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martedì 20 novembre 2012

MTMag- Cookbooks e dintorni

mtmagprova




Gabrielle Hamilton, Sangue, Ossa, Burro







Appena torna a New York, nel suo incessante peregrinare per le tavole di tutto il mondo, lui corre a sfamarsi nel suo ristorante. E lei gli prepara tutto quello che sa che gli piace, dai ravanelli col burro al midollo al forno, incurante delle lancette dell'orologio che segnano le ore del riposo e della stanchezza di chi ai fornelli ci passa la vita per davvero, tutti i giorni, da decenni. Lui è Anthony Bourdain, lei è Gabrielle Hamilton e questo è il suo primo libro, che si presenta sin dal titolo come la versione in rosa di Kitchen Confidential: un'altra autobiografia che si intreccia col dietro le quinte granguignolesco delle cucine, scritta con le tinte vivide di chi col cibo ha un rapporto carnale, ancor prima che fisico, sensuale ancor prima che sensibile- e se aveste dei dubbi, basterà il titolo, a fugarveli tutti. Ultimissima annotazione, al volo: la penna, è strepitosa. E' un'altra che, messi da parte i coltelli, si siede alla scrivania e scrive articoli per il The New Yorker (Kitchen confidential nacque proprio da lì, da un articolo di Bourdain che gettò scompiglio nel mondo dei gastrofighetti), The New York Times, GQ, Saveur e altra robetta da niente, insomma. Aggiungiamoci che le sue esperienze gastronomiche l'hanno portata nelle migliori cucine del mondo (quella francese, ovviamente- ma di quella greca e di quella turca, vogliamo parlarne?) e il primo titolo per la letterina di Babbo Natale è bello che pronto. 
Tanto vale, passar subito al secondo


Deb Perelman, The Smitten Kitchen Cookbook
Katie Quinn Davies, Recipes and Other Bits & Pieces


Se vi state chiedendo com'è che da qualche tempo sui food blog italiani appaiono foto con sfondi scuri e porcellane vintage, non allarmatevi: nessuna veglia funebre all'orizzionte, nessun de profundis per i nostri flash: stiamo solo selvaggiamente copiando ispirandoci alle foto delle due food stylist attualmente più gettonate, Del Perelman, di Smitten Kitchen, e soprattutto Katie Quinn Davies, di What Katie Ate, autrice del libro cult di questo autunno, pubblicato da subito in doppia edizione, per il mercato australiano e per il resto del mondo ed ora già tradotto in francese, con una rapidità a dir poco fulminea. Alla Perelman riconosciamo il diritto di primogenitura, alla Quinn Davies la puntuale capacità di fare parecchi passi avanti in questa strada. Due grandi limiti: il primo, comune a molte food blogger di oltreoceano (oggi sono in modalità "premio bontà") è che il cibo e tutto quello che gli sta attorno è funzionale all'immagine. Non cercate ricette elaborate nè spiegate con chissà quale profusione di dettagli perchè ciò che detta legge, in questo tipo di pubblicazioni, è la grafica- e solo quella. Il secondo- ed è un parere tutto personale- è che entrambe sono un po' "ferme lì": fan bene a sfruttare il momento e godersi l'attimo, ma mi piacerebbe vedere qualche set nuovo, qualche luce diversa, qualche emozione carpita con tecniche un po' meno obsolete di quelle a cui ormai siamo abituati. Per carità, è uno stile: ma i grandi fotografi se li portano dietro, certi inconfondibili tratti, al di là degli oggetti, delle luci, delle ambientazioni. Staremo a vedere...


Philippe Conticini, Thierry Teyssier, Patisserie des Reves
Cristophe Michalak, Le Gateau de Mes Reves
AA.VV, Best of Philippe Conticini

