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mercoledì 7 marzo 2012

Lo Starbook di Marzo: Jamie Oliver. Jamie's Great Britain

Picnik starbooks marzo


Jamie's Great Britain è, ancor prima di un libro, una dichiarazione d'amore.


Di quell'amore adulto consapevole e maturo che i figli provano verso le  loro madri, una volta cresciuti. Dopo che le hanno criticate, contestate, a volte anche rinnegate, in nome di proposte, valori, culture diverse; dopo che le hanno abbandonate, in cerca di strade nuove, più personali, più libere e più proprie- e dopo che sono ritornati, novelli figli prodighi, ricchi di esperienze, di risorse, di conoscenze e di una nuova saggezza, che ha nella riscoperta delle proprie radici il senso ultimo di questo viaggio.
Jamie Oliver ha fatto così, con la cucina inglese: è cresciuto con essa, nel pub dei genitori a Clavering, nel'Essex, l'ha studiata, al Westminster Catering College, l'ha proposta, al River Cafè- e  poi l'ha criticata, l'ha rinnegata, l'ha abbandonata per altre più seducenti, più intriganti, più confacenti a quella cultura gastronomica che stava formandosi nella mente di questo enfant prodige della cucina britannica, in nome di un ritorno ad un passato inteso nei suoi aspetti più concreti e materiali: veder cucinare Jamie Oliver è un'esperienza sensoriale a tutto tondo, ma è un'esperienza quasi primitiva, una sorta di rito di riapproriazione di ciò che ci appartiene in quanto uomini di questa terra.
E' in questo senso che la cucina di Jamie è, ancor prima che  biologica, democratica, in questo suo impulso ad essere cucina di tutti: non solo nell'utilizzo di materie prime sane, ma anche e soprattutto nel suo essere e dover essere garanzia di salute per tutti, in un recupero essenziale, quasi scarnificato, di quella "dieta" greca che era, in primis, stile di vita.
Jamie ritorna alla cucina britannica riscoprendo nei vecchi ricettari di famiglia- da quella del pub dei suo genitori a quella sempre più allargata che arriva fino ai confini dell'Impero- lo stesso filo conduttore che ha trovato nella tanto amata cucina italiana, nella tanto celebrata dieta mediterranea, vale a dire quel "great food" che è l'essenza stessa di ogni buon cibo, indipendendentemente da dove ci si trovi e che lui, oggi, finalmente, riscopre nella sua terra.
Lo fa alla Jamie, naturalmente, in un libro corposo, divertente, colorato, domestico, familiare e confidenziale e con ricette che creano immediati legami emotivi con il lettore, grazie a quella sua straordinaria capacità di semplificare tecniche e procedimenti- e di dare l'impressione che lo stia facendo per te e per te solo. Era quindi inevitabile che "quelle dello Starbooks" ne rimanessero contagiate, sensibili come siamo state al fascino di questo ex ragazzone che ancora oggi continua a non aver perso nulla dell'ingenuità, dell'entusiasmo e della tenacia che lo ispirano a portare avanti un progetto che, di giorno in giorno, assume sempre più i contorni di una missione.
Esattamente come sta succendendo qua :-), sia chiaro, con queste 4+1 sempre più esaltate, che in queste tre settimane ci aiuteranno a regalarvi alcune fra le più belle fra le 130 ricette di Jamie's Great Britain. Per comodità, abbiamo deciso di dividerle per temi: al momento siamo ferme a tre, ma non è escluso che se ne faccia un quarto, a seconda della piega che prenderanno i nostri calendari. Da oggi e per i prossimi due mercoledì, vi parleremo di piatti legati alle teste coronate, all'ora del tè e alla cucina del pub, nei blog di Cristina G., Cristina B., Ale e Patty, oltre che qui sopra. La Mapi riposa, ma visto ciò di cui è capace quando è sveglia, meglio lasciarla in letargo per un po'....




