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Visualizzazione post con etichetta mtc giugno 2011. Mostra tutti i post
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venerdì 1 luglio 2011

Mtchallenge giugno- il vincitore è....


Loredana de La cucina di Mamma Loredana
Come sempre, trovate tutte le motivazioni da Acquaviva, in un post che, per sensibilità e profondità, conclude questa sfida riportandola alle atmosfere degli inizi: armonia, ordine, equilibrio sono stati i criteri a cui si è ispirata nella sua valutazione, gli stessi che sostengono la cucina giapponese e che hanno trovato voce in  molte delle vostre realizzazioni.
E' stato l'emmetichallenge del fiato sospeso, della paura di avervi chiesto troppo, di una sfida che poteva assumere profili troppo alti e quindi troppo difficili. Ma ancora una volta, non ci avete deluso, giocando col kaki age con la stessa abilità e con la stessa disinvoltura con cui vi siete confrontati con ricette che erano più nelle nostre corde e che, nelle vostre mani, son diventate i piccoli capolavori che ormai conosciamo. Il kaki age non ha fatto eccezione, anche se abbiamo mandato in tilt Google international e non vogliamo pensare alle espressioni di smarrimento di chi, in altre parti del mondo, cercherà il tenpura delle casalinghe giapponesi e si troverà di fronte a una teoria di declinazioni di fritto in salsa italica. 
 

E' stato l'emmetichallenge di Acquaviva, della poesia del suo post e del fascino del suo blog, tramite discreto e accurato di un mondo che ci incuriosisce e ci affascina e che oggi, grazie a lei, possiamo dire di conoscere un pochino di più.

E, infine, è stato l'emmetichallenge del nostro primo compleanno: lo festeggiamo oggi, in un giorno foriero di soddisfazioni, non alieno, come da tradizione, da riflessioni e bilanci. Un anno fa, nulla di quello che ci gira intorno sarebbe stato minimamente immaginabile: non gli amici che abbiamo incontrato, non l'archivio che abbiamo raccolto, non l'entusiasmo con cui continuiamo ogni mese a sfidarci e a metterci in gioco, sfoderando grinta, abilità e fantasia come se fosse sempre la prima volta. Anche oggi, ad essere sinceri, non ci sembra vero: ma vedersi rinnovare, ad ogni mese, lo stesso spirito, la stessa allegria, con la complicità di un'amicizia che di virtuale ha solo il nome,  è qualcosa che ci fa guardare a quel famoso giorno di un anno fa come ad uno dei più fortunati della nostra vita. E che ci rende immensamente felici. 

E ora, tutti da Acquaviva e da Loredana, per festeggiare! 
ci vediamo il 5 luglio, con la ricetta della nuova sfida
ale, dani e giorgia

Mtchallenge giugno- i premiiii (seconda parte)

quelli che... la prima volta non si scorda mai

Son le new entries di questa tornata, quelle che hanno scelto la sfida più difficile di tutte: qualcuno ha aspettato proprio questa, come Sayuri, Teresa, Gaia e Anny,  complice un amore senza se e senza ma per la cultura giapponese, qualcun altro ha rotto gli indugi con un "o la va o spacca", quasi eroico, arrivando a sminuzzare lamponi, a cercare conforto nel caro, vecchio "ce la posso fare" o nella ricetta della mamma, così simile, in fondo, a questo fritto dal nome astruso. A tutte loro va il nostro grazie per aver dato contributi importanti, a dispetto dell'inesperienza come concorrenti e della complessità del piatto della sfida- oltre che un arrivederci per le prossime sfide, da cui ci aspettiamo grandi cose: se il buongiorno di vede dal sol Levante...


quelli che... stasera mi butto

Che poi son gli altri per cui facciamo il tifo- e per cui potrebbero valere, paro paro, le considerazioni fatte a proposito degli insoddisfatti. Ad ogni giro di boa, c'è sempre qualcuno che non ha dimestichezza con un piatto o è spaventato dalla complessità della realizzazione- e nonostante tutto, decide di giocare, inaugurando una sfida nella sfida, con se stesso, ancor prima che con gli altri. Stavolta è toccato a Fabiola, a Sosi, a Elena, a Cinzia, a Sara , le cui preparazioni portano tutte il segno di una ricerca personale, alla ricerca di un sapere consapevole, il solo che permetta di superare difficoltà e incertezze e sono una testimoniana importante dello spirito del nostro gioco.

quelli che...greetings from Marte

La brigade di omini verdi con le orecchie a punta, in missione sulla Terra sotto le mentite spoglie di umani food blogger, si è tradita anche questa volta, lasciando indizi inequivocabili sulla vera origine di alcuni partecipanti all'emmetichallenge di questo mese. Se pensate che stiamo esagerando, date un po' un'occhiata qui e qui, e poi qui  e qui, e ancora qui e qui e qui e qui e qui e qui e, tanto per non farci mancare niente, qui e qui: roba da farci girare la testa, e pure con le stelline tutt'intorno, come nei fumetti di Walt Disney, quando qualcuno prendeva una botta in testa. Noi stordite lo siamo già di nostro e certo non giovano simili spettacoli, specie se solo virtuali: per cui, a buon intenditor, poche parole: la prossima volta, invece che la solita cartolina, mandateci un souvenir .-)