Più volte, su questo blog, si è lodata la sana abitudine degli editori francesi di proporre libri di qualità a prezzi abbordabili: che in certi casi significa "bassi", in certi altri significa semplicemente "ragionevoli", perchè è evidente che se hai a che fare con autori di grido e con pubblicazioni gioco forza costose non puoi scendere al di sotto di una certa cifra. Ma neanche sparare alto, come si fa da noi, meno che mai per delle cavolate. E' il caso di queste ultime uscite, a firma di due immensi maestri dell'arte della pasticceria, Philippe Conticini e Christophe Michalak, che escono con due libri dal titolo molto simile: "Patisserie des Reves" è il nome del locale aperto dal primo a Parigi, ormai universalmente ritenuto la migliore pasticceria della città (e quindi - azzardo- del mondo, considerato che in questo campo i Francesi non li batte nessuno, ahimè); il secondo, forse, gioca un po' sporco, richiamando nel titolo quel "reves" che ormai è associato al primo, ma pazienza: a Michalak perdono tutto, considerato anche che son mesi che popola i miei sogni- e basta dare un'occhiata alla copertina, per capire il perchè. In ogni caso, stiamo parlando di due libri di assoluto rispetto, di quelli da "una volta è per sempre", che trasformano un semplice acquisto in un investimento duraturo e che costano, rispettivamente, 28,45 euro e 18,91 euro. Praticamente, come comprare un Parodi- Clerici da noi. E se poi non foste sazi di cotante meraviglie, esiste la collana del "The Best Of" , dedicata ai grandi della cucina francese: finora sono sfilati Hermé, Robuchon, Bocuse, Haeberlin (cito a memoria, e dimentico qualcuno di sicuro), ora tocca a Conticini. Il tutto, per 11,50 euro. Roba da farci più di un pensierino...



AA.VV. Fait Maison- Noel
AA. VV. Patisserie



altra novità tutta francese sono i mini libri, venduti al prezzo di uno: operazione tutta natalizia la prima, con i 4 libri di Fait Maison, una collana tutta ispirata alle produzioni casalinghe, centrati sulla cucina delle prossime feste, per tutte le stagioni, invece, la seconda, che racchiude in un unico cofanetto nove piccole monografie sui grandi protagonisti della pasticceria. L'aspetto più interessante, ancora una volta, è il prezzo: 10 euro il primo, 15 il secondo (e su amazon li trovate con lo sconto). Il tutto per prodotti di assoluto rispetto, sia dal punto di vista dei contenuti che da quello dei contenitori: le opere d'arte non abitano qui, ovvio, ma chi ha detto che le buone idee debbano esserlo per forza?

Sul fronte britannico, nessuna novità- o meglio: ce le teniamo per lo Starbooks ;-)- ma una trilogia, assolutamente degna di nota

Il più riuscito è il titolo centrale, con quelle "50 shades of Gravy" che riecheggiano molto da vicino le ben più fortunate "50 shades of Gray" che hanno infuocato gli animi delle lettrici, quest'estate, ben più delle caldane della menopausa. Gli Inglesi non si smentiscono mai, e rispondono con una trilogia che è tutta un programma, a cominciare dai soggetti in copertina. Avessi denaro da buttar via, li comprerei tutti e tre, solo per rendere omaggio a chi non ha perso la voglia di prendersi in giro: il che è cosa rara, di questi tempi- e nel mondo del cibo, ancora di più.

Un'ultima chicca, al volo, per chi, come me, ancora si ostina a cercar libri che parlino di cucina e lo facciano in modo competente, approfondito, affidabile: il 28 novembre, per i tipi della Orme Editore, uscirà la monografia sulla cucina del Piemonte, a firma di Giovanni Goria, che della tradizione gastronomica piemontese è l'iduscusso cantore. Difficilmente verrà segnalato sui siti che contano, ma sarebbe davvero un peccato perderselo.
buona giornata
ale

51 commenti :

  1. Ale grazie per questo post! Uno, perché come sempre adoro leggerti, due perché quest'anno a Babbo Natale voglio proprio chiedere dei libri e non so ancora bene quali, tre perché Sangue, ossa, burro e quello di Katie sono tra i possibili acquisti da mettere sotto l'albero. Mi appunto anche gli altri e ci penso su :)
    :*

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    1. Ce ne sarebbero ancora molti: è che son sempre di corsa e mi son dovuta contenere...:-)

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  2. Chapeau.
    Esco. Corro a comprare il libro della Hamilton.
    Grazie.
    Buona giornata.
    Sabrina