Quindi, a farla breve, cominciamo oggi,  con un bel menu reale, gustato col sottofondo del  "God Save the Queen", insieme ai

Kate and Will's Wedding Pie di Menuturistico





KATE AND WILL'S WEDDING PIE



Per il ripieno
 
• 2 cucchiai di olio d'oliva
• 1 noce di burro
• 3 rametti di rosmarino fresco tritato
• 3 rametti di timo fresco
• 3 foglie di alloro fresche
• 3 cipolle rosse medie, sbucciate
1 kg di stinco di manzo (chiedere al macellaio di tagliare in dadi 2.5cm e vi darà l'osso)
sale e pepe macinato di fresco
• 2 cucchiai di passata di pomodoro
400ml buona birra
• 2 cucchiai colmi di farina
• 1,5 litri di brodo di  manzo biologico o brodo di pollo
140 g di orzo perlato
• 3 cucchiaini di senape inglese
• 2-3 cucchiai di salsa Worcestershire,
100 g di formaggio Cheddar

 
Per la pasta

 
300g di farina normale, più extra per spolverare
100 g di strutto (ho usato il burro)
100 g di burro
sale marino
1 grande uovo sbattuto



Procedimento

Mettete l'olio d'oliva, il burro e le erbe aromatiche in una grande casseruola di circa 24 centimetri di diametro e 12cm di profondità, a fuoco vivo. Tritate grossolanamente e aggiungete le cipolle, con la carne tagliata a dadini, la tibia e un paio di pizzichi di sale e pepe. Mescolate bene e far cuocere per 10 minuti, mescolando di tanto in tanto. Aggiungere la passata di pomodoro, la birra, la farina e il brodo e mescolare fino ad arrivare al punto di ebollizione. Abbassate la fiamma (molto bassa), mettete il coperchio e lasciate cuocere per 1 ora, mescolando di tanto in tanto. Trascorsa un'ora, aggiungete l'orzo perlato. Rimettete il coperchio  e fate sobbollire per un'altra ora, poi togliete il coperchio e fate sobbollire per altri 30 minuti, o fino a quando la carne si sfalderà facilmente sotto la pressione del cucchiaio e il sugo sarà diventato spesso. Col l'aiuto di un cucchaio, togliete via tutto l'olio dalla parte superiore, quindi aggiungete la senape e la salsa Worcestershire e grattugiare finemente il formaggio. Salate e pepate a vostro piacere. 

Nel frattempo, preparate la pasta
mettete la farina,  lo strutto e il  burro in una ciotola con un buon pizzico di sale. Usando il tuo pollice e  l'indice iniziare  a strofinare il burro nella farina fino a che il composto non  prende la forma dei  Cornflakes. Aggiungervi lentamente 125ml di acqua fredda, quindi  impastare con le mani, rapidamente, fino ad ottenere un composto piuttosto ruvido. Avvolgete la pasta nella pellicola trasparente e mettere in frigo fino al momento dell'uso.


Preriscaldare il forno a 180 ° C.  Eliminare l'osso dallo stufato e versare quest'ultimo in un piatto da pie (per noi, una piroflila da forno), di circa 24 x 30 cm, e di 4 cm di profondità. Spennellare i bordi del piatto con un po' di tuorlo d'uovo. Stendere poi la pasta con un mattarello in una sfoglia di circa 1 cm di spessore e leggermente più grande della pirofila, appoggiarvela sopra, farla aderire bene ai bordi con una leggera pressione delle mani e spennellare la superficie con uovo sbattuto. 
Infornare per 40- 45 minuti, modalità statica. 
Servire con verdure al vapore

