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martedì 15 gennaio 2013

MTMag- Le buone maniere non abitano a Masterchef

mtmagprova


E' l'argomento che ha tenuto banco la settimana scorsa, scaturito da un divertente articolo di Andrea Scanzi a cui ha replicato, in modo assai meno ironico e per nulla divertente, Luciano Pignataro, per il quale i metodi di Cracco &Co.  presentano sorprendenti ed allarmanti analogie col neonazismo. Da qui in poi, è stato un tale susseguirsi di "seguirà dibattito" da far crollare il fermo proposito dei mesi scorsi ("niente XFactor e niente MC per il prossimo anno") e a farmi tornare in argomento- poco poco/piano piano....


Punto uno: è la TV, bellezza. Chi crede che MC sia una scuola di cucina... anzi no, cambio tono: chi crede che MC sia una scuola di cucina? Forse, ci si sarebbe potuti cadere l'anno scorso, quando l'occhio vergine ed inesperto intercettava per la prima volta lo sguardo in tralice di Carlo Cracco o si posava sulle generose grazie della Luisona: ma ora, nessun equivoco di sorta. E' pura televisione, con tutto quello che questa definizione comporta, a cominciare dalla tirannia dello spettacolo che è il vero motore del programma: selezione dei candidati, scelta delle prove, siparietti montati ad arte, giudici sempre più compresi nei loro personaggi, tutto trasuda finzione dal primo all'ultimo fotogramma. Ergersi a paladini di Maria Montessori è come scandalizzarsi per le sonore scazzottate ai tempi di Bud Spencer & Terence Hill: se non ci fossero state, al tempi, avremmo preteso il rimborso del biglietto. Forse che eravamo tutti dei piccoli neonazi in erba-e non ce ne siamo accorti?


Punto due: è la cucina, bellezza. "Voglio fare lo chef" è il ritornello che fa da sottofondo al programma, la risposta meccanica che tutti i concorrenti danno quando si ripropone il "che ci faccio qui?". In realtà, non è così vero. Se vuoi fare lo chef, ti iscrivi all'alberghiero. E se per qualche impedimento non puoi farlo, se  proprio la passione entro ti rugge, non perdi occasione per realizzare il tuo sogno: piuttosto, vai a lavar piatti, ma in cucina ci stai. Invece, tolta qualche rarissima eccezione, ogni giovedì sera ci tocca assistere alla solita sfilata di fighetti meno uno, pronti ad intonare la litania di cui sopra. A cui bisognerebbe aggiungere il controcanto "senza fare la gavetta": perchè questo è il secondo punto della questione. E' dai tempi di questo libro qui  che nessuno si fa più illusioni sulla rudezza di questo ambiente. "Fare lo chef" non significa tanto saper cucinare, quanto, semmai, mantenere intatte le proprie abilità e raffinarle, nonostante il contorno: che oggi è costituito dalle prese in giro della brigata, domani dalla scuffiata dello chef , dopodomani dalle scenate del cliente e via dicendo, in una catena incessante di turni lavorativi che non conoscono soste: perché qui, di Rosselle o'Hara, non ce ne sono: domani non è un altro giorno, ma sempre lo stesso.


Punto tre: è la vita, bellezza. Sentite un po': devo condannarmi a un'esistenza di solitudine o qualcun altro, oltre a me,  qualche rimprovero solenne  se lo è preso? E non parlo delle quattro mura domestiche (anzi: lì, è sempre stato un idillio), quanto di quello che è accaduto fuori. Per mesi, all'università, sono stato oggetto di pubblico e meritato ludibrio, a causa di un errore clamoroso ad un esame che aveva traasformato il già irritabile professore in un concentrato delle tre Erinni. Al posto dei piatti, eran volati libri, ma il concetto era arrivato lo stesso, forte e chiaro. E se quella volta avevo torto marcio, ce ne son state altre in cui ho dovuto subire e tacere, nonostante mi sentissi vittima di ingiustizie, rimandando le mie ragioni a momenti migliori o invocando il proverbio cinese, quello del cadavere nel fiume. Sono sopravvissuta? Direi di sì. Porto traumi? Direi di no. E non perchè sia una donna de fero, tutt'altro, o perchè reputi giuste certe reazioni: sono la prima a condannarle e a guardarmi bene dall'applicarle, ora che sono passata dalla parte di chi, ai tempi, si era potuto permettere certi eccessi. La trovo una questione di rispetto: del ruolo che rivesto e di me stessa, ancor prima che delle buone maniere. Oltre che di chi ho di fronte, ovviamente. Ma da qui a pensare che i miei interlocutori abbiano usato metodi neonazi, ce ne passa. Di loro ho pensato che fossero dei gran maleducati, degli arroganti, degli irosi o dei frustrati, a seconda dei casi: ma nulla che sconfinasse oltre il limite di un comportamento illegale o illecito.

