessità, radicamento col territorio e- udite udite- scarsità di grassi e di calorie, che lei ha raccolto in una sorta di Coast to Coast gastronomico, bussando alle porte giuste, che non son mai quelle dei ristoranti di grido, quanto piuttosto quelle delle case private, meglio ancora se delle nonne o delle prozie. Ne è venuto fuori un quadro complesso e interessentantissimo, del tutto controtendenza rispetto alle opinioni comuni, alla luce del quale la cucina statunitense acquista un fascino altrimenti impensabile. Il che, a pensarci bene, è ragionevole: mutatis mutandis, pensate alla varietà delle nostre cucine regionali e provate ad applicarla al panorama del Nord America ed ecco che la concezione di una cucina fatta di pochi piatti trasversali inizia a vacillare. Se poi si riflette sulle differenze del territorio, della storia e delle culture delle varie etnie che diedero vita al popolo statunitense, le nostre credenze in materia son destinate a crollare miseramente. 
Va da sè che dalla scorsa estate ad oggi non abbia avuto un nanosecondo per tornare sull'argomento in modo serio: ma il desiderio di riuscire ad approfondirlo, prima o poi, c'è sempre stato. E lo è ancora di più in questo mese, con uno Starbook che, pur essendo estremamente divulgativo, dà però una mappatura esauriente di tutti i principali piatti della tradizione gastronomica targata U.S.A. 
Aspettatevi un librone, intanto: son più di 400 pagine, con quasi 400 ricette, prevalentemente "classici" o comunque mai rivisitate in chiave personale: la Stewart è compilatrice, ancor prima che chef creativa, il che, a mio parere, costituisce un punto a suo favore. Nessun volo pindarico, quindi- ma neppure nessuna ricetta della nonna: la direzione scelta è chiara e precisa e non lasca spazio a nessuna variazione sul tema, neanche se le autrici sono vecchiette con la crocchia bianca, che vivono in una fattoria e fanno raffreddare le torte di mele sul davanzale. Punto a sfavore, sia chiaro- e palla al centro. 
La suddivisione del materiale segue un criterio geografico. Si parte con un capitolo dedicato alle ricette trasversali, comuni a tutti gli Stati (dai pancakes ai cookies, dal tacchino ai macaroni and cheese) e poi si procede per grandi aree geografiche: il nord- est, il sud, il mid-west, il sud ovest e l'ovest, chiiudendo il cerchio con le ricette di base ed intervallando ogni capitolo con schede dedicate ai prodotti tipici delle varie zone incontrate, come i mirtilli rossi, l'okra, il mais,i black eyed beans e via dicendo. Ottima cosa, specie per una come me, per la quale gli Stati Uniti sono un rettangolo compreso fra l'Alaska, la California, la Florida e il Maine (e di quest'ultimo qui, non ne son neanche troppo sicura) e quello che c'è in mezzo è un guazzabuglio di cose da vedere e da mangiare. Meno ottima, però, quando si tratta di recuperare i piatti della tradizione: per dire, se voleste organizzare un pranzo per il Thanksginving, non sapreste come fare, senza un'idea preliminare. E lo stesso vale per il Natale, per Halloween e per tutte le altre feste comandate. 
Questo perchè la matrice più tipicamente culturale non abita qui. E non fatevi ingannare dai brevi trafiletti a lato di ogni ricetta, che dovrebbero spiegare le origini dei singoli piatti, ma in realtà suonano come tanti slogan propagandistici, di quelli che cominciano con "ecco a voi" e finiscono con "un bell'applauso". 
Martha's American Food è solo un libro di ricette: nè più, nè meno di quelle. Anche le foto, so tutt'altro che "artistiche", nel senso stretto del termine. Sono belle foto di quello che si propone, in cui è il risultato finale che campeggia in primo piano, e non la brocca sbeccata della bisnonna o lo spartito ingiallito sul leggio del pianoforte. 
E' un demerito, questo?
Assolutamente no. Lo sarebbe, se le ricette non riuscissero. Ma siccome riescono tutte, e pure al primo colpo, senza dover ricorrere a preparati in busta, a semi lavorati, a salse pronte, ecco che questa fisionomia così volutamente sbiadita, in partenza, assume via via i contorni ben definiti di un ricettario affidabile, fedele interprete di una tradizione, di cui consegna le chiavi a chi vorrà avventurarsi su queste strade. 
Noi lo abbiamo fatto anche questa volta, con questi risultati

