L'ultimo appuntamento con gli "anche no" di questa tornata dell'MTC porta la firma della Vitto. Che, dopo le polpette della volta scorsa (e il podio sfiorato, diciamolo, va là...), ci ha preso gusto e partecipa non con una, non con due ma con ben tre ricette di Danubio. La prima, è già stata pubblicata sulla Cucina Piccolina che, a dispetto delle dimensioni, è la cucina più affollata che si conosca- e il fatto che sian pure tutte amiche "vere" è un "di più" tutto personale, che nulla aggiunge alla straordinaria bravura di quelle ragazza, nessuna esclusa. La seconda, invece, è quella che segue, con un racconto in cui, ne sono certa, si rivredranno molte di noi, specie quelle intorno alla nostra età, che i 40 li abbiamo passati da un po'. Quelle, cioè, che sono le fiere custodi della Prima Edizione del Manuale di Nonna Papera e di tutta la trafila di ricordi del'infanzia che si ricollegano a questo ricettario delle meraviglie. Come quello che ci racconta oggi la Vitto, abbinandolo ad una ricetta che ha per lei il sapore dell'infanzia e per noi quello della condivisione: due ingredienti aggiunti che fanno delle "ricette del cuore" qualcosa di assolutamente indimenticabile e speciale. L'ultima, infine, è un omaggio a San Giuseppe, con le amarene e la crema pasticcera, roba che si sviene al solo guardarlo- e che fa benedire, a me, non già il Santo in questione, ma quel fantastico Befana Day in cui si convinse la Vitto a partecipare all'MTC: e se lei oggi dice che non può più farne a meno, figuriamoci noi....
IL DANUBIO ELISABETTA e il DANUBIO SAN GIUSEPPE DELLA VITTO
Eccomi presente all’appuntamento con l’MTC! Ma come mi stò divertendo?
Vi confesserò che non mi ero mai cimentata con questa preparazione per pura pigrizia mentale, semplicemente facevo oooooohhhhhhhhhh quando leggevo una ricetta e poi …me ne dimenticavo!!!!
Ma come realizzarlo? L’impasto era lì bello pronto, non si doveva inventare nulla o quasi, ma la forma? Il ripieno?
All’improvviso sono stata folgorata perché era appena affiorato dalla memoria un ricordo che mi ha molto emozionato. E’ la “ricetta del cuore”, la prima vera ricetta che avevo fatto da bambina, insieme alle mie sorelle, poi rifatta tante volte da ragazze e da donne adulte.
La ricetta viene nientemeno che dal “Manuale di nonna Papera” avuto in regalo a 10 anni, prima edizione; è la “Torta Elisabetta. Torta fatta per un compleanno della mamma, la mitica nonna Ibidi che in realtà si chiama Elisabetta, fatta a più mani piccoline e pasticcione e quei fagottini tutti attaccati sono stati ribattezzati subito subito “La torta delle dita dei piedi” ….e così è rimasta in casa nostra! Versione dolce quindi, molto semplice, con ripieno di marmellata.
Voglio condividerla con voi per affetto, perché ringrazio questa bella iniziativa che mi ha riportato in un attimo all’atmosfera dei 10 anni, a pasticciare in cucina.
Stavolta la pasta è quella di Tery (ma l’originale è molto simile) e li ripieno è duplice:
Il primo con le prugne viola, una specie di marmellata, ma cotta delicatamente in modo da conservare i mezzi frutti interi in abbondante sciroppo. L’avevo preparate 2 anni fa per le crostate e ne avevo ancora un barattolo.
L’altro, in onore all’origine napoletana del Danubio, ho voluto farcirlo con la crema pasticcera e le amarene sciroppate, anche perché siamo nei paraggi di San Giuseppe e a Napoli si fanno le zeppole con questa crema e amarene …………..un grazie di cuore ad Annalù e Fabio per la ricetta delle zeppole!!!!
Danubio Elisabetta
La ricetta originale della torta Elisabetta la potete trovare QUI http://littleitalyandabitmore.blogspot.com/2010/01/torta-elisabetta-dal-manuale-di-nonna.html
Per l’impasto (Ricetta di Tery)
ho solo sostituito lo strutto con tutto burro perché al terzo super che mi ha dato buca ho semplicemente rinunciato all’acquisto, ………….ma non è detto che non ci riprovi!