Note mie
Per gran parte sono un "mea culpa", perchè le due modifiche che ho fatto hanno solo dimostrato che quando si è di fronte a chef d'eccezione (e Jamie Oliver lo è), bisogna obbedire e tacere. Per cui, le segno, per dovere di cronaca ma, per dovere di onestà, vi dico subito che me le dovevo evitare- e vi spiego anche il perchè.
1. l'orzo: non l'ho messo- ma ci va. Sono pure andata a comprarlo, sia chiaro, perchè le buone intenzioni ce le ho messe tutte. Poi, al momento buono, ho pensato che quella schizzinosa della creatura non l'avrebbe mangiata, che per cena non c'era nient'altro, che ero stanca morta, e così l'ho lasciato dov'era, commettendo un gravissimo errore di bilanciamento (marito dixit), perchè senza orzo il ripieno è un po' troppo sbilanciato verso l'acidità del pomodoro. Considerato che se ne è fatto fuori 4 fette la prima sera e 3 la seconda, direi che ha avuto modo di assaggiarla per bene e possiamo fidarci, no?

2. il cheddar: qui, invece, è stato un rifiuto consapevole. Nel senso che amo il Cheddar sopra ogni cosa, ma solo quello buono. E quello buono, in Italia, non lo trovo neanche se piango. Di sostituirlo con il groviera, in questa preparazione, non me la sono sentita- e così ho tirato dritta, pensando che se mai dovesse ricapitare, di trovarmi davanti ad una cucina vera, in Inghilterra, allora sì che potrò finalmente prendermi una bella rivincita...

3. l'osso: ci andrebbe. Uso il condizionale, perchè ci son mille remore, ma se avete un macellaio di fiducia, resta il migliore insaporitore di tutt. In più, è un tocco molto "oliveriano", in questa ricerca della cucina essenziale, della Ur-materia prima e quindi, se avete modo di procurarvelo, fatelo, perchè ci va. 

4. la pasta: ho fatto una doppia sfoglia, anzichè uno stufato rivestito di pasta. Scelta dettata da elucubrazioni personali? Assolutamente no. Ho letto "pie" e ho fatto una pie... per una volta che obbedisco, mi va male :-)

19 commenti :

  1. Quando lego i tuoi post, hai il potere di emozionarmi e di farmi pensare: si, è coì', accidentaccio è davvero così! E la tua interpretazione dell'amore di Jamie per la sua cucina è veramente stupenda, assolutamente riconoscibile nell'atteggiamento e nella struttura del libro che in ogni riga ed immagine rivendica il legame con le sue radici. Bellissimo davvero. NOn sai quanto io mi senta privilegiata nel partecipare a questa avventura, ogni giorno di più. Ti abbraccio, Pat

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  2. io non so più quali aggettivi usare per elogiare il tuo stile e la tua bravura, tu invece ne trovi sempre di così appropriati e perfetti per descrivere, commentare, elogiare o criticare....starbooks è un'esperienza fantastica anche per questo!!
    I love Jamie but I love you 2 :-))
    Crisg
    ps: però correggi il mio link :_D

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  3. Mi piace Jamie Oliver, il suo approccio rustico ma pensato, il background culturale fatto sulla "pessima" cucina inglese, non da meno la convinzione che la filosofia che "scarpe doppie e cervello fino" portino lontano. Non posso proprio dirgli nulla, tra l'altro ho letto la ricetta sopra almeno un paio di volte per quanto è ricca di spunti e di gusto. Però un dubbio nessuno me lo leva...e cioè se Jamie Oliver fosse nato in Italia con quelle sue belle camicie campagnole...avrebbe avuto lo stesso successo?! :P ahahahahahahaha

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  4. secondo me, se jamie dovesse mai leggere questo post, ti nominerebbe sua ambasciatrice personale... e "Ur-materia" è sublime!!!!
    ma lo sai vero che il profumo di questa pie buca lo schermo?? e che ne vorrei assaggiare un po' subito, adesso, immediatamente???
    we all love jamie <3

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  5. Come dicevo a Patty, vi DETESTO :) mi avete fatto venire una gran nostalgia di Inghilterra in questo periodo in cui non posso e non riesco ad andarci, e vorrei più di ogni altra cosa al mondo :)
    Meraviglioso questo libro, e meravigliosa la tua recensione, che già dalla prima Sentence mi ha fatto proseguire nella lettura e di cui condivido ogni parola... complimenti, ottima scelta :)

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  6. Poterti leggere e' sempre un immenso regalo :-)

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  7. Questo Oliver non è proprio nelle mie corde, ma forse solo perchè non cucina solo dolci (e non usa l'inulina?) .... sono sicura però che marco gradirebbe molto!