quelli che... siamo stordite

Ok, ci tocca l'outing: e d'altronde, mai detto di essere normali. Però, diciamocelo, siamo in buona compagnia. Lo vediamo dai commenti, tutti i santi giorni (e l'illustre assente di questa tornata ne è il principale artefice) e lo avremmo dovuto capire sin dal primo vincitore dell'emmetichallenge, giusto un anno fa (a proposito: grazie Mapi, per averci ricordato il compleanno). Ma neanche con questi auspici avremmo potuto immaginare di avere fra i nostri concorrenti la food blogger più meravigliosamente incasinata della blog sfera, quella che ti garantisce una dose quotidiana di pure risate, alla faccia del politically correct e delle finte buone maniere. Stiamo parlando di eres, la dilettante allo sbaraglio più allo sbaraglio che c'è, presente anche stavolta con una ricetta tanto provocatoria quanto perfetta nell'armonia di sapori, gusti e consistenze. Sia chiaro: lei neanche l'avrebbe immaginato di arrivare a tanto e siete pregati di non dirglielo, che maniman la prossima volta fa la brava...
p.s.: parlando di stordite, siamo liete di dare il benvenuto ad un'altra nuova amica, finita fuori concorso perchè, dopo tanto meditare sul kaki-age, è riuscita a sbagliare ricetta. Credo di non aver mai riso così tanto in vita mia, non solo per le vicissitudini in sè, ma per la pericolosa somiglianza con la sottoscritta, che ha inanellato una serie di performance di questo genere da far paura. Tendon di frutta da esaurimento, ha intitolato la sua ricetta la nostra maki, consegnandoci un biglietto da visita così consono all'emmetichallenge che di più non si può. Come dire, ne vedremo delle belle...

quelli che... ce li siamo dimenticati

Con tutta che è dall'alba di ieri che studio tutte le ricette, temo che qualcuno mi sia sfuggito: se non vi ritrovate in questo elenco, non avete che da dirlo e cercheremo di inserirvi in qualche voce (o ne creeremo una apposta per voi). Il caldo non giova al mio neurone aquariano (è l'ultima cavolata che ho sentito, sugli Aquari, che stiamo meglio ibernati e aspettavo giusto l'occasione per farmela tornare comoda)- e insomma, se non vi trovate, fateci un fischio che corriamo ai ripari

quelli che... porca miseria, non ce l'ho fatta

Sono Cranberry, Rosy, Molly, Annamaria e Cle, che pur avendo in testa tante idee, non sono riuscite a postare in tempo. Le aspettiamo per il pdf e per una sorpresa, su cui per ora si tace, perchè sennò che razza di sorpresa è, ma alla quale stiamo lavorando. come dire che, anche senza kaki age, le nostre meningi continuano a friggere...

Ciao 
ale


Mtchallenge giugno- i premiiii


E' tutto dedicato al mitico Renato Cesarini e alla sua zampata felice che andava sempre  a segno a tempo quasi scaduto l'emmetichallenge di questo mese: mai come stavolta, infatti, l'invio delle ricette si è concentrato proprio allo scadere del tempo, facendoci passare dallo sconcerto dei primi giorni all'affanno delle ultime ore, con foto che non si caricavano, link che si cancellavano, commenti che non ne volevano sapere di essere inviati. Alla fine, però, si è tornati ai livelli di sempre, con 65 partecipanti e non sappiamo quanti kaki age a destinazione, perchè abbiam perso il conto, di fronte all'estro e alla fantasia che hanno ispirato alla maggior parte di voi più ricette in un unico post. Di conseguenza, riprendiamo la formula della volta scorsa, per poter fare una menzione speciale per tutti, indipendentemente da chi sarà proclamato vincitore o riceverà qualcuno dei nostri premi: a costo di essere ripetitivi, vi dimostrate ogni volta così disponibili, così generosi, così entusiasti che davvero vorremmo potervi ricompensare in altro modo. Ma così va l'emmetichallenge e quindi vi toccano premi lunghi un giorno: si comincia con questa prima parte, cui farà seguito la seconda, verso mezzogiorno; e poi i 30 mm di dimensione artistica, con Giorgia che premierà le foto più belle e infine, alle 21,00, la proclamazione del vincitore, a reti unificate, sul blog di Acquaviva e sul nostro. Tanta robbbba, insomma...



quelli che ...io amo Acquaviva

Tutti, a dire il vero: non c'è un post, fra quelli che sono arrivati, che non faccia riferimento al piccolo capolavoro con cui Acquaviva ha spiegato la ricetta della sfida. C'è chi lo ha letto di fretta- e poi c'è tornato su (Cristinap), c'è chi lo ha stampato, studiandoselo sul metro,  chi lo ha glossato e sottolineato , chi lo ha messo sul comodino, pronta per meditare anche di notte - e pazienza se si tratta di una frittura di avanzi-  e c'è pure chi si è spinto ai punti di trarre ispirazione da una frittura per mettere ordine fra i cassetti Ma tutti, proprio tutti, hanno avuto parole di sincero elogio e di gratitudine per l'opportunità che ci è stata concessa, questo piccolo affondo nell'immensità della cultura del Sol Levante che ci ha permesso di portare un po' dell'armonia dell'arte culinaria giapponese nella frenesia che regna nelle nostre cucine...