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  3. Le foto con sfondi scuri...le ho notate subito e te l'ho detto un bel pò di tempo fà ricordi...un animale sul piano dell'estetica ma i dettagli solitamente non mi sfuggono così come nn mi sfugge il fatto che Philippe Conticini farei anche una eccezione comprando il libro se non fosse che il francese proprio non lo mastico...e non mi va di pagare per qualcosa che devo anche interpretare...la mia ignoranza mi ostacola troppo! :P ehehehehe PS Ancora mi sto godendo il libro di Vefa...quelle si che sono foto senza fronzoli, senza candelabri, senza il nonno morto sullo sfondo, con le pentole macchiate come avviene sui fornelli e non con l'aerografo, con le torte vere e non con le cagatine di zucchero artificiali, con il pesce battuto sul marmo e non propinato con origami di verdura, con colori reali e non con i chiaroscuri di Michelangelo...non continuo perchè altrimenti divento tedioso! :P ahahahahahhaa
    PS
    Ottima questa rubrica ed anche una ritrovata Raravis nello stile e non vorrei correre troppo se dicessi anche nello spirito...

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    1. il nonno morto sullo sfondo diventerà l'etichetta per catalogare le foto col fondo scuro, sappilo. E ovviamente, dirò che è tutta colpa tua :-)
      "ritrovata" è la parola esatta, ma da intendersi più come un augurio, per quei poveretti che mi aspettano da non so quanto :-)

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    2. ah! l'hai comprato? bene bene bene!!!!

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    3. Il nonno morto. Sono io che sto morendo dalle risate.
      Non riuscirò mai più a guardare una foto col fondo scuro!!!!

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    4. l'ho linkato su FB. Il nonno morto, intendo... ridooooooooooooooooooo

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  4. ti dico solo questo: bourdain è l'unico che riesce a riappacificarmi con il genere di autori di libri di ricette. il libro è già nella lettera che parte per il polo nord, cui vorrei aggiungere anche uno di cucina ligure della quale improvvisamente mi sono resa conto di non sapere nulla. hai un suggerimento?
    irene

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    1. Bellissimo è il libro di Rossi sulla cucina tabarchina, che pur affrontando l'argomento da una prospettiva diversa- di scambi- fa un trattato perfetto della cucina ligure. Partirei da quello, perchè considerate le nostre zone d'origine avere un approccio più ampio, di confronto e di incontro, potrebbe essere un bel punto di partenza...

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    2. grazie ale. lo cercherò. della cucina tabarchina conosco i canestrelli tabarchini di carloforte che ho mangiato abbondantemente in loco.

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    3. Questo non me lo lascio scappare!Mi ha sempre colpito,nella zona di Carloforte,l'influenza genovese ed e' tempo di scoprire qualcosa di piu' al riguardo.Quest'estate ho avuto una crisi esistenziale riguardo ai canestrelli carlofortini.Le ricette in rete sono totalmente inaffidabili..
      Grazie.

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    4. E' un grandissimo libro. Un po' caro (sui 25 euro, mi pare), ma merita tutto, dalla prima all'ultima virgola.
      sull'inaffidabilità della rete, sfondi una teoria di porte aperte- per non parlare dell'assenza di criticità di chi ne fruisce: possibile che sia sempre tutto "bellissimo-buonissimo- favolosissimo2, allo stesso modo?????

      A Carloforte si parla zeneize- e l'accento dei Carlofortini è vicinissmo alla nostra còcina ;-)
      ti cerco la ricetta dei canestrelli e vediamo cosa trovo: ma sappi che da noi, paese che vai , ricetta che trovi. L'assurdo è che la paternità viene rivendicata da un paesino delizioso, nell'entroterra genovese, Torriglia. Il paese dopo- Montebruno- già li fa con una ricetta diversa :-)))

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  5. Visto che sono a parigi e che stamattina vado in un bel supermercatone modello francese, vedro'di fare qualche acquisto di carta... Ah dimenticavo: sono stata da Herme ma solo per vedere la vetrina. Mi rifiuto di pagare una pralina 1,95 euri...

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    1. COME, SEI A PARIGI... e me lo dic cosi??????
      Vai da Conticini... e vediamo se resisti, dai!!!

