Ci sono piatti che hanno tradizioni così particolari e strane, che sembra quasi incredibile siano arrivati fino a noi senza trasformarsi in immangiabili misture di ingredienti…. Tanto lontana è l’origine, che il pensiero quasi non riesce ad immaginarsi la prima apparizione a tavola di queste creazioni, che attraversano in modo trasversale il tempo e lo spazio: è il caso del nostro piatto odierno, lo Strudel. Pensavo che fosse un dolce di origine altoatesina, o insomma nordica, ed ecco che invece scopro tutta un’altra storia.
Immaginate : siamo in Assiria una regione dell'alto Tigri (vi ricordate la storia della mezzaluna fertile insieme all’Eufrate?), corrispondente all'estrema regione settentrionale dell'odierno Iraq. E’ l’ VIII secolo a.C. e sulla tavola dei benestanti del luogo troviamo una preparazione dolce, cotta solo in occasioni speciali, un’insieme di noci tritate e miele messi tra strati sottili di pasta di pane , cotto in forni a legna. E’ il “padre” della baclava.
Da li a poco i vari mercanti che vennero in contatto con il popolo assiro e con questo suo dolce, pensarono di portarlo con loro per farlo conoscere anche nelle loro terre di origine….Così, solcando il mare su veloci imbarcazioni la ricetta arriva in Grecia passa , e qui viene apportata una sostanziale modifica: niente più strati di pane ma sfoglie sottilissime di pasta, che può essere tirata fino ad avere fogli (φύλλο) che alternati al ripieno , donano morbidezza e leggerezza al dolce. La nuova ricetta prende il sopravvento e siamo già nel III secolo a.C. quando questo dolce divenne “il dolce” da preparare nelle occasioni importanti….
Immagine da qui |
baclava turco da qui |
sono greche (μπακλαβά), albanesi (bakllava), bulgare (баклава), serbe (baklava/баклава), arabe appunto (بقلاوة baqlāwa), israeliane (בַּקְלָוָה, בקלווה baqlava), persiane (باقلوا baqlavā),
armene (փախլավա paḫlava), bosniache e turche (baklava).
da qui |
Gli Ottomani intanto continuarono ad espandersi, conquistando terre e paesi lontani…
finché, 1526 il sultano Solimano il Magnifico, arrivò a sconfiggere gli Ungheresi nella battaglia di Mohacs, annettendo gran parte dell'Ungheria, e giungendo nel 1529 perfino ad assediare Vienna, che resiste mentre la gran parte dell’est europeo finisce sotto il suo giogo, dove rimane per molti anni. In questo periodo, quindi, gli inevitabili contatti dell’Europa con una potenza ed una cultura che già da molti anni la terrorizzava portarono cambiamenti in molti aspetti della vita delle nazioni sottomesse e tra questi, sicuramente, anche le abitudini alimentari. Tra queste, il dolce delle grandi occasioni, quello per il quale ancora oggi si dice in Turchia "Non sono ricco abbastanza da poter avere in tavola baklava e burek ogni giorno", arriva in Ungheria. Qui i pasticceri già noti per le loro meravigliose capacità se ne appropriano, trasformandolo con due fondamentali aggiunte: innanzitutto le mele, poco presenti in Turchia ma abbondanti e gustose in Ungheria e poi il nome, che in tedesco vuol dire vortice, e che deriva dall’idea di arrotolare la pasta intorno al suo ripieno. Così rimaneggiato, ebbe una fortuna incredibile e “con l'impero austro-ungarico il dolce divenne tra i più diffusi e dopo il Congresso di Vienna del 1815 entrò alla grande anche nella tradizione gastronomica delle Tre Venezie. Ma non è stato un caso isolato perché la Repubblica di Venezia ha sempre avuto l'accortezza di portare a casa tutto ciò che di buono ha trovato nella sua espansione e nei suoi contatti commerciali” come racconta Giampiero Rorato, autore dei testi e curatore delle ricette di "Dolci e pani del Veneto. Storie e ricette dalla Serenissima alla Mitteleuropa".