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  8. God save the Queen...\*O*/...te l'ho già detto che ti adoro??? E mi hai pure fatto ricordare che devo assolutamente darmi una smossa e provare le ricette della mitica rivista di Jamie ^__^!
    A proposito, ma hai notato quanto costa poco per ora il libro di Julia Child? Che del resto per ora è introvabile nelle librerie (almeno a Palermo) O_o!

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  9. Il mio "Chef" preferito, perchè è nelle mie corde, nel mio sentire la cucina, assolutamente imperfetta ma familiare, a volte non si presenta benissimo ma sul gusto e il sapore ricchissimo, qui non si discute, quando si ci alza da tavola si è paghi e sazi, pero' consapevoli di aver gustato qualcosa d'indimenticabile......
    Si vede che ne sono entusiasta?
    Grazie per le ricette, ragazze!!
    Diana

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  10. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  11. Jamie for ever! O, come lo chiama George quando lo vede "c'è il saltrapo in TV, vieni!!!" In senso buono, saltrapo, s'intende!!!

    Valeria

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  12. no, non vale : fate partire 'sto po' po' di meccanismo proprio mentre sto per partire....GRRRRRRRRRRRRRRRRR! (ma viva sempre il nostro buon Jamie con il suo eloquio biascicato!). mi rifarò appena torno. buon lavoro a tutte e tre (piu' una...)

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  13. Ale tu hai rare capacità e bravura nel saper descrivere e raccontare i tuoi pensieri, che spesso coincidono anche con i miei e con quelli di molte altre persone, come questa volta, anche se non ho una conoscenza approfondita come la tua del Jamie's pensiero.... per ora!!!

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  14. eh ma io lo voglio questo libro, me lo regalate come premio fedeltà? :D ihihihih un bacio

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  15. Lo adoro, semplicemente l'adoro e l'ho già detto in giro... Sarà per il cognome? In ogni caso, quando hai scritto "oliveriano" mi ci sono riconosciuta tutta... D'altro canto di Stefania a Palermo che usa l'inulina ce n'è già una... l'altra deve amare "l'osso"!

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  16. Avevo letto il libro sulla cucina USA senza entusiasmo. Ma tra le ricette proposte oggi ce ne sono di interessanti. Si vede che era tutta questione di sponde. Com'è la traduzione stavolta?

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  17. Al principio ci furono le lacrimucce al pensiero dell'amore dei figli per le vecchie madri; poi ci fu la determinazione a prenotare subito un volo low-cost per l'Essex ed i suoi Pubs.
    Al banner già avevo in mano la carta di credito.
    All'osso altra ondata di commozione per la riscoperta dei trucchi delle nostre nonne per insaporire.
    Poi le TUE note sulla creatura che non mangia l'orzo (hai provato a dirle che fa bene alla pelle?... sia mai!) indi il Cheddar che da noi è raro e lontano dal gusto dell'originale... ma la migliore immagine è la visione del tuo Santo di casa che con encomiabile spirito di sacrificio, si immola sulla tua Pie a sprezzo del pericolo di un repentino rialzo dei valori di colesterolo! Santo SUBITO e lo si festeggi con un'altra pie di quel mito di JO!
    Notte
    Nora

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  18. io adoro Jamie perchè cucina ovunque e con quello che ha a disposizione. Non avendo Sky e non amando i libri di cucina, l'ho seguito solo nel suo viaggio in Italia ed è stato fantastico vederlo mescolare le cose con le mani. Anche Filippo lo adora.

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  19. Ho dato uno sguardo anche alle altre stars del book, e mi sembra che abbiate divulgato tutte buonissime ricette, un bel colpo al mito del GB=Fish & Chips!
    Ciao!

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