quelli che... la terra trema

Inevitabile ma non per questo meno spontaneo, il ricordo della tragedia che ha recentemente colpito il popolo giapponese è stato l'altro leit motif che ha scandito quasi tutti i post. Qualcuno ha affidato ad una penna oltremodo felice il racconto di quei drammatici momenti, qualcun altro ha espresso la sua commozione in modi contenuti ma non per questo meno toccanti e qualcun altro ancora ha colto le analogie di un quotidiano che cela le sue insidie nella monotonia del tran tran di tutti i giorni. Altri, infine,  hanno affidato all'interpretazione del loro piatto il ricordo di analoghi disastri  che, in tempi più o meno recenti, hanno inflitto le stesse ferite a popoli diversi: lo ha fatto Stefania, dando voce al dramma secolare della gente di Sicilia, esposta come pochi alla furia distruttrice dei terremoti, e lo ha fatto Ele, ricordando l'immane tragedia che solo un anno fa  ha messo in ginocchio Haiti e il suo popolo. A tutti va il nostro grazie, per averci invitato a non dimenticare e per averlo fatto in modo sobrio, composto, alieno da ogni facile retorica, rispettando la dignità di chi soffre e restituendo alla compassione il valore più alto del suo significato.


quelli che...c'ho l'animo zen


lo avreste mai detto? Noi forse sì, specie di fronte a certe creazioni assolutamente armoniose che suggeriscono l'immediata associazione con mondi superiori, che non transitano per la tua via. Ora, comunque, ne abbiamo conferma: galeotto fu il kaki age, che ha dato la stura a più o meno consapevoli ricerche di ordine e di armonia. C'è chi ricerca la bellezza del piatto per compensare un certo caos interiore, chi recupera nella riscoperta del gesto il senso del silenzio o il significato dell'attesa o una nuova armonia familiare o, più semplicemente, li osserva nei cuochi giapponesi e ne resta ipnotizzato; c'è chi percepisce il mistero  della natura e chi ritrova in sè una calma e una tranquillità fino ad allora insperate. e se ancora  non ci credete, abbiamo pure dei testimoni, come la commessa cinese di un negozio del centro di Milano o il proprietario di un banano a cui manca una foglia: chiedetelo a loro, come erano zen i clienti che li interrogavano in perfetto nippo-crucco style o che segavano impavidi il loro giardino, perchè la presentazione è tutto...



quelli che... tengo famiglia

Anche se da sempre, all'mtc si parla un lessico familiare, mai come questa volta parenti ed affini l'hanno fatta da protagonisti. I mariti detengono la palma dei più martoriati citati: da quello che non vuol friggere mai con la pastella, perchè questa gli sporca l'olio, a quello che non vuol friggere più il kaki age, dopo aver rischiato un mezzo incendio per eccesso di zen meditativo della moglie al telefono; da quelli così romantici che si succhiano fino all'ultimo noodles, sforzandosi di far finta di essere a Bali con una moglie ancora normale e non nella cucina di casa, vittima degli esperimenti di una food blogger impazzita a quelli che preferirebbero abbandonare la consorte su una piazzola dell'autostrada, pur di metter fine alle meditazioni da kaki age; e poi ci sono quelli che se lo ritrovano nel piatto per la prima volta ma ne parlano come di un classico della cucina di casa, quelli che vengono puniti dalla frittura molliccia da the day after solo perchè non hanno voluto aspettare che la moglie finisse di friggere alle due di notte , quelli un po' esigenti che richiedono modifiche perchè vabbè che è giapponese, ma intanto poi mangiarlo tocca a loro e quelli che se lo ritrovao nel buffet del compleanno, magari pure con le cozze, visto che ne vanno pazzi. Seguono i figli, da quelli che collaborano a quelli che "no-mamma-no", le sorelle, le amiche e, buon ultimo pure i vicini di casa: dall'ormai mitico signore del banano alla famigerata vicina più famosa della blogsfera, che dà prova, ancora una volta, di essere visceralmente filosofa. d'altronde, già qualcun altro aveva detto che l'uomo è ciò che mangia. Lei, in fondo, si sta solo occupando di quello che vien dopo...


quelli che... come la mamma

e pure come la suocera: mai ci sdebiteremmo con  anna per aver accettato di partecipare alla sfida di questo mese (e per essere la persona che è: diteci voi dove trovate un "concorrente coatto", come tutti quelli dell'mtc, che normalmente si sottopone a tour de force fisici e mentali mostruosi per riuscre a realizzare in Giappone piatti di tradizione italiana e la volta che capita una ricetta del Paese dove vive, dubita se partecipare o meno, perchè troppo avvantaggiata... robe da emmetichallenge, appunto...). Grazie a lei, ora abbiamo pure una ricetta di famiglia del Sol Levante, e pure di quelle doc, vista l'abilità della suocera nel prepararla. Anna trasforma questa tornata in una sfida con se stessa, cercando di riprodurre lo stesso kaki age della mamma di suo marito. Lei dice di non esserci riuscita, perchè certe vette sono ineguagliabili, ma a noi non importa:le dobbiamo l'unica great experience di un Giappone vero, oltretutto colto nell'intimità di una dimensione domestica che non si trova nè nei documentari nè sui libri e che, per un attimo, ci ha fatto sentire tanti piccoli Bourdain, alla ricerca dei sapori più genuini e più veri- e scusate se è poco
e siccome tutto il mondo è paese, anche da queste parte del mondo abbiamo mamme e nonne e zie che "come friggevano loro, nessuno mai più": e quale migliore occasione che il kaki age per rispolverare i segreti di famiglia, reinterpretandoli in chiave giapponese? Lo fa per noi il gamberetto,  che trova nell'armonia del kaki age quelle dosi e quegli equilibri che le nostre nonne e mamme avevano naturalmente nelle dita e che, col rispetto della tradizione e del territorio, crea un ponte, al di là del mare, con la cucina di Anna e con quella di tante altre cucine del mondo. Anche qui, scusate se è poco...