Il punto è che fra il mondo reale e il mondo perfetto ci son delle differenze. E finchè ci tocca vivere nel primo, ci tocca attrezzarci, magari iniziando anche a metterci del nostro, in termini di attenzione a quello che si fa, di rispetto, di umiltà. A non chiamare i propri superiori con il nome di battesimo, a non rivolgersi a loro con la confidenza che si riserva agli amici, a reagire con la sicumera di chi, per il fatto di essere stato ammesso a far parte di un talent, si sente come l'incarnazione di Escoffier: questi, li metterei a posto pure io, che di cucina ne so tanto quanto basta per non partecipare alle selezioni del programma. Neonazi inside o solo voglia di buone maniere?

23 commenti :

  1. Questo post l'ho trovato veramente interessante, ben scritto e pieno di spunti di riflessione. Grazie Ale :)

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  2. Ecco! Ben detto!
    Punto primo, è la tv, e in quanto tale dobbiamo prenderla con tutte le sue peculiarità, compresa quell'abitudine di crear dibattiti, litigi e risse ad hoc per far audience (e sinceramente mi pare più grave veder questa velleità in quello che dovrebbe essere un dibattito politico e che invece diventa solo un evento mediatico). Senza contare che Masterchef si rifà a un modello americano, dove Gordon Ramsey e Joe Bastianich sono tutt'altro che zuccherini: mi pare ovvio che gli chef italiani dovessero assumere i panni di questi personaggi (a volte un po' forzati, non lo nego, ma la cosa a me fa sorridere, non arrabbiare).
    Punto secondo, anzi direi, punto primo, prima ancora del primo, in cucina è così, ragazzi! E' così nella scuola alberghiera, è così nei ristoranti: c'è una gerarchia che forse non è paragonabile a nessun altro lavoro...insomma in una cucina si ride e si scherza, perché il cuoco è un burlone si sa, però quando inizia il servizio si sta tutti in riga, perché bisogna che ognuno assuma il proprio ruolo, dando ascolto a chi sta sopra, che generalmente è colui che ha più esperienza e meritatamente ha il comando della squadra, il tutto per soddisfare al meglio il cliente. Non so se parlando di Full metal jacket (devo ancora leggermi l'articolo, ma rimando a dopo), si riferiscano al fatto che gli chef pretendano di esser chiamati chef, così come nel film si insiste con il "signor sì signore!". Beh se è questo, vorrei far notare che a scuola ci si rivolge al professore con il titolo e non chiamandolo per nome, sul campo da calcio si parla all'allenatore chiamandolo mister e si potrebbe continuare fino all'infinito...
    Devo dire che per esperienza, le vere umiliazioni se le son prese sempre le persone altezzose e poco umili, quelle che, come certi concorrenti di Masterchef, si credono navigate ma in realtà non sanno nemmeno rompere un uovo. Di fronte all'umiltà di dire "io ho tutto da imparare da lei, chef" ho sempre trovato persone disposte a insegnare la loro arte. Ecco, a me i concorrenti di MC non fanno pena, perché maltrattati: loro hanno il privilegio di esser lì con due degli chef più bravi e conosciuti d'Italia (senza contare gli ospiti), che uno studentello dell'alberghiero si sogna a ogni stagione passata a far da "schiavetto" nelle cucine più sconosciute, ma solo per far quella famosa gavetta, che con capacità, costanza e un pizzico di fortuna lo porterà magari in certi tipi di cucine e a contatto con certi chef.
    Scusa ho scritto un papiro, ma sai, sono un po' sensibilie su certi temi :P
    Buona giornata cara!

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  3. Sottoscrivo dalla prima all'ultima parola. Come spesso accade, hai dato voce a quello che penso, solo che tu lo dici meglio.

