"La Nuova", si è battezzata- e Francesca la Nuova ormai è per noi e ci auguriamo che lo sarà per tutti, visto che è la sua prima volta all'MTC, ma tanto lei quanto noi desideriamo che sia solo l'inaugurazione di una lunga serie di partecipazioni. Non sappiamo quanto di autobiografico ci sia, nella storia che precede le sue ricette, ma se anche avesse tratto slo l'ispirazione da ambienti e situazioni reali, ne avremmo a sufficienza per poter essere contenti: una casa dove "il cibo è una cosa seria" e una cucina che è condivisione e atto di altruismo. Il che è perfetto, sia per questa sfida, sia per tutto il nostro gioco: cosa poter chiedere di più?
A domani, coi premi e.....
E....
E........
IL
mio primo MT Challenge:
Il
Pane dolce del Sabato di Francesca,la nuova...ovvero...La rivincita
della pecora nera
La
pecora nera doveva questo suo simpatico appellativo ad una
particolarità che la distingueva da tutti i membri della sua
famiglia d'origine: la pecora nera non amava il pane dolce.
Di
per sé la cosa potrebbe non sembrare così importante ma,
attenzione, in casa della pecora in questione il cibo era una cosa
seria e quello che si cucinava e si mangiava non era mai solo cibo ma
piacere, gioia,tradizione,amore e ricerca e nello specifico caso del
pane dolce, ogni tipo di pane dolce, in quella famiglia non c'era
spazio per i dubbi, il pane dolce era una vera e propria delizia!
Il
pane dolce era nei cuori di tutti.
Di
tutti tranne, appunto, che in quello della pecora nera.
A
niente nel corso degli anni erano serviti gli innumerevoli tentativi
di convincerla del contrario da parte della madre e del padre, a
niente aveva portato l' amorevole sfilza di nuove forme e fogge di
quel benedetto lievitato, con delusione dovettero constatare che non
lo voleva nemmeno sottoforma di schiacciata.
La
pecora nera era irremovibile: lei il pane dolce non lo mangiava.
Non
è che lo odiasse ma non le piaceva.
Persino
il quarto elemento della famiglia, il fratello minore della pecora
nera che certo era il meno brillante e appassionato tra i quattro in
fatto di cucina, continuava a ripeterle che era davvero buonissimo e
tanto meglio per lui così ne mangiava di più.
La
pecora nera crebbe sana e forte, coltivando la passione per il cibo e
la cucina che aveva sempre respirato in quella casa e innamorandosi
di qualcuno per cui questi argomenti erano altrettanto importanti e
con cui era un vero piacere condividerli.
Questo
qualcuno in questione, però, condivideva con lei anche
qualcos'altro...non amava il pane dolce.
Nella
famiglia della pecora nera si urlò al complotto per un po' tra
delusione e incredulità generale, ma il padre della pecora nera era
davvero un brav'uomo, amava molto sua figlia e il pecorone nero gli
piaceva perciò la crisi grazie all'amore fu presto superata; tutti
vivevano felici e per il bene di tutti non si parlò più di pane
dolce.
Non
si parlò più di pane dolce finchè un bel giorno la pecora nera
decise che avrebbe messo in gioco se stesa e il suo amore per la
cucina prendendo parte ad una sfida culinaria in cui si era imbattuta
nel suo girovagare; quando aveva preso questa decisine, la poverina,
non sapeva ancora cosa avrebbe dovuto cucinare ma qualche giorno dopo
scoprì che le coincidenze non esistono e il piatto era un pane
dolce, e non un pane dolce come tanti ma un pane dolce speciale, con
una sua natura sacrale, carico di significati e valori che la pecora
nera, neanche a dirlo, non conosceva.
Di
arrendersi non se ne parlava e la pecora nera decise che dove non
poteva arrivare lei sarebbe arrivata la storia, e così iniziò a
pensare a quel pane dolce come a un qualcosa da scoprire, come ad una
porta che se aperta l' avrebbe portata a conoscere una realtà
diversa dalla sua, una cultura affascinante, una religione da
capire...la pecora nera non amava il pane dolce ma le storie le
amava, eccome.
Fatti
i compitini ed appassionatasi all' argomento la pecora nera trovò
quel che cercava, una storia nella storia: la storia di persone che
non conosceva racchiusa in un pane, la storia di un pane da fare
anche un po' suo.
La
pecora nera preparò con amore e devozione pani dolci a sfare ed
invitò tutta la famiglia ad assaggiarli, a condividerli insieme, a
dire la loro sull' impasto e sui ripieni e capì da subito che
qualcosa era cambiato; loro adoravano il suo pane dolce, loro lo
divoravano felicissimi, tutti, compreso il pecorone, e finalmente si
sarebbe potuto riparlare di pane dolce in quella casa.
Finisce
così la storia della pecora nera, con una ricetta che convinse la
stessa che anche lei, a modo suo, amava il pane dolce...non amava
mangiarlo, ma ora amava da impazzire cucinarlo per gli altri.