quelli che... famolo italiano

Perchè vabbè che siamo globbbal, vabbè che non ci sono confini, vabbè che il susci e la tempura e belin quanto brucia il uasabi, ma quando si tratta di cucina, meglio che a casa nostra non ci si trova: senza contare che la nostra tradizione regionale va da secoli a braccetto con padelle che sfrigolano e fritti che grondano grassi. E così, ecco le rielaborazioni in chiave siciliana, con gli arancini di Stefania 1, le panelle di Stefania 2 (i numeri si riferiscono rigorosamente all'ordine di apparizione delle ricette- e siete pregati di glissare sul fatto che Stefania non vinca nemmeno qui), e il kaki-age di mamma che cucina; il profumo tutto  campano dei paccheri alla sorrentina di Tery e delle ispirazioni partenopee di sosi; la corposità dei fritti del nord, con gli amaretti della tradizione piemontese di Patty , la maestosità della gran frittura di Giorgio e Valeria,gli intrecci storico- gastronomici del lombardo - veneto nell'incontro fra il panettone e la composta di ciplle bianche di Daniela  , l'inconfondibile presenza delle mele del trentino nello strudel kaki age di Anny , i profumi della Liguria racchiusi in uno scrigno di salvia e acciughe di Diana, fino al kaki age de noartri di maruzza e al kaki age tricolore di cinzia: un amore che non conosce confini, insomma, per un popolo che di sicuro ha tanto da imparare, in materia di rigore, ordine e compostezza- ma che sul fronte culinario non è secondo a nessuno

quello che...famolo fuscion

Ovvero, sempre più difficile: come trasformare il kaki age in un punto di incontro, alla ricerca di equilibri che oltrepassano i semplici ingredienti ma richiedono un coinvolgimento a tutto campo- di ingredienti, tecniche, abbinamenti di ogni sorta. Lo hanno fatto Ele,, Gaia,   max e flaminia, spingendosi quasi all'estremo, con accostamenti arditi nella loro originalità, ma sempre rispettosi del territorio e della tradizione: le loro proposte sono l'ultima tappa di una riflessione che parla di ricerca, di meditazione, di una cura dell'insieme che ha il suo segreto nell'attenzione al dettaglio e la sua espressione più piena in esiti che, in certi casi, sfiorano la poesia. E pazienza se, alla fine, eran fuscion pure le loro meningi: ne valeva la pena...


quelli che... un arcobaleno di colori

Chissà perchè, non ce lo saremmo aspettati: avevamo pensato più alle forme, alla plasticità, alla composizione del piatto e invece ci avete risposto con un bombardamento di colori, dal rosso al rosa, al total green, fino allo strepitoso arcobaleno della Mai che ha declinato in un menu completo la tavolozza di un pittore, rendendo ancor più vivida questa tornata.


quelli che...un tramonto di colori
siamo o non siamo nel Paese del Sol Levante? e allora, beccatevi questi tramonti, nel piatto e dalla spiaggia, belli da mozzare il fiato. Tanto per restare in tema di equilibrio, sia chiaro...


quelli che... no, il fritto, no!

Un sol grido, ca va sans dire: ma erano davvero tante quelle, fra voi, che proprio avrebbero preferito non doversi cimentare con questa tecnica. Un po' perché con questo caldo, un po' perchè ho detto NO al colesterolo, un po' perchè mannaggia, mai venuta una frittura degna di questo nome, le ragioni per lasciare il campo erano molteplici e tutte valide. C'era pure un trauma pregresso da Kaki age, che se uno l'avesse fatto apposta, a scegliere questo piatto, non ci sarebbe riuscito, a scovare un'esperienza simile. alla fine, come sempre, ha prevalso lo spirito della sfida, che vi ha visto armate di padella, di coraggio e di tutte le migliori intenzioni: ma siccome fortuna audaces iuvat, Claudia, la Roby, Oxana, Sabrina, Mariuzza ed Elena non solo hanno fritto senza danni, ma si son pure ricredute sulle loro incapacità. come dire, val più un emmetichallenge che un corso di autostima...


quelli che...Desperate Housewifes

Sono la parte migliore del nostro gioco: in un mondo virtuale che non è immune dalle piccinerie della vita reale- sia che si tratti di foto rubate o di scatti a cibi comprati- trovare persone che confessano serenamente di non essere rimaste soddisfatte della loro prova è l'equivalente di un ago in un pagliaio- tutto tempestato di pietre preziosa, però. A maggior ragione se si considera che stiamo giocando e che nessuno può sindacare se un piatto è davvero riuscito o no: e quindi, imbattersi in concorrenti come Debora o Mapi o Natalia, che interpetano l'emmetichallenge nel modo che più ci piace- mettendosi in discussione, con la serenità di chi gioca in modo leale- è roba che ci scalda il cuore, per davvero.


quelli che...frutta fritta
Ok, lo abbiamo capito: siete orfani di un dolce. E ogni scusa è buona per virare su questo versante, trasformando un piatto di una tradizione gastronomica non avvezza a questo sapore in robe da banco di pasticceria. D'altronde, la stagione estiva non può che ispirare in questo senso, prodiga com'è di questi doni: e quindi, ecco una cascata di frutta fritta- una cornucopia, ci verrebbe da dire- proposta in tutti i modi: mele con crema alla vaniglia e zenzero, mango e mela verde, lamponi-banane e pesche noci, la macedonia in salsa di fragole, le ultime fragole della primavera, le mele e le albicocche e infine  le ciliegie, ora  rivestite di cioccolato, ora abbinate ad una bella mela rossa, a conferma di come la vostra fantasia non conosca confini.