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  4. posto che non avendo sky quest'anno di masterchef riesco solo a seguire i commenti delle amiche, sono pienamente d'accordo con te. Sia sulla finzione del programma televisivo e il conseguente atteggiamento dei giurati che deve essere sopra le righe per esigenze di copione innanzitutto, sia sul punto tre. Le batoste, le sfuriate da parte di quegli omuncoli che solo perchè ricoprono un ruolo si sentono in grado di mettere da parte il rispetto per chi hanno davanti me le sono prese anche io. Mi hanno resa più forte. Aggiungerei un corollario. Siamo il paese in cui si da del fascista e del nazista a chiunque e con una facilità che snatura i due termini.
    Buona giornata e a presto!!!

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  5. premetto che non ho sky e non intendo minimamente abbonarmi per vedere questa trasmissione che se l'anno scorso aveva ancora qualche barlume di genuinità e di spontaneità sia da parte dei concorrenti che da parte dei conduttori, sicuramente quest'anno avrà perso. un pò come il primo grande fratello di cui i concorrenti non immaginavano come si stesse reagendo fuori. al secondo era già tutto chiaro a tutti e tutti quanti avevano un ruolo da interpretare.
    certo, il post di pignataro è estremo ma non del tutto fuori luogo a mio parere. non è la realtà che descrivi al terzo paragrafo e ci siamo, tutti noi abbiamo preso solenni sgridate da prof o da maestri (figurati che alla mia epoca alle elementari c'era ancora l'uso pur rarissimo della verga sui palmi delle mani, tanto per dire...) a porre domande su comportamenti (fisiologici peraltro seppur estremi alle volte ) delle parti,(maestro/allievo). E' la finzione spacciata per realtà a dare un chè di morboso, soprattutto a programmi come questo, che vogliono erigersi falsamente democratici in scopritori di talenti.

    ps. bourdain va letto, sempre e comunque. mi era sfuggita la tua recensione, non ti conoscevo all'epoca!!! :) stasera con calma la leggo.

    buona giornata e scusa lo sproloquio

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  6. ah ah ah, troppo bello questo post!!! ma oramai sembra che anche la vita reale sia diventata uno show, il ripsetto? Qualcuno sa più che cosa è!!! Prurtroppo in tutti gli aspetti della notra vita l'arroganza della gente la fa da padrona, a volte prendendosi anche elogi immeritati!!
    Complimemti e a presto da Ricami di pastafrolla.

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  7. Cara Ale, approfitto per essere educata ed augurare a te e Daniela un buonissimo anno!
    Quanto al tuo post, quoto in toto (e faccio pure rima)!
    I metodi "neonazi" poi.... ma per piacere.... ma la gente prima di dire certe boiate pensa a quello che le parole vogliono dire?!?! Perchè accomunare il nazismo ad una condotta "severa" è già una nefandezza di per sé; associare poi quello "stile" a chi in qualche maniera pretende di insegnare ad essere retti nella vita è proprio bestemmia.
    Oppure sono anche io una sorta di Goebbels redivivo perchè con mio figlio a volte mi comporto in maniera dura?!? Mah....

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  8. Ciao, in completo accordo con te e con Elisa.........in cucina non si scherza e non si c'inventa.... ognuno al suo posto e camminare.
    Questo è un format televisivo che diverte e fa sorridere e allora che problema c'è? ma che nazi e nazi........"ma mi faccia'l piacere!!"
    Diana

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  9. Io ho imparato tutte le parolacce yankee/british nella versione americanadi MC...gordon docet..Se volete ve le passo....sono sempre utili nella vita.

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  10. Sarò sintetica: concordo su tutta la linea!

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  11. Ciao Ale,bel post...partendo dal fatto che di MC ho visto solo qualche pezzetto a me comunque non piace,non per i modi degli chef(ci mancherebbe altro,chi si scandalizza forse non ha mai lavorato"sotto padrone")ma perchè secondo me c'è proprio poca "cucina"e solo tanto spettacolo.
    Te lo dice una che ha fatto l'alberghiero e in cucina ai tempi non volavano solo le parole!Simona(lega navale) ;-)

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  12. Mah, non lo so, a volte certe uscite mi sembrano simpaticamente inutili. E' probabile che il Sig. Pignattaro di cui ho grande stima, non abbia mai visto la trasmissione dell'anno scorso. Personalmente ho forse perso una sola puntata, ma quest'anno mi sembra tutto meglio calibrato (ed ovviamente decisamente finto), ma senza gli eccessi a volte ridicoli dell'anno scorso, tra piatti lanciati o parolacce volanti raso giugulare. Io mi diverto: da una trasmissione del genere mi aspetto ritmo, sorpresa ed azione. Non mi aspetto inchini né bugie bianche e soprattutto concorrenti che si ergono offesi esigendo rispetto quando partecipano ad una trasmissione del genere, perché allora mi verrebbe da dire: ma sei un deficiente?
    E poi, ma siamo matti....abbiamo presente che cosa è stato il nazismo? La cattiveria di Bastianich è tutt'al più paragonabile all'acidità della Sig.na Rothermeir! E andiamo....