Ah, per questo ho usato esattamente mezza dose di impasto
500gr di farina (300gr manitoba, 200gr farina 00)
150gr di latte (anche 160, 170, regolatevi in base all'assorbimento della farina)
3 tuorli ed 1 uovo intero
1 cucchiaino di sale (circa 8-10 gr)
10gr di lievito di birra
40gr di zucchero
1 cucchiaino di miele
80gr di strutto + 20gr di burro (io tutto burro)
Per il ripieno DANUBIO ELISABETTA
Conserva di prugne intere (vedi sopra), ma vanno bene anche prugne secche, ammollate e cotte in un pentolino con zucchero e acqua fino a fare uno sciroppo.
Per il Ripieno DANUBIO SAN GIUSEPPE
Crema pasticcera fatta con 250 gr latte, 1 tuorlo, 50 gr zucchero, 30 gr farina
Amarene sciroppate ben sgocciolate, 2 ogni fagottino …..di quelle comprate, di quelle fatte da me ce ne sono volute 3 essendo piccolissime!.
Per impastare ho utilizzato il Ken, mettendo farina, lievito sciolto nel latte (ne ho usati 180 gr circa) e miele, lo zucchero e le uova (tutte insieme), il sale. Quando era tutto ben amalgamato ho aggiunto il burro.
Ho lasciato impastare con il gancio e mi sono distratta per cena (mai fare una cosa sola). Forse ha impastato troppo e si è scaldato, forse mi è scappato troppo latte, ma non si incordava mai ed era un po’ appiccicato alla ciotola. Alla fine mi sono stufata e ho spento lasciando a lievitare un’ora. Dopo era bellissimo, ben lievitato e gonfio!
Versato sul tavolo di legno, sgonfiato, fatto il salamotto e diviso a palline da 30 gr, ne sono venute 32, abbastanza per due teglie da 30 cm diametro.
Per il Danubio Elisabetta ho fatto i fagottini schiacciando le palline e mettendo al centro 2 mezze prugne e a quel punto mi colava sciroppo ovunque. Vanno scolate bene e non bisogna bagnare il bordo dei fagottini di sciroppo perché la pasta non si salda più. Con una marmellata soda e compatta mi sa che è più facile!
Vi confesserò che non mi ero mai cimentata con questa preparazione per pura pigrizia mentale, semplicemente facevo oooooohhhhhhhhhh quando leggevo una ricetta e poi …me ne dimenticavo!!!!
Ma come realizzarlo? L’impasto era lì bello pronto, non si doveva inventare nulla o quasi, ma la forma? Il ripieno?
All’improvviso sono stata folgorata perché era appena affiorato dalla memoria un ricordo che mi ha molto emozionato. E’ la “ricetta del cuore”, la prima vera ricetta che avevo fatto da bambina, insieme alle mie sorelle, poi rifatta tante volte da ragazze e da donne adulte.
La ricetta viene nientemeno che dal “Manuale di nonna Papera” avuto in regalo a 10 anni, prima edizione; è la “Torta Elisabetta. Torta fatta per un compleanno della mamma, la mitica nonna Ibidi che in realtà si chiama Elisabetta, fatta a più mani piccoline e pasticcione e quei fagottini tutti attaccati sono stati ribattezzati subito subito “La torta delle dita dei piedi” ….e così è rimasta in casa nostra! Versione dolce quindi, molto semplice, con ripieno di marmellata.
Voglio condividerla con voi per affetto, perché ringrazio questa bella iniziativa che mi ha riportato in un attimo all’atmosfera dei 10 anni, a pasticciare in cucina.
Stavolta la pasta è quella di Tery (ma l’originale è molto simile) e li ripieno è duplice:
Il primo con le prugne viola, una specie di marmellata, ma cotta delicatamente in modo da conservare i mezzi frutti interi in abbondante sciroppo. L’avevo preparate 2 anni fa per le crostate e ne avevo ancora un barattolo.
L’altro, in onore all’origine napoletana del Danubio, ho voluto farcirlo con la crema pasticcera e le amarene sciroppate, anche perché siamo nei paraggi di San Giuseppe e a Napoli si fanno le zeppole con questa crema e amarene …………..un grazie di cuore ad Annalù e Fabio per la ricetta delle zeppole!!!!
Danubio Elisabetta
La ricetta originale della torta Elisabetta la potete trovare QUI http://littleitalyandabitmore.blogspot.com/2010/01/torta-elisabetta-dal-manuale-di-nonna.html
Per l’impasto (Ricetta di Tery)
ho solo sostituito lo strutto con tutto burro perché al terzo super che mi ha dato buca ho semplicemente rinunciato all’acquisto, ………….ma non è detto che non ci riprovi!