quelli che...con quello che c'è 
altro momento "alto" di questo emmetichallenge, perchè il più vicino allo spirito del piatto. Come ci spiegava Acquaaviva, infatti, il kaki-age è la versione povera del tenpura, l'equivalente armonioso dei nostri svuota frigo- ma alzi la mano che, anche da noi, non è rimasto assorto, cercando ispirazione nella frescura del frigorifero, almeno una volta al mese. E ginestra, Fabiana e Oxana hanno fatto proprio così, traendo spunto nientemeno che dalle erbe del loro giardino. I loro sono i kaki age più profumati di questa sfida, che fondono l'ingegnosità acuita dal bisogno con un amore profondo per i prodotti della terra, unita ad una conoscenza e ad una manualità da paura. Ingredienti non scritti da nessuna parte, ma che hanno reso i loro kaki age assoutamente speciali.


quelli che... se non c'ho tutti gli ingredienti

A parte l'Araba, che dopo questa volta potrebbe anche candidarsi come prova vivente della veridicità del principio che vuole la sfortuna dotata di una vista acutissima, stavolta la frustrazione della ricerca a vuoto è tocca a Cristina e a Vitto, animate entrambe da una parossistica ricerca di tutti gli ingredienti doc. Per quanto determinate e agguerrite, non ce l'hanno fatta: la prima si è scontrata con una commessa cinese che- toh-che strano- non capiva il giapponese e -toh-che-stranodue- non lo capiva nella perfetta pronuncia con influenze crucche della Cristina; la seconda, con l'irreperibilità del tè matcha, in quel di Genova. Il tutto mentre la mia bustina inutilizzata -e pure scaduta- volava in quel di Catania, trovando in terra sicula estimatori più degni della sottoscritta. E ora chi glielo dice, alla vitto, che bastava bussare alla porta di una dispensa a un isolato da casa sua, per trovarsi sommersa di polverine verdi che sanno di refrescume? io no...

quelli che... il glutine no

l'assenza di Gaia (che salutiamo) è stata compensata da proposte gluten free arrivate da chi celiaco non è ma si pone comunque in modo sensibile e rispettoso nei confronti del problema: oltre a Simonetta e a Stefania, è toccato a Marica e Oxana declinare il kaki age nelle forme senza glutine, con ricette elaborate, profumate, pensate: gustose e gluten free, cosa chiedere di più?


quelli che... tutto il resto è soia

Costretti a sottostare a regole ferre sul taglio e la pastella, è nelle salse che avete lasciato correre a briglia sciolta la vostra fantasia: armonie di sapori che si fondono fra di loro, oltre che con il piatto, così  da poter fare storia a sè, da tanto perfetti sono il bilanciamento degli ingredienti e la cura delle preparazioni. Ricordiamo, su tutti, le salse di alessandro (quella piccante, al cocco, limone e zenzero, e quella al lime, coriandolo, zenzero e peperoncino), la salsa pnzu di viola, il chutney di prugne di simonetta, la genialità della gelatina di sakè di michela, la salsa di ananas e peperoncino dei caraibi di Ele e le care, vecchie maionesi fatte in casa, che hanno ritrovato una loro nuova dignità come contorno del kaki age. Quando si dice "ho visto cose che voi umani..."

(fine prima parte)
ale

mercoledì 29 giugno 2011

mtc giugno- gli ultimi kaki age!!!!


Se non fosse che si è svolto tutto alla luce del sole ( e in certi casi, anche della luna, visto che c'è chi, per socngiurere la calura estiva, ha pure fritto di notte), qualcuno potrebbe alzare più di un sopracciglio, di fronte all'ondata di kaki age che si è abbattuta sul nostro blog in queste ultime ore. Chiudiamo a 67 ricette e 65 partecipanti, due terzi dei quali hanno dato il loro contributo in zona Cesarini. Non hanno fatto eccezione neppure gli "anche no", ed è per questo che, contrariamente alle abitudini del fine settimana, dobbiamo pubblicare entrambe le ricette che ci sono arrivate ieri (entro il tempo regolamentare) nella serata di un caldo mercoledì. Sono i kaki age di Teresa, una nuova amica che, pur frequentando da poco la comunità dei food blogger, si è subito lanciata nell'emmetichallenge (imparate, gente, imparate) e la nostra Flaminia, che invece è orma ina habituèe della nostra sfida e che, pur fra mille impegni, è riuscita a lasciarci il suo contributo anche questa volta. Le trovate rispettivamente qui e qui e sono la degna conclusione a questa tornata, alla quale non dedichiamo altre parole, in attesa della grande giornata di premi di venerdì prossimo, il I luglio. 
buona serata
ale e dani

martedì 28 giugno 2011

mtc giugno- il kaki age al salmone di flaminia

IL KAKI AGE DI SALMONE DI FLAMINIA




Questa volta arrivo proprio per il rotto della cuffia …..!!!
Sarà perché a Roma questi giorni sono 35 ° C (che non invogliano proprio a mettersi davanti ad una pentola di olio bollente), saranno gli esami scolastici della prole, sarà la luna di traverso, ma mi sento di aver veramente dato poco spazio alla ricetta di questo mese.
E sì che il post di Aquaviva mi aveva davvero entusiasmato…! così ricco di notizie, costumi, cultura,mi metteva quasi in imbarazzo, per me che sono sempre un po’ istintiva e all’impronta del momento, avere dettami così precisi persino su come si piega il tovagliolo, ti credo che quelle povere geishe dovevano studiare per anni … )))


Comunque “meglio tardi che mai” eccovi qui la mia ricetta

Kaki age di salmone

Filetto di salmone (io surgelato Ikea ma va bene qualsiasi tipo)
Semi di finocchio q.b.
Pepe rosa q.b.
Lamponi ½ cestino
Fragole ½ cestino
Soia q.b.
Zucchero 2 cucchiai