PS.
Questo è il mio primo MT Challenge e vorrei davvero ringraziarvi per
avermi permesso di partecipare, mi sono divertita tanto davvero.
In
particolare vorrei ringraziare Eleonora per avermi dato la
possibilità di CONOSCERE.
GRAZIE
A TUTTI.
Ricetta
pane dolce del Sabato all' Uva fragola e cannella e Pane dolce del
Sabato alle Pesche sciroppate e granella di nocciole
Per
l 'impasto ho seguito in tutto e per tutto le indicazioni di
Eleonora.
Per
l'impasto delle due trecce:
500
gr di farina 0
2
uova grandi
medie (circa 60-62 gr
con il guscio)
100
gr di zucchero
20 gr
di lievito di birra
125
ml di acqua tiepida
125
ml di olio extra vergine d'oliva
10 gr
di sale
un
tuorlo d'uovo per spennellare
semi
di sesamo
semi
di papavero
per il
primo ripieno:
3
ciocchedi uva fragola
60 gr
di zucchero semolato
scorza
fine di un limone
3
cucchiaini di cannella
per il
secondo ripieno:
tre
pesche sciroppate
40 gr
granella di nocciole tostate
3
cucchiaini di zucchero di canna
Prima di
tutto e importantissimo, setacciare la farina.
Sciogliere
il lievito nell'acqua tiepida insieme a un cucchiaino di zucchero e
far riposare una decina di minuti fino a far formare una schiuma.
Mischiare la farina, il sale e lo zucchero e versarci il lievito e
cominciare ad impastare, versare poi l'olio e per ultimo le uova, uno
ad uno, fino alla loro incorporazione. Lavorare fino a che l'impasto
si stacchi perfettamente dalla ciotola, lasciandola pulita.
Ho
impastato prima qualche minuto con la planetaria e poi ho finito di
impastare a
mano
sulla spianatoia dove ho coperto l'impasto e l'ho fatto lievitare
circa 3 ore.
Poi ho
ripreso l'impasto,l'ho sgonfiato, diviso in due parti e diviso
ciascuna di queste
in tre.
Ho steso queste in strisce lunghe 30/35 cm e larghe 10ca.
Poi ho
riempito le tre strisce del primo pane con chicchi di uva fragola,
che avevo
precedentemente
ricoperto con zucchero semolato fine, cannella in polvere e scorza di
limone.
Ho
arrotolato ciascuna striscia in modo da chiuderla su se stessa ed ho
formato la treccia del primo pane.
Per il
secondo ho steso sulle strisce granella di nocciole e pesche
sciroppate tagliate
a dadini
piccoli(grandi non hanno la stessa resa), ho aggiunto ancora granella
di
nocciole
e poco zucchero di canna, le ho chiuse come sopra e ho formato la
seconda
treccia
di pane.
Ho
disposto i pani su una teglia da forno rivestita di cartaforno e li
ho fatti
lievitare
nuovamente per circa due ore, trascorso questo tempo li ho
spennellati con il
tuorlo
di un uovo e un cucchiaio di acqua, ho sparso sul pane ripieno d'uva
i semi di
papavero
e sul pane alle pesche sciroppate semi di sesamo.
Ho
preriscaldato il forno a 220° ed infornato le due trecce per 20
minuti esatti.
sibilizzarli
ed iniziarli ad apprezzare l’arte, e stimolare la loro creatività
e il loro espressivo per poter condividere le proprie esperienze con
il mondo, e così, attraverso la scelta di un frammento di realtà,
mostrare la propria visione lasciando che questa possa perdurare nel
tempo.
Nel laboratorio bambini e ragazzi capiranno come raccontare
le loro storie, le loro percezioni ed esperienze mediante l’uso
delle immagini.
Quando cucinare significa condividere, regalare un pò di sè stessi e non solo riempirsi la panza.. adoro le storie, specie quelle a lieto fine!
RispondiEliminaFrancesca le tue trecce sono speciali!!
Bravissima!!
Francy
ben arrivata francesca all'mtc e pani favolosi su tutti in coda....^:^
RispondiEliminaMa sai che potrebbe essere una bella storiella da pubblicare?
RispondiEliminaDi quelle con una morale, anche se di per se è semplice.
Per me è ovviamente un pane perfetto, visto che adoro la cannella, le nocciole ed i semi di papavero.
Bella da vedere e sicuramente buona da mangiare!
Complimenti a Francesca e grazie Alessandra per avercela fatta conoscere!
Buona giornata...
Alice
http://operazionefrittomisto.blogspot.it/
In quanti modi si può dire grazie???
RispondiEliminaFacciamo così : GRAZIE!
Che bel post e che nei pani! Benvenuta!!!
RispondiEliminaben arrivata :)
RispondiEliminaI pani mi piacciono molto e la storia ancora di più :)