Ah, per questo ho usato esattamente mezza dose di impasto
500gr di farina (300gr manitoba, 200gr farina 00)
150gr di latte (anche 160, 170, regolatevi in base all'assorbimento della farina)
3 tuorli ed 1 uovo intero
1 cucchiaino di sale (circa 8-10 gr)
10gr di lievito di birra
40gr di zucchero
1 cucchiaino di miele
80gr di strutto + 20gr di burro (io tutto burro)
Per il ripieno DANUBIO ELISABETTA
Conserva di prugne intere (vedi sopra), ma vanno bene anche prugne secche, ammollate e cotte in un pentolino con zucchero e acqua fino a fare uno sciroppo.
Per il Ripieno DANUBIO SAN GIUSEPPE
Crema pasticcera fatta con 250 gr latte, 1 tuorlo, 50 gr zucchero, 30 gr farina
Amarene sciroppate ben sgocciolate, 2 ogni fagottino …..di quelle comprate, di quelle fatte da me ce ne sono volute 3 essendo piccolissime!.
Per impastare ho utilizzato il Ken, mettendo farina, lievito sciolto nel latte (ne ho usati 180 gr circa) e miele, lo zucchero e le uova (tutte insieme), il sale. Quando era tutto ben amalgamato ho aggiunto il burro.
Ho lasciato impastare con il gancio e mi sono distratta per cena (mai fare una cosa sola). Forse ha impastato troppo e si è scaldato, forse mi è scappato troppo latte, ma non si incordava mai ed era un po’ appiccicato alla ciotola. Alla fine mi sono stufata e ho spento lasciando a lievitare un’ora. Dopo era bellissimo, ben lievitato e gonfio!
Versato sul tavolo di legno, sgonfiato, fatto il salamotto e diviso a palline da 30 gr, ne sono venute 32, abbastanza per due teglie da 30 cm diametro.
Per il Danubio Elisabetta ho fatto i fagottini schiacciando le palline e mettendo al centro 2 mezze prugne e a quel punto mi colava sciroppo ovunque. Vanno scolate bene e non bisogna bagnare il bordo dei fagottini di sciroppo perché la pasta non si salda più. Con una marmellata soda e compatta mi sa che è più facile!
Per il Danubio San Giuseppe ho farcito i fagottini con un cucchiaino abbondante di crema pasticcera ben soda e fredda e due o tre amarene sciroppate ben sgocciolate.
Messe in teglia a lievitare nel forno trepidino per circa un’ora, spennellato di uovo (intero) battuto con poco zucchero, spolverato di zucchero semolato e infornato a 180° per 15-18 min.
Dal Danubio Elisabetta po’ di sciroppo era uscito, si è caramellato ed era delizioso, ma nell’insieme un po’ dolce, la versione con il ripieno di crema e amarene più equilibrata.
La pasta è sofficissima, per le versioni dolci forse aumenterei un po’ lo zucchero dell’impasto.
Baxi, Vitto
Messe in teglia a lievitare nel forno trepidino per circa un’ora, spennellato di uovo (intero) battuto con poco zucchero, spolverato di zucchero semolato e infornato a 180° per 15-18 min.
Dal Danubio Elisabetta po’ di sciroppo era uscito, si è caramellato ed era delizioso, ma nell’insieme un po’ dolce, la versione con il ripieno di crema e amarene più equilibrata.
La pasta è sofficissima, per le versioni dolci forse aumenterei un po’ lo zucchero dell’impasto.
Baxi, Vitto
me la ricordo eccome la Torta Elisabetta! E anche il Manuale di Nonna Papera, che troneggia a casa mia nella sua prima edizione pur essendo io sotto i quaranta! Ricordo anche che la Torta Elisabetta era una delle mie preferite, vuoi per la connaturata anglofilia, vuoi per l'immagine bellissima di Nonna Papera che insegue i nipotini con quel vestito rosso e splendidissimo e il mattarello... Però non ho mai osato farla, mi sembrava troppo difficile... La mia predilezione andava alla crostata sette colli e soprattutto a quel grande evergreen che è la torta Monna Lisa! (ma vogliamo parlare del grog dello spiffero?!)
RispondiEliminaNoooo!! Ripresa dal manuale di Nonna Papera????
RispondiEliminaMi sciolgo al pensiero :)))