Per la pastella come da copione


Tagliare il salmone a cubetti e metterlo a marinare con il pepe rosa, i semi di finocchio e un po’ di soia in frigorifero coperto da pellicola trasparente per un paio di ore.
Intanto preparare la salsina facendo bollire brevemente i lamponi con le fragole, lo zucchero e la salsa di soia. Lasciare intiepidire.
Preparare la pastella con il tuorlo e l’acqua gelata, a cui aggiungere la farina sbattendo il tutto velocemente.
Friggere a cucchiaiate e buon appetito accompagnando con fragole e lamponi freschi e un bel bicchierino di thè verde magari ghiacciato !!!
A presto
flaminia

mtc giugno: il kaki age con salsa allo zafferano aquilano di Teresa




Premetto: ho scoperto il magico mondo dei foodbloggers solo da poco tempo ed il vostro menuturistico è uno dei miei punti di riferimento!
E' già da qualche mese che mi riprometto di partecipare alle sfide dell'MTC, impegno che non riesco a mantenere per il sopraggiungere di mille imprevisti, il che, unito ad una discreta percentuale di pigrizia, fa si che io resti spettatrice o semplice esecutrice dei magnifici manicaretti che vengono proposti.
Ma questa volta no, seppure in zona Cesarini, non potevo assolutamente mancare per 2 motivi:
1) adoro la cucina orientale, la passione per i fornelli è iniziata innanzitutto grazie alla scoperta delle magnifiche culture, gastronomiche e non, dei Paesi orientali;
2) mi sento particolarmente vicina ad un popolo che ha vissuto una grande tragedia che io, cittadina di L'Aquila, non posso che capire e condividere...
Ed al popolo giapponese, così forte, tenace, orgoglioso, ho voluto dedicare il mio
tris di kaki age con salsa allo zafferano aquilano.Ecco la ricetta:
ho preparato 2 dosi di pastella con la ricetta base di Acquaviva (250 gr farina 00, 2 tuorli, 400 ml circa di acqua freddissima e gasata) ed un'altra dose con la farina di riso (125 gr farina d riso, 1 tuorlo, 200 ml acqua come sopra).
dopodichè ho preparato gli ingredienti dei singoli kaki age:
alle capesante:
- una decina di capesante - 2 patate piccole,- 1 zucchina piccola: il tutto tagliato a rondelle sottili. In più: semi di papavero;
alle cozze:
- una decina di cozze, - 1/2 melanzana, - 2 patate piccole: il tutto tagliato a dadini. In più: miscela shicimi togarashi;
ai gamberi:
- 10 gamberi - 1/3 di peperone rosso - 2 patate piccole: il tutto tagliato a julienne. In più: semi di finocchio
Dopo aver preparato e fatto riposare le pastelle le ho unite ai tris di ingredienti, ben miscelati tra loro con l’aiuto delle mani, riservando al fritto con le melanzane la pastella di riso: ho pensato che la farina di riso compensasse la caratteristica delle stesse di assorbire molto olio.

Ho fritto il tutto a cucchiaiate in due wok diversi (per le due diverse farine) con olio di arachide.

Nel frattempo ho preparato la salsa allo zafferano:
Per la salsa: 250 ml di panna fresca, 1 pezzetto di cipollotto fresco tritato, 1 cartina di zafferano in polvere, sale q b.
Ho riscaldato la panna con il cipollotto facendola sobbollire per un minuto, ho aggiunto lo zafferano in polvere ed il sale. Se si volesse utilizzare lo zafferano in stimmi, ricordare di metterlo in liquido caldo (acqua, brodo, latte ecc..) almeno un’ora prima di utilizzarlo e coperto affinchè non disperda il profumo.

Inoltre: ho preparato anche della salsa di soia con scagliette di zenzero fresco.
Sembrerà strano ma la combinazione dei due accompagnamenti, quando si amalgamano nel piatto individuale, è anch’essa gradevolissima!

Ecco quindi il mio tris di kaki age:

P.S. non facevo una foto con la macchinetta da circa due anni: spero che per questa volta ciò serva a giustificare ambientazione e tecnica scolastiche….
A presto! Teresa Gilda

domenica 26 giugno 2011

mtc giugno- il kaki age "gran frittura" di Giorgio e Valeria


Uno dei mille motivi per cui sarò sempre grata ai potenti mezzi della tecnologia informatica sono gli amici che ho incontrato grazie ad Internet: tutte persone che in altro modo difficilmente avrei potuto incontrare, per ovvie ragioni logistiche, e senza le quali la mia vita di oggi sarebbe più vuota e più noiosa. Valeria e Giorgio sono fra questi e penso che ormai non ci sia più bisogno di parole per raccontarvi quanto siano unici e speciali, viste le numerose partecipazioni all'mtc che ci hanno permesso di sbirciare nella loro cucina e nella loro vita. Stavolta, però, si sono superati, dando prova di una generosità e di un affetto davvero rari: nelle scorse settimane Valeria è incorsa in una disavventura che ci ha lasciato tutti col fiato sospeso e che avrebbe distratto chiunque da un appuntamento mensile di così poco conto come la nostra sfida. Chiunque, ma non lei- che ha trovato tempo e voglia di giocare anche questa volta, affrontando l'ardua impresa di convincere Giorgio a cimentarsi con la frittura da lui più detestata, visto che la pastella- udite udite- sporca l'olio. 
E così, eccoli di nuovo qui, con un kaki-age trionfale, che ha visto finire in pastella gamberi di Lampedusa, alici, sarde, peperoni e melanzane, accompagnato da una salsina mediterranea e dal sale nero delle Hawai, in una sorta di goloso giro del mondo gastronomico di fronte al quale restare impassibili, proprio non si può.
Da parte nostra, un grazie commosso, di quelli che iniziano e non finiscono, grande come l'augurio che tutto possa tornare come prima e meglio di prima.