Ale Only Kitchen: New England Clam Chowder e Frittelline di mais e cipolle
Andante con gusto: Buttermilk fried Chicken
Araba Felice: Coconut Cake
Arricciaspiccia: Indian Pudding
La Gaia Celiaca: Caramel Corn Ice Cream
Le Chat Egoiste: Oatmeal Raisin Cookies
Vissi d'arte e di cucina: Torta di ananas rovesciata
L'Apple Pie di Mary Pie: Tamale Pie
Menuturistico: Hamburgers

ciao 
ale

Hamburger
da Martha Stewart, Martha's American Food

DSCF5685

 Ingredienti per 6 panini :
560 gr di reale di manzo macinata 
560 gr di controfiletto macinato 
olio vegetale (dal sapore più neutro possibile, per ungere la griglia e condire) 
sale grosso e pepe macinato di fresco 
6 fettine sottili di formaggio (la ricetta originale prevede lo Sharp Cheddar. Si può sostituire o con l'Edam Olandese o con l'Emmenthaler oppure con il Bitto). 
6 panini per hamburger, tagliati in due 1 cipolla bianca, tagliata a fette di circa mezzo cm l'una 
1/4 di cup (60 ml) di whole grain mustard (è quella che noi chiamiamo Senape all'antica, quella con i semini) 
6 foglie di Boston lettuce (più o meno, è la nostra lattuga) 
1 pomodoro 
1/4 cup di senape (60 ml)
panini per hamburger e hamburger2

Mescolate delicatamente i due tipi di carne tritata, formate 6 polpette piatte dello spessore di 2 cm e 1/2 e mettete in frigo per mezz'ora.
Scaldare il grill a calore medio. Se usate un barbecue a carbone, è pronto quando potete tenere la mano sopra, a una distanza di 10 cm, per 3-4 secondi. Quando il barbecue è pronto, spennellate la griglia con l'olio; cospargete abbondantemente di sale e pepe entrambi i lati delle polpette e fatele cuocere, girandole una sola volta, circa 5 minuti per parte, per una cottura al sangue (Naturalmente se non avete il grill, potrete usare una padella antiaderente . n.d.r.).
Mettete sopra ad ogni hamburger una fetta di formaggio negli ultimi 30 secondi di cottura. Trasferire la carne in un piatto. Nel frattempo, grigliate i panini, con le parti tagliate rivolte verso il basso, per circa mezzo minuto, fino a quando sono leggermente tostati. 
Condite leggermente le fette di cipolla con l'olio e scuotetele, perchè si ricoprano bene. Aggiustate di sale e pepe. Grigliatele, girandole una sola volta, per 2 minuti circa. 
Mescolate i due tipi di senape in una piccola terrina (ovviamente le quantità sia della senape che delle cipolle e di ogni altro ingrediente può variare a seconda dei vostri gusti o preferenze. n.d.r.):   spalmatene un sesto della quantità ottenuta su ogni panino. Disponete poi a strati su metà dei panini la lattuga, le polpette, il pomodoro e la cipolla. 
Chiudete con l'altra metà e servite.
 Nota di Martha : "La ricetta dell'hamburger potrebbe sembrare non particolarmente irresistibile: dopo tutto, i consumi alimentari dei supermercati mostrano che la gente, da costa a costa, si limita a comprare polpette preconfezionate e a lasciarle così come sono. Ma negli anni, dopo aver preparato e grigliato innumerevoli hamburger per il Mertha Stewart Living, ho imparato molto di più che una o due cose per migliorare il livello medio. E anche molti chef hanno accettato la sfida di preparare l'hamburger perfetto, e io ho avuto modo di assaggiare molti dei loro tentativi, in ogni parte del Paese. Nella sola NY City,ho apprezzato i deliziosi hamburger di Daniel Bouloud, allo shake Snack e del venerabile :-) Peter Luger a Brookliyn, dove lo preparano solo per pranzo. In tutte queste esperienze gastronomiche ho imparato quanto sia irrilevante sapere chi e dove abbia inventato l'hamburger: quello che conta è solo l'hamburger " 
Buona giornata a tutti

Dani 

 Ps. La ricetta per i panini originale di Martha la troverete qui, ma lunedì ve ne presenterò un'altra davvero eccellente!