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    1. Ecco! E poi quanto fa ridere una frase come "l'arogansa sarà il bastone tra le tue rote"? :P W Bastianich ahah!

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    2. Grande Bastianich....è un cucciolone...se non gli danno la pappa buona, addenta la ciotola!

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  13. rientrata ora. tisana time - e poi vi rispondo!

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    1. mi hai fatto venire in mente la mia cognata che una volta mi disse: irene, quando rientro a casa la sera, il primo suono che si sente è il "plop" della bottiglia di vino che stappo per rilassarmi.
      ne deduco che a casa tua è il suono del bollitore!!!! :)

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  14. Credo che tutto possa ridursi, come tu hai puntualmente indicato, alla frase: "Ah sì, volevi fare lo chef? E' sempre stato il tuo sogno? E allora che stai a fare in TV?".
    E più che ai concorrenti, penso a quelli che si indignano davanti alle meccaniche -ormai scontate- che rendono un programma televisivo appetibile (sottolineo il sottile gioco di parole. Scusate). Personalmente io non amo questo tipo di intrattenimento, e difatti sto seguendo MC2 con minore assiduità. Ma poi, davvero davvero c'è qualcuno che crede che quella sia realmente una scuola di cucina? Ma mi faccia il piacere (cit. Principe de' Curtis)!

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  15. Peccato, non ho Sky e se anche avessi voluto abbonarmi quest'anno per principio non l'ho fatto. E un po' mi dispiace, perchè l'anno scorso la trasmissione l'ho seguita con divertimento ed ero proprio curiosa di vedere la piega che prendeva questa seconda edizione.
    L'uscita sul neonazismo la trovo molto infelice.
    Ciao e buona serata :)

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  16. rispetto? educazione? Tsè! quando l'obiettivo è l'incasso pubblcitario non c'è rispetto o educazione che tengano...
    MC era finto l'anno scorso e lo è ancora di più quest'anno! Rappresenta una scorciatoia incredibile per chi non ha proprio voglia di fare la gavetta, ma d'altro canto offre l'opportunità di incontrare grandi chef... un ragazzo dell'alberghiero quante opportunità può avere di incontrarne tanti in così poco tempo? di poter ascoltare un loro consiglio o di vederli all'opera?
    Sono d'accordo con tutto quello che dici ma purtroppo questa è la richiesta e questi sono i prodotti...ma tu hai mai visti MCjunior? mi si rizzano i capelli quando lo guardo!
    Non sono scuole di cucina per carità! ma penso che può essere un modo veloce per conoscere e farsi conoscere.
    Preferivo scuola di cucina sul gambero rosso...sarà che ho un debole per Igles Corelli

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  17. scusa, commento una seconda volta ma non posso evitare di farlo. Ho letto i due post. Il primo, hai ragione, divertente. Il secondo illeggibile e tremendo. Comincio a non poterne più della spocchia di quelli che si sentono guru e depositari del verbo della cultura-cucina-arte-moda-cinema-letteratura... meglio spendere il proprio poco tempo con post intelligenti come i tuoi!

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  18. Sicuramente c'è molta finzione e molta costruzione, ma è un programma che guardo volentieri lo stesso, anche se vedere questi appassionati di cucina preparare piatti da ristorante mi fa sentire piccola e inadeguata.

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  19. neanch'io ho sky... l'anno scorso non ero ancora su facebook e non potevo seguire l'ormochat... mannaggia, mi manca sempre qualche pezzo!
    è ovvio che si tratta di televisione e spettacolo, possibile che certe critiche non ne tengano conto? mah, forse fa parte dello show anche quello?

    ps: bourdain forever!!!!!!

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  20. Ale,io vorrei che "eleggerti" Dittatrice!!!Ci hai mai pensato? Ah..quanto sarebbe bello!!

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