IL KAKI -AGE GRAN FRITTURA DI GIORGIO E VALERIA


Ebbene sì, devo ammettere che questa sfida di giugno pensavo proprio di doverla saltare, visto com'ero bell'e sistemata ad inizio mese! Ma poi la "cosa" si è evoluta positivamente e stasera ci siamo approcciati a questa nuova sfida!
Devo anche dire che ho dovuto lavorare lo 'scef' ai fianchi per convincerlo a fare "'sta cosa con la pastella" perché dovete sapere che Furio è il re della frittura ma...odia la pastella perché "gli sporca l'olio"..........
Dunque, la pastella l'ho fatta come da regolamento: ho usato la farina Gran Fritto del Molino Quaglia (oramai non usiamo altro per friggere: è fantastica!), il tuiorlo e l'acqua ghiacciata. L'ho fatta
a mezzogiorno e l'ho messa in frigo.
All'ora di cena ho preparato una salsina con uovo sodo, aglio orsino, yogurt greco e olio.
Eppoi vai con la gran frittura: peperone rosso a falde, melanzana a pezzetti, gamberi di Lampedusa, alici e sarde.
Il tutto fritto rigorosamente in olio extra vergine di oliva e poi messo in calda dentro a tiepidino.
Sale nero delle Hawaii e vai..........
Come al solito abbiamo esagerato con le quantità: sarà contenta mia mamma che domani ha una razione gigante di fritto misto...però non le dico che è una ricetta giapponese...non si sa mai...
Alla prossima,
Valeria e Giorgio.

Kaki-age al baccalà di Cristina, Giulia e Andrea



Gustare su una tavola apparecchiata con cura, perchè questo piatto ne trae beneficio e noi anche. 
queste sono le parole con cui Cristina conclude il suo post- e che abbiamo scelto come introduzione al suo kaki age, proprio perchè vanno dritte al cuore della ricetta della sfida di questo mese. Mai fermarsi alla lettera, ci vogliono dire la nostra amica e i suoi ragazzi, che dopo aver preso alla leggera la semplicità del piatto, si sono accorti via via che ne studiavano i passaggi di quanto coinvolgimento esso comportasse- dalla preparazione del piano di lavoro, all'attenzione ai dettagli, fino alla cura della tavola. Tutti gesti che, di norma, noi facciamo di fretta o che, in nome della fretta, vengono trascurati, se non addirittura dimenticati, con l'unico risultato di ritrovarci a fine giornata con la sensazione che il tempo "buono", quello per noi e per le persone e le occupazioni a noi care, sia stato fagocitato dal  senso del dovere o dalla routine. Riprenderci il nostro tempo per cucinare, dando al gesto stesso della preparazione del piatto la dignità che gli compete, è un primo, grande passo verso la riconquista degli spazi più nostri: appena lo ha capito, Cristina ha voluto coinvolgere i suoi figli e insieme hanno scoperto quanto sia facile e salutare chiudere le porte allo stress e alla frenesia di certi ritmi, recuperando nella condivisione di gesti abituali la consapevolezza di un presente che va salvagaurdato e goduto, meglio che si può.



 KAKI AGE AL BACCALA' DI CRISTINA, GIULIA E ANDREA

 

Mamma mia, che sfida!!!!!
Dunque, prima ho letto il post di Acquaviva e sono rimasta incantata dalla sua poesia, poi l'ho stampato e l'ho riletto con più calma per poter seguire la tecnica corretta, stupita come sempre dalla filosofia giapponese applicata ad ogni fase della vita, anche a delle "semplici" frittelle.... ecco, l'ho detto!!!!! La ricetta in sè è davvero semplice, ingredienti sminuzzati, pastella, "salsina" di accompagnamento.... quindi l'ho presa alla leggera, una sera in cui avevo un'oretta libera, con tutto ammassato disordinatamente sul tavolo, mentre ridevo e scherzavo con i miei figli, ecc. e alla fine l'ho capito: non è semplice e non sono nemmeno frittelle! Fidatevi di questo e io mi astengo dal raccontarvi i dettagli......
Mi spiego, la vera sfida, almeno per me, è stato rimettermi a fare tutto dall'inizio, in un'altra serata, senza limiti di tempo e completamente assorbita dalla ricetta e dal post di Acquaviva. Con gli stessi ingredienti e i figli intorno, anche loro gli stessi :-)) ma questa volta in veste di collaboratori.Non pretendo di arrivare a dire che ho capito, ma almeno ci ho provato seriamente ed è stata un'esperienza rilassante e rilassata.
La cucina questa volta era linda e ordinata, con a portata di mano solo ciò che serviva. Gli ingredienti disposti su piatti e ciotole, in modo logico e noi tre, in silenzio quasi religioso, Andrea con lo scalogno e Giulia alla mandolina con le zucchine e le patate.
Tutta un'altra cosa!
Grazie Acquaviva, hai saputo dare un uno stop alla frenesia tutta milanese con cui ci buttiamo in ogni cosa e ci hai regalato una serata di armonia e tranquillità.
Da ripetere!