finché, 1526 il sultano Solimano il Magnifico, arrivò a sconfiggere gli Ungheresi nella battaglia di Mohacs, annettendo gran parte dell'Ungheria, e giungendo nel 1529 perfino ad assediare Vienna, che resiste mentre la gran parte dell’est europeo finisce sotto il suo giogo, dove rimane per molti anni. In questo periodo, quindi, gli inevitabili contatti dell’Europa con una potenza ed una cultura che già da molti anni la terrorizzava portarono cambiamenti in molti aspetti della vita delle nazioni sottomesse e tra questi, sicuramente, anche le abitudini alimentari. Tra queste, il dolce delle grandi occasioni, quello per il quale ancora oggi si dice in Turchia "Non sono ricco abbastanza da poter avere in tavola baklava e burek ogni giorno", arriva in Ungheria. Qui i pasticceri già noti per le loro meravigliose capacità se ne appropriano, trasformandolo con due fondamentali aggiunte: innanzitutto le mele, poco presenti in Turchia ma abbondanti e gustose in Ungheria e poi il nome, che in tedesco vuol dire vortice, e che deriva dall’idea di arrotolare la pasta intorno al suo ripieno. Così rimaneggiato, ebbe una fortuna incredibile e “con l'impero austro-ungarico il dolce divenne tra i più diffusi e dopo il Congresso di Vienna del 1815 entrò alla grande anche nella tradizione gastronomica delle Tre Venezie. Ma non è stato un caso isolato perché la Repubblica di Venezia ha sempre avuto l'accortezza di portare a casa tutto ciò che di buono ha trovato nella sua espansione e nei suoi contatti commerciali” come racconta Giampiero Rorato, autore dei testi e curatore delle ricette di "Dolci e pani del Veneto. Storie e ricette dalla Serenissima alla Mitteleuropa".
Da qui le infinite versioni dello strudel, che, approdato in alto Adige, anche grazie alla grande produzione di mele, è diventato una “gloria locale”. Le ricette dolci, naturalmente sono le più note e l’apfelstrudel, il più conosciuto. Ve ne abbiamo già descritte due versioni classiche dolci d’autore (sono della celeberrima A. Kompatscher); una innovativa (ancora d’autore, lo chef Bassi), e una versione salata per le (St)renne di Carnevale . Oggi è ancora il turno di una versione salata adatta alla stagione, con verdure fresche e la croccantezza della pasta strudel, ancora secondo la ricetta della nostra Annelise. E’ perfetto da gustare con una bella insalata fresca! Solo una cosa: ricordatevi che il segreto principale per la pasta dello strudel è, per dirla in modo romantico, secondo un vecchio detto austriaco, che la sua consistenza sia quella che consente di leggere una lettura d'amore postagli sotto…..
Strudel salato ai cipollotti e ai 3 timo
sale e pepe giugno 2009
Per la pasta come vi dicevo ho utilizzato la ricetta di A. KompatscherIngredienti
250 gr di farina
1 uovo
1 presa di sale
2 cucchiai di olio
1 /16 di litro d’acqua
Per il ripieno
400 gr cipollotti
60 gr di pangrattato
50 gr di mandorle a lamelle
200 gr di crescenza
50 gr di parmigiano reggiano
3 rametti di timo (io ne ho usato un rametto per tipo: 2 timo limone e il serpillo!)
Olio evo
Farina sale
Preparate la pasta per lo strudel . Setacciate la farina sulla spianatoia e con una mano impastatela con l’uovo, il sale e l’olio, mentre con l’altra aggiungete poco per volta l’acqua necessaria perché la pasta abbia la giusta consistenza. Lavorate ora energicamente la pasta con entrambe le mani fino a quando non sarà liscia ed elastica. Raccoglietela formando una palla, spennellatela con l’olio e lasciatela riposare per mezz’ora.
Nel frattempo preparate il ripieno. Pulite i cipollotti , eliminate parte delle foglie verdi e le radici, lavateli e tagliate ognuno a metà nel senso della lunghezza.