59 commenti :

  1. accidenti che disamina attenta e precisa, dani! sei peggio di un chirurgo ;-)
    mi piace molto questo approccio, scientifico e senza sconti.
    p.s. non vedo l'ora di leggere la ricetta dei tuoi panini per hamburger

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    1. I panini sono stati una sorpresa anche per me: sono quelli fotografati, per inciso e mi hanno davvero soddisfatto. Ovviamnete saranno accompagnati da un po' di storia! Bacioni

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  2. Questo post mi ha aperto un mondo, veramente! Anche io voglio scoprire la cucina degli USA adesso :)

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  3. Grande Dani! Bellissima intro che ho letto con grande piacere e soprattutto questa ricetta che eleva l'hamburger ad un vero e proprio piatto da menu, con una dignità che personalmente non gli attribuivo.
    Bellissime le foto. Un grande abbraccio, Pat

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    1. Per non assumermi onori che non mi spettano, il post è scritto a quattro mani: la intro è di Ale, mie foto e hamburger (direi che mi sono tenuta la parte più gustosa ! :-)))
      Abbraccio grande anche a te

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  4. Buongiorno Daniela, anch'io mi tiro fuori, nel senso che mi confesso assolutamente ignorante per quanto riguarda la cucina americana, non solo, ma l'ho sempre associata al junk food e nient'altro. Mi state facendo scoprire un mondo nuovo, veramente sorprendente questa Martha Stewart. Io ho sempre pensato che la vera cucina è quella che nasce nelle case e che quando si va all'estero è difficile farsi un idea mangiando nei ristoranti e forse per gli Stati Uniti questo discorso vale ancora di più.
    Ciao. Mari

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    1. Mari, penso tu abbia ragione... bisognerebbe vivere la cucina di un luogo, più che provarla in un fast food... in particolare in un paese così piccolo ;-) come gli stati uniti, che ha così grandi variazioni di temperature, usi, origini e direi tempi.
      Buona serata :-)

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  5. È' una scoperta sapere che oltreoceano ci sono ricette di tutti i tipi, ma anche io non conosco molto di questa cucina... Però questi hamburger sono da provare visto che riescono bene e sono squisiti!

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    1. e non sono neppure poi troppo pesanti: tutto è grigliato e quindi leggero e digeribile.....Certo c'è il pane , ma è fatto in casa :-))

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  6. Questo libro è da un po' nella mia lista dei desideri di Amazon...e credo che a novembre lo comprerò! Anzi, non vedo proprio l'ora!!!

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    1. i libri di Martha Stewart ci hanno sempre dato grandi soddisfazioni... Hai mica guardato per caso le sue ricette di biscotti che trovi qui da noi? Da urlo :-)))

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    2. Certo che sì!!!
      Tra l'altro ho già il suo "A tavola in 30 minuti" di cui ho sperimentato con successo varie ricette, non c'è niente da fare...questa qua ci sa fare con i consigli e le ricette!

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  7. Che meraviglia questi Hamburgher ...io sono di ritorno da un viaggio a NYC e non ho difeso così tanto la mia taglia 44/46 anzi....gli Hamburgher fatti in casa poi sono comunque un ameraviglia e poi se uno evita i grassi dati dalle salse alla fine è carne, verdura e pane....:)
    Brava!

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    1. Grazie Romy. Come dicevo a Ombretta poco più su, è tutto grigliato o crudo, quindi.... :-)

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  8. lo sò che sono la solita NP ma io adoro gli hamburger, e ancor più li adoro quando sono simbolo della NON solita America. Perchè gli Hamburger sono "SOLO" McDonald "SOLO" nel resto del mondo, in America l'hamburger è terreno di sfida in cui si cimentano anche ristoranti insospettabili. E a me piace.. mi stupisce però che la Martha non ti faccia preparare in casa anche il panino.