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    2. Ho resistito, più caro che Herme

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  6. grazie, quante belle cosine.....la trilogia è strepitosa, mancano 50 SFUMATURE D'AZZURRO ;-))ma non sarebbe più una trilogia...

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  7. Belle idee per la letterina.
    ...e "50 shades of Gravy" è veramente geniale

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  8. io mi sto pentendo amaramente di aver studiato inglese a scuola e di averlo approfondito sia a Londra che, per circa 45 gg, a Cleaveland negli USA ma di non conoscere affatto il francese. Non solo perchè, a giorni, farò la mia prima visita parigina e non capirò assolutamente cosa mi offriranno i menù, ma anche perchè, in qualità di food blogger, ne ho un danno pazzesco....

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    1. ma io mica lo so, il francese.. quello che mi serve l'ho imparato sui libri di cucina.. e nei ristoranti, vado sempre alla grande! son l'unica che sa riconoscere tutti i tagli di carne, tutti i tipi di pesce etc etc :-))))

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  9. Grazie per averci segnalato questi libri, su tutti starei con il primo, perchè mi piacciono da morire le storie vere legate al mondo della cucina e in questo caso scoprire il passato della Hamilton per capire da dove è partita per arrivare ad essere quella che è, con il successo di Prune e tutto il resto.
    Ho letto che di Blood, Bones & Butter ne faranno un film con Gwyneth Paltrow, sarà forse meno affascinante ma più immediato che leggersi il libro e, non so perchè, son sicura che sarà molto molto meglio di Julie&Julia!

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    1. lei ha un che della Paltrow, in effetti.. molto più sbattuta e più vecchia, ma come interprete è ben scelta. Sul resto, sfondi non una, ma mille porte aperte, qui sopra :-)

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  10. La monografia sulla cucina del Piemonte non me la voglio proprio perdere!
    "50 shades of Gravy" è geniale.
    Mi ha incuriosito molto il "Sangue, ossa e burro", già il titolo è fantastico.
    Vabbè dai...la letterina per Babbo Natale si sta allungando pericolosamente...

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  11. Il libro della Hamilton mi sconfinfera e parecchio perché anche io sono stata una delle innamorate di Kitchen Confidential e mentre lo leggevo, mi chiedevo cosa cavolo ci facesse Bourdain in cucina se era in grado di tenermi appiccicata a quelle pagine senza fare troppa fatica.
    Hai sempre delle dritte pazzesche. Ma che sei, un cane da tartufi?
    Un abbraccio grandissimo come sempre. Pat

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    1. cane da tartufi mi mancava, ma è azzeccatissimo, in libreria :-)

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    2. Patty, ho già capito. Con te ci litigherei per Bourdain (letto tutto) e con la Ale per Archie Goodwin (fattelo spiegare da lei).

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    3. con me, puoi anche litigare per Bourdain... mica mi formalizzo :-))))))
      e comunque, se michalak è libero, mi accontento ;-)

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  12. Sigh..un po' li conoscevo un po' (tipo la devies..che condiziona i miei sfondi :DDD) li sognoad aocchi aperti..ma ora come faccio con tutti gli altri??? mi farai andare sul lastrico, lo so!!sigh...

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    1. te la dico tutta? io i libri delle 2 foodblogger non li ho, in lista. Perchè per quello che posso imparare e che mi può servire per MT mi bastano le foto dei loro blog. Invece, comprerò sicuramente il libro della Hamilton, i due di Conticini e quello di Michalak... ci vediamo sul lastrico, mia sa :-)

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  13. Ohhh voglio il libro della Hamilton, grazie mille per la dritta! Ma come farei senza di voi?

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  14. Ciao Cara.
    Che bel post!! Complimenti.
    Vado matta per i libri di cucina... E sono rimasta curiosa per vedere queste indicazioni di libri.
    Lo sfondo nero sui blog, non mi piace per niente... Non si riesce a leggere bene...
    Ma gusti sono gusti...
    Un abbraccio.
    Thais

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    1. hai letto il commento di Gambetto? "con lo sfondo nero, cerchi il nonno morto" :-)))))

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  15. eh no cara ale, non vale ! perchè tu mi tenti tre volte tanto, molto più della "storica" fiesta!!:-) il concetto di "nonno morto" mi fa impazzire e...condivido!! michalak , piace pure a me (e avevi dubbi?) : ho già un paio di suoi libri nella wish list- trovo deliziosi i librini-raccolta francesi e che dire della trologia inglese??? troppo simpatica!!!:-) ti hanno dato del cane da tartufo e io aggiungo: the "kitchenbook"'s hunter :-)

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  16. due nuovi libri da aggiungere alla mia collezione macchiata d'unto di libri di cucina, grazie!