Kaki-age al baccalà di Cristina, Giulia e Andrea
400 gr di baccalà già ammollato2 zucchine2 patate piccole o 1 grandeolio di arachidisale e pepe

Pe la pastella rimando esattamente al post di Acquaviva
Per l'accompagnamento:1 scalognoun bicchiere di lattefoglie di menta

Sminuzzare il baccalà al coltello in pezzetti irregolari e unirlo alle zucchine e patate tagliate a jullienne, togliendo l'eventuale acqua in eccesso.Salare e pepare e mescolarlo alla pastella preparata e messa in frigo per non farla scaldare troppo.
Friggere un cucchiaio di composto per volta per non abbassare la temperatura dell'olio e girare per dare cottura e colorito uniforme. Io uso un pentolino piccolo rivestito in ceramica con cui mi trovo veramente bene.
A parte, prima, tritare uno scalogno e farlo appassire a fuoco bassisiimo senza che soffrigga, aggiungere il latte e portare quasi ad ebillizione, spegnere il fuoco e mettere 3-4 foglie di menta rotte con le mani.Lasciare raffreddare a temperatura ambiente, non freddo.
Gustare su una tavola apparecchiata con cura, perchè questo piatto ne trae beneficio e noi anche.

sabato 25 giugno 2011

Kaki age alla ligure di Diana (salvia e acciughe fritte)


 
Non so se sia un'usanza circoscritta solo ai nostri confini, ma da noi, appena spunta un raggio di sole e si può mangiare in terrazza, ci si precipita a friggere la salvia. Lo stesso vale quando si vedono delle belle piantine al mercato e le si seziona mentalmente - le foglie brutte nella focaccia, quelle più tenere nei condimenti, quelle più grosse nella pastella- e sempre più spesso, nei cartocci di fritto che offrono durante i buffet, capita di incotrare anche queste delizie. L'acciuga fritta, poi, è quanto di più vergognosamente irresistibile si conosca, almeno da noi. Personalmente, mi tiro fuori dal mucchio (non mi fanno impazzire, per cui riesco a contenermi), ma di fronte a un piatto di acciughe impanate, appena scolate dall'olio della frittura e spruzzate di sale e limone, ho visto cose che voi umani etc etc. 
Di conseguenza, se tenpura deve essere, in Liguria, è a partire da questi ingredienti. E se tenpura ligure dev'essere, qui sopra, porterà la firma di Diana che ormai è diventata la tesimonial di MT di tutti i profumi, i sapori e i segreti della cucina della nostra regione, laddove tira il vento di Ponente. E' così tanto ligure che ha pure messo il vino bianco nella pastella, cosa che non si sarebbe dovuta fare ma che, da figlia di madre che col vino bianco ci fa pure la sfoglia dei ravioli (invece che con le uova), capisco fino in fondo. E apprezzo pure.

Insomma, a farla breve: non sarà proprio un kaki-age ortodosso, ma penso che saremo in pochi a restare impassibili, di fronte a questa ricetta. Anche perchè la salvia è bella fiorita sul balcone e sto giusto andando dal pescivendolo, a vedere il pescato della mattina....

IL KAKI-AGE ALLA LIGURE (SALVIA E ACCIUGHE) DI DIANA

 

Eccomi, come sempre in ritardissimo, ma ci sono........la tempura non la so fare, ma forse stavolta ........ devo dire che questa ricetta è di una semplicita' disarmante ed è anche da porca figura, come direbbe la Ale, pero' come sempre, il fritto è sempre il meglio!!! certo che non possono aspettare e quindi bisogna assolutamente cucinarle e mangiarle, ma sono talmente veloci che, anch'io nella mia solita imbranataggine sono riuscita.
Ho intravisto questa bella ricetta su Gambero Rosso e visto che nell'orto la salvia abbonda, le acciughe le abbiamo sempre, mi sono detta: why not?
ANTIPASTO o APERITIVO

INGREDIENTI E DOSI PER 4 persone
24 belle foglie di salvia;
12 filetti di acciuga sott'olio
per la pastella: 150 g di farina; 1 uovo; 2 o 3 cucchiai di vino bianco; 1 cucchiaio d'olio d' oliva;
olio di oliva o di arachide per friggere
Rompere l'uovo in una ciotola, sbatteterlo e unitevi la farina, l'olio e il vino.
Mescolare bene e aggiungere, poco per volta, tanta acqua fredda quanto basta per avere una pastella fluida.

Lavorare bene il composto sciogliendo eventuali grumi e lasciar riposare per almeno un'ora.
Lavare le foglie di salvia, asciugarle con un panno e allinearne la metà sul tavolo.

Mettere su ogni foglia un filetto di acciuga e coprirla con l'altra metà delle foglie fissando i due strati con uno stecchino.
Scaldare abbondante olio nella padella dei fritti e, quando sarà ben caldo [175°], tuffarvi i pacchettini dopo averli passati nella pastella.

Scolarli quando saranno dorati e appoggiarli su un doppio foglio di carta da cucina.
Un consiglio, non salate perchè le acciughe fanno gia' la parte del leone e servire le frittelle caldissime con un aperitivo o come antipasto.

SALSA DI ACCOMPAGNAMENTO
.......quasi un gazpacho!
1 pomodoro cuore di bue
foglie di basilico freschissime
2 falde peperone verde
1 cipollino fresco
sale pepe e olio q.b.
Tagliare a tocchetti il pomodoro, il peperone, le foglie di basilico e il cipollino, mettere il tutto nel mixer con olio, frullare e aggiustare di pepe e sale. Tenere al fresco.
Versarne un poco in un fingerball e intingere le frittelle di salvia nella salsa.
 
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