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    1. ti dirò Lara che anche la Stewart dice che ne ha provati un'infinità cucinando nel suo show, ma questo è quello che predilige... Per il panino fatto in casa li ho fatti in casa! solo che non ho usato la ricetta di Martha, che peròò ho lincato a fondo post. Per la ricetta di quelli che vedi in foto devi aspettare fino a lunedì :-)
      Buona serata

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  9. ho dai tempi della mia adolescenza di cuochina-curiosa un volumetto, donatomi verso la fine degli anni 70 da Coop Liguria, sulla cucina degli UsA. E' suddiviso in aree geografico/tematichee ;per ogni ricetta c'è una sorta di storia sull'origine della stessa, unitamente alla rappresentazione grafica degli strumenti utilizzati per realizzarla. Credo sia stata fatta anche una versione "a cura di.." SlowFood, o forse anche si tratta di una pubblicazione edita dallo stesso.Mi pare ricalchi le esigenze di cui parli nel testo di questo post. Apprezzo molto l iniziativa che stai conducendo e attendo con ansia la seconda..puntata.

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    1. sarebbe utile a me quel volumetto con la storia delle origini...

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  10. Io posso dire di conoscerla, perché una parte della famiglia è anglofila (nonché anglica), ma una parte è americana New England (poi trasferita a Princeton, ma sempre East Coast). Per questo vedere gli hamburger così mi ha fatto tanto la prima visita a casa degli zii americani, a dieci anni. Mi pare ancora di sentirli in bocca! :-)

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    1. mi fa piacere suscitare ricordi positivi con una foto :-)))))...

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  11. Io già prima adoravo la cucina americana, ma da quando sono stata negli USA a maggio devo dire che ho imparato ad apprezzare anche tutto ciò che mi sembrava poco salutare (vedi hamburger o, ancora meglio, cheeseburger) e devo dire che ora, almeno una volta alla settimana, il pranzo con un bel cheeseburger casalingo non me lo toglie nessuno!
    Non vedo l'ora di leggere la tua ricetta per i panini lunedì!
    Un bacione, GG

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    1. cercherò di essere all'altezza delle tue aspettative GG!!
      A presto e un bacione anche a te :-)

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  12. E io che ho pensato sempre e solo all'hamburger come una polpetta schiacciata!!! ;)

    Bellissimo post, Daniela e questo giro dello Starboocks quasi mi sta convincendo a provare la cucina statunitense, quasi... ;)

    ciao loredana

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    1. ahahahah Loredana, abbiamo ampliato i tuoi orizzonti polpettici allora! Scherzi a parte fatto così è di una leggerezza e di un gusto che conquista... Direi anche eccellente per invitare a mangiare la carne anche da parte dei più riottosi, dal momento che il tipo e la qualità della carne la scegli tu ... :-)
      Ciao e buona giornata

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  13. Anche io la prima volta che sono andata negli USA mi aspettavo una dieta a base di hamburger e patatine, e mi sono dovuta ricredere sul posto!
    Ci sono tornata una seconda volta, ma allora ero già più preparata. Martha con questo libro mi sta sorprendendo ancora, con una cucina gustosa e niente affatto complicata: la mancanza di "effetti speciali" è sicuramente un pregio.

    Temo però di non essere d'accordo su una cosa: mettere gli hamburger in frigo per mezz'ora prima di cuocerli. La carne va tolta dal frigo mezz'ora prima della cottura, altrimenti tende a cedere tutti i liquidi di colpo (Gualtiero Marchesi docet ^_^). Ma questa pecca alla Martha la possiamo perdonare: dopo tutto lei è Americana, e gli Americani mangiano solo hamburger e patatine, no? :-D

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    1. ;-))))))) Ti confesso che per essere più rapida io li ho cotti direttamente, quindi si vede che il mio animo è molto vicino a Gualtiero, anche se la sua interpretazione dell'hamburger per una nota catena di fast food non mi ha affascinato molto per la verità :-))!

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  14. l'hamburgher casalingo è troppo sfizioso e convincerebbe anche il più snob dei foodies!

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  15. come non essere d'accordo con martha stewart, fare hamburgher sembra banale ma non lo è, l'hamburgher fa male a chi non lo sa cucinare, preparato cosi è tutto un altra cosa

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    1. Hai perfettamente ragione : senza eccessi è leggero e saporito...

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  16. Ho letto il vostro post stamattina con particolare felicita', grazie! E bellissimo vedere la cucina americana presentata come avete fatto qui (e anche tutte le altre partecipanti dello stabooks! Love you guys!!