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    1. ma dicci quali!!! non puoi mica lasciarci così, in sospeso...
      ti dico quelli che vorrei io
      la Hamilton (e se ho tempo, lo recupero già oggi)
      e i tre di pasticceria francese - Conticini, The Best of e Michalak.
      E poi dò la caccia al libro di goria
      sugli altri, passo.
      Per le food blogger, perchè per quel poco che so fare con la macchina fotografica e quel niente che serve a questo blog, mi bastano i loro blog, per trovare ispirazione.
      Per gli altri titoli, ne ho di simili a quintalate, in libreria- e neanche macchiati di unto, pensa tu che spreco :-)

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  17. Non per togliere il merito alle autrici sopraccitate ma gli sfondi scuri in Francia si vedono da parecchio tempo...almeno da tre anni, forse anche di più (parlo di libri, non di blog).
    (A meno che le due autrici da te menzionate non abbiano pubblicato prima di allora, perché in tal caso taccio :-D)
    In generale a me piacciono molto dal punto di vista dello still life, ma è vero che hanno poco a che fare con la cucina (come hai già sottolineato tu) è infatti una questione puramente estetica. Lo scopo in questo caso è diverso: non si cucina per mostrare il buon risultato di una ricetta, ma si cucina in funzione di un risultato scenografico, con ingredienti fotogenici già in natura.

    Conticini vado a sfogliarlo proprio oggi per vedere se ne vale la pena.
    Ma quella serie di libri è tutta ben fatta! Poi ti faccio sapere ;-)

    A proposito di Conticini, hai mai visto che bella è la copertina di Sensations? Degna di Dexter! :-P

    PS: cerchi il nonno morto è da standing ovation, persino per me che adoro il nero in tutte le sue forme :-D

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    1. Sensasiòn celo: ho immolato una costola, pure con le mie mani e senza anestesia.

      Sul fatto che i Francesi arrivino sempre prima, su certe cose, chapeau: mi girano, ma bisogna riconoscerglielo. Vorrà dire che mi consolerò comprando più libri su amazon. fr

      Il punto è che per me non ne vale la pena: perché con l'incapacità di base che ho,mi ritroverei a scimmiottare la grande fotografa... come dire, la stessa differenza che passa fra il bacio all'Hotel de Ville e quello alle macchinette automatiche col ragazzino di turno, hai presente? (e prima che passi Gambetto da qui: MAI FATTO NIENTE DI SIMILE, sia chiaro :-)))
      io sono acora per l'immaginazione al potere, mettiamola così :-9
      e ultimamente, ti sto immmaginando un po' troppo: quand'è che ti fai viva? :-)

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    2. La foto alle macchinette automatiche col ragazzino di turno...probabilmente no...ma se qui si palesasse TUA SORELLA...penso che sarei anche disposto a pagare pur di vedere almeno una volta una foto che per certo avrai...quella con un certo "Super superman...don't you understand we love you..." quando ti "sbavava" dietro!! :P ahahahahahahahah
      Dai dillo che la hai!! :DDD

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    3. Ora che sei su Fb, la vedo malissimo. E non dico altro.
      Però, belin, sei peggio di Learch, il maggiordomo degli Addams... ti ricordi, "chiamato???"... giusto per non lasciar da solo il nonno col suo catafalco, intendo :-)

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    4. Argh... ci credo! Sono amputazioni per cui vale la pena pero' :-)
      Il messaggio subliminale in copertina è chiaro: prima che uno lo giri per guardare il prezzo, ha già capito che deve dissanguarsi per poterlo avere!

      Sul fatto che i Francesi siano i numeri uno dal punto di vista editoriale (non solo per quanto riguarda la cucina, credimi) scoccia ammetterlo anche a me *e sai quanto mi costa farlo* ma è la pura verità: sono avanti anni luce.
      Non ci resta altro che inchinarci e ringraziarli di esistere.