    Mi ha fatto anche ricordare di un'estate in cui passammo le vacanze proprio in Italia (l'anno della Sardenaira) e capito' che per vari motivi ci trovassimo li' per il 4 di Luglio. La nostalgia ebbe il sopravvento e per celebrare L'Indipendenza pranzammo nell'unico angolo "d'America" disponibile, un McDonalds, cosa che non avremmo fatto mai se fossimo stati qui.

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    1. :-))) mi è piaciuta la tua idea del mai "fatto se fossimo stati qui". :-) Grazie del tuo apprezzamento, Anna e buona giornata!

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  17. Oh Dani!!! Ma che bello!!! Anche tu hai vissuto negli Stati Uniti?! Che invidia! Sapevo della Ale, ma non di te! Beata!
    Anche io di geografia non me ne intendo molto e devo dire che questo libro mi ha chiarito un po' le idee :)!
    L'hamburger deve essere una vera goduria...Bravissima e le foto mi piacciono un sacco :)!
    Un bacione

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    1. Ciao Ema! No, ni, no, frena l'invidia ;-), niente vita a stelle e strisce per me e , per quanto ne so, neppure per Ale.... Per lei qualche parentesi inglese però :-))! Grazie comunque per i complimenti per le foto... sono molto sensibile in materia!!! :-)))
      Bacione anche a te

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    2. 6 mesi a NY, per lavoro. Più altre puntate, qua e là, negli anni.
      potete pure scatenare l'invidia :-)))

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    3. perbacco me me ero scordata! Invidia a metà allora :-)

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  18. Io posso alzarla la mano!! Anzi, le alzo tutte e due!! Ho girato gli USA in largo in lungo, molto spesso ospite di amici o parenti e quindi ho avuto modo di gustare la cucina casalinga. Di ritorno dal primo viaggio, mi sono ritrovata piu' di una volta a difendere gli americani da pregiudizi e stereotipi che, molto spesso, riguardano anche la loro cucina, poi mi sono stufata...Mia cognata, conoscendo la mia passione per il cibo americano, mi regalo' qualcosa come 12 anni fa, un librone dal titolo "Stati Uniti una scoperta gastronomica" 512 pagine. Anche questo suddiviso per aree geografiche, ma lascia molto spazio alla storia di come certi piatti siano diventati tipici di una zona specifica, ai prodotti locali, alle tradizioni, mentre di ricette ce ne sono poche, solo le piu' rappresentative. Gli home-made hamburgers sono un must a casa nostra, insieme ai pancakes, ai brakfasts e alle cene a base di polpettone e mashed potatoes ... Ok, la faccio finita...Mi limito a rinnovarvi il mio grazie per lo Starbooks di questo mese.

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    1. Roberta anche il tuo librone sarebbe di grande utilità, con la mia passione per la storia dei piatti! Siamo davvero contente, comunque, di aver soddisfatto la tua passione e aver appoggiato le tue tesi :-))
      A presto

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  19. leggere post come questi ,precisi, attenti, esaustivi è una delizia. guardare le foto di questi hamburger fantastici poi....è una goduria!!! complimenti, come sempre! un grande abbraccio

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    1. grazie ragazza!!!!! abbraccio ricambiato con gli interessi!

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  20. Che bello questo post a quattro mani... ;-)
    Con il libro di Martha mi si sta aprendo un mondo sulla cucina american, che conosco poco. Gli hamburger sono un must in casa mia, pane compreso... E' tutta un'altra storia prepararseli in casa... Quando preparo i panini, ne congelo sempre un pò perchè si conservano benissimo, e sono curiosa di vedre la ricetta di lunedì :-)))

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    1. Anche io ne ho congelati 3 o 4 ... non so quanto dureranno prima che qualcuno senta l'esigenza assoluta di mangiarne uno!!!!!!

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  21. Non posso dire di conoscere la cultura gastronomica USA, ma ho fatto almeno 2 viaggi di lavoro di 20 giorni all'anno negli USA per 10 anni. Ci ho fatto il secondo viaggio di nozze e altre 2 vacanze. Ho sempre mangiato BENISSIMO. Anche nelle zone industriali del New Jersey, che in confronto Gallarate sembra Parigi. Ho mangiato in bettole, ottimi ristoranti, a casa di mamme di colleghe.Sempre molto bene. Ho avuto un intenso scambio di email con una collega di Norfolk (VA)la prima parte della mail era di lavoro. Il Post Scriptum una ricetta. Devo perà confessare che non ho mai fatto un dolce americano perchè le misure mi irritano. Amo visceralmente il sistema metrico decimale odio piedi, yarde, once e galloni. Comprerò questo libro e sfogliandolo con la tabella di conversione alla mano cambierò i pesi.

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    1. Sivia, il tuo commento sul New Jersey mi ha fatto ridere di cuore. Non sono mai stata a Gallarate--nemmeno a Parigi veramente, ma sospetto che tu sia stata nella citta' chiamata Elizabeth, NJ?

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    2. Silvia anche io apprezzo oltremisura l'asse new jersey-gallarate-parigi!!!
      se vuoi i suggerisco un sito eccellente per le conversioni... :-)
      Abbraccio super
      Dani

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    3. Anna, forse si, non ricordo bene. Nel mio primo viaggio ho dormito in 19 alberghi diversi in 23 giorni. Puoi immaginare che ricordo solo i posti o molto belli o molto brutti...
      Per darti un idea di Gallarate, ha 50000 abitanti circa è in provincia di Varese e la chiamavano la città delle 100 ciminiere. Ah dimenticavo tanta tanta nebbia...
      Daniela apprezzeri il link grazie...

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    4. daniiiiii help!!! a me serve quel sito!!!!!
      i tuoi hamburger sono sublimi e il collage delle foto mi piace tantissimo :)))

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    5. http://www.dianasdesserts.com/index.cfm/fuseaction/tools.measures/Measures.cfm eccovi accontentate!!!!
      Baci ragazze ad entrambe!

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  22. Sino a quando non sono arrivato ai commenti..ero certo di essere affetto da disambiguazione autorale che lentamente bruciava le poche sinapsi ancora attive...
    Sono certo che a scrivere è la Ale...ma qui dice Daniela...stanno giocando alle gemello o mi sono solo giocato la lucidità per sempre?!...
    Poi finalmente l'epilogo che mi ha riappacificato con le mie incartapecorite capacità mentali, talmente sfinite che non hanno la forza di poter dire niente contro la Martha! :P ahahahhha
    Insomma bontà indotta e non naturale...e non da meno un hamburgher lo mangerei volentieri adesso ma non della Stewart, solo se è targato MT!! :DDDDD
    PS
    Ve possino ad entrambe! :P

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    1. Ma se siamo delle creature a dir poco meravigliose!!! :-))))) Certo che mangerai cose solo cose targate MT... cosi l'omonima sarà serena perchè tu sfogherai la tua parte più inquietante con noi ;-D, nella critica estrema!
      Baci gigantesca

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  23. Infatti la cucina americana non è solo quella spazzatura che ci vogliono far credere i suoi detrattori...e aspetto anche io i tuoi panini ;-)

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    Risposte
    1. Bene... sono contenta di aver suscitato la tua curiosità :-)))) Un super abbraccio

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  24. Mi piace molto la tua analisi: lucida e pragmatica. Le ricette di Martha riescono. Sempre. Questo è ciò che conta. Questi panini sono splendidi, altro che junk food :)

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  25. Grazie per questa attentissima analisi, e per la ricetta:-) Corro a comprare il libro, io, da amante della cucina americana (soprattutto dolciaria) quale sono, ahimè!

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    1. Hai un nick troppo carino "Cannella impazzita"! grazie a te e buona serata

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  26. Io son da sempre un bastian contrario e quindi quando tutti mi dicevano che in America si mangiano solo patatine e Coca Cola, ho deciso che dovevo dimostrare il contrario. E ho scoperto un sacco di ricette buonissime, certo, diverse dal nostro concetto di cucina ma in fondo che male c'è?
    Da diverso tempo io e il mio ragazzo ci facciamo delle scorpacciate di hamburger casalinghi, complice i pochi soldi che abbiamo in tasca, che non ci consentono di fare grandi uscite. Devo dire che sono buonissimi e oltretutto si possono personalizzare secondo i propri gusti. A noi nella carne piace aggiungere un po' di aglio in polvere o in pasta, sale, pepe e paprika.
    I panini li hai fatti tu? Hai già messo la ricetta? baci

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    Risposte
    1. Si li ho fatti io e la ricetta la metterò lunedì! Trovo che tu abbia ragione : ben preparati e leggeri negli ingredienti sono davvero una goduria ottima!
      Baci anche a te

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