      Per quanto riguarda il valerne la pena sono d'accordo con te.
      Nel senso che cercare di trasferire in un blog atmosfere simili vuol dire anche prendere un'altra direzione se uno pensa di farlo sistematicamente. E diventa un impegno.
      Se uno pensa di farlo una tantum, deve comunque dedicarci del tempo, e sta facendo fotografia non cucina; e non tutti sono interessati a farlo.

      Per quanto mi riguarda io sono un po' anomala, lo sai, la macchina fotografica è l'estensione della mia mano: ci vivo, ci lavoro, ci dormo assieme, ma online posto le foto più orride che uno possa immaginare :-P
      E la cosa mi diverte, perché mi fa sentire libera.
      Io sono una perfezionista del cavolo e se dovessi pensare di iniziare a fare belle foto anche per il blog avrei il tempo per scrivere un post all'anno al massimo.
      E già non riesco a postare quanto vorrei, ci mancherebbe anche che mi mettessi a montare un set ogni volta in cui cucino.
      E poi dove? Sono sempre in viaggio!

      E comunque (spero che passi Gambetto) dobbiamo approfondire la cosa delle macchinette automatiche col ragazzino di turno :-P

      Torno in Italia per Natale!

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    5. è già passato, Learch- Gambetto. E ha già dato il suo contributo :-)

      Giulio ha preso la palla al balzo, appena è nato MT, e da allora ha cambiato attrezzatura fotografica non so quante volte. A proposito di costole :-)
      Il punto è che lui fotografa da ingegnere: quindi, tutto ordinato, tutto geometrico, tutto rigorosamente o di qua o di là: e ancrebbe anche bene, se non fosse che quella che deve sistemargli le cose in modo rigoroso e geometrico son io. Morale: litighiamo per tutto l'allestimento del set e quando alla fine va bene a lui, a me come minimo mette tristezza.

      Qui sopra scrivo sempre di più cn una mano sola -e non ti dico come cucino. In più, a quasi 47 anni, sono pienamente consapevole dei miei limiti e so benissimo che se mi mettessi a guardare le foto delle due tipe, sui libri, otterrei lo stesso risultato che ottengo guardando le foto sul loro blog- ossia, un drappo funebre come sfondo e il resto tutto uguale a prima :-)
      Tanto vale, spendere l'equivalente per qualche prodotto francese, che lì siamo un po' carenti (e con che gioia lo dico, non te lo immagini nemmeno!!)

      Avviso il bue e l'asinello, ciao!

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  18. cerchero' e acquistero' il libro di Goria . Perché io sono ( nell ordine): bastian-contrario( se i grandi recensori non promuovono il libro, lo acquisto ancor piu' motivata); curiosa ( di Veri libri di ricette) ;piemontese (d origine). ahahahaha

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    1. se stai brava :-), la prox volta che ci vediamo ti passo la sua lezione sul Gran Bollito. Da lacrime agli occhi, guarda...

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  19. Perchè ci casco sempre? Ti leggo e poi clicco... e la carta di credito geme.
    Il primo libro... sarà mio, appena trovo come farlo consegnare a mio padre, per esempio onde confondere le acque.
    Perchè?
    Perchè con tutto che non ho avuto un minuto libero se non un piss-stop in Autogrill, dall'Inghilterra sono tornata con una rivista Jamie O. ed un Libro Gordon R. che casualmente ci stavano nello zaino a spalla ...
    Avessi avuto ancora uno spazio avrei fatto incetta. Libri che erano ultra-extra-super scontati (da Sterline 7.90 a 9.90 massimo) e mi piangeva il cuore lasciare sul banco.
    Ancor mi sanguina il cuore... (appunto... sangue!)
    Ora mi va ancora bene che il francese non lo conosco... ma posso sempre andar d'istinto... sa va sans dire!
    A presto... se non vengo crocifissa prima sulle fiancate della mia libreria a monito di chiunque osi sperperar denaro in libri inutili come quelli di cucina.
    Nora

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    1. non vedo l'ora che sia l'8 dicembre...e non dico altro :-)

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