Sfogliate i rametti di timo. Scaldate 4 cucchiai di olio in una padella antiaderente, unite i cipollotti, le foglie di timo, e un pizzico di sale e cuoceteli su fiamma bassa per 7/8 minuti. Fate tostare il pangrattato e le mandorle in un padellino con 3 cucciai d’olio finché saranno dorati, versate gli ingredienti su di un piatto e lasciateli raffreddare. Riducete la crescenza a tocchetti e tagliate il parmigiano in scaglie sottili. Stendete la pasta dello strudel direttamente su un canovaccio leggermente infarinato e con un mattarello e l’ausilio delle mani tiratela fino a raggiungere uno spessore minimo che consenta di vedere la trama del canovaccio attraverso la pasta stessa.
Raggiunto questo spessore, ritagliate gli eccessi di pasta per formare un rettangolo e cospargetelo con il composto di pangrattato e mandorle in modo da lasciare libero un margine di 2 cm circa, allineatevi sopra i cipollotti, unite la crescenza a fiocchetti e il parmigiano in scaglie.
Sfogliate i rametti di timo. Scaldate 4 cucchiai di olio in una padella antiaderente, unite i cipollotti, le foglie di timo, e un pizzico di sale e cuoceteli su fiamma bassa per 7/8 minuti. Fate tostare il pangrattato e le mandorle in un padellino con 3 cucciai d’olio finché saranno dorati, versate gli ingredienti su di un piatto e lasciateli raffreddare. Riducete la crescenza a tocchetti e tagliate il parmigiano in scaglie sottili. Stendete la pasta dello strudel direttamente su un canovaccio leggermente infarinato e con un mattarello e l’ausilio delle mani tiratela fino a raggiungere uno spessore minimo che consenta di vedere la trama del canovaccio attraverso la pasta stessa.
Raggiunto questo spessore, ritagliate gli eccessi di pasta per formare un rettangolo e cospargetelo con il composto di pangrattato e mandorle in modo da lasciare libero un margine di 2 cm circa, allineatevi sopra i cipollotti, unite la crescenza a fiocchetti e il parmigiano in scaglie.
Ripiegate verso l’interno i bordi di pasta laterali e, aiutandovi con lo strofinaccio arrotolate la sfoglia sul ripieno, sigillando bene le estremità per evitare che la farcia fuoriesca durante la cottura. Trasferite lo strudel nel forno già caldo a 200°C e cuocetelo per circa 30 minuti.
Servitelo a piacere tiepido o freddo.
Una buona giornata a tutti
Dani
Mi sono fermato su due righe in particolare "E’ il “padre” della baclava" e "1 /16 di litro d’acqua". Adoro quel dolce e quindi potrai ben capire come ho letto il post...dal padre della baklava al pronipote salato ai cipollotti con ingredienti scritti in turco(1 /16 di litro d’acqua)! :P ahahahahahahahaha
RispondiEliminaEcco ho rovinato tutto eh?! :P hihihihihi
Bella la ricetta...quella croccantezza della pasta strudel prima o poi la faccio mia.
Tu, bravissima come sempre :))))))
Sono letteralmente estasiata da questo post!!!
RispondiEliminaGrazie mille!
Se poi passo alla ricetta... considero seriamente l'idea di rifarla... ho una pianta di timo fuori che sta invadendo il frutteto e cipollotti freschi a iosa...
un bacione
ma dai, io mica le sapevo tutte queste peripezie dello strudel!!! post veramente interessante, grazie mille cara dani. le tue foto sono semplicemente spettacolari e mi stanno facendo salivare vergognosamente...
RispondiEliminabaciiiii
ed eccoci allo strudel,presentato magnificamente come solo tu sai fare!!!
RispondiEliminaCiao! lo strudel appartiene alla tradizione, ognuno lo fà come più gli piace variandone il ripieno!
RispondiEliminaottima in questa versione salata e gustosa! cipollotti e mandorle, addolciti dalla crescenza...da provare!
baci baci
uhmmmm questo ripieno è davvero molto molto invitante!!!
RispondiEliminaallora viva i pasticceri ungheresi che ci hanno messo le mele (adoro tutti i dolci con le mele )e grazie alla repubblica veneziana per la scelta glam di portare questo dolce a nostra conoscenza ! io preferisco le versioni dolci ma tu , nella tua ricetta, ci hai messo le cipolle , altro ingrediente tra i miei preferiti e quindi mi ispira anche questa saporita versione salata! to do !!! bacissimi (laroby)
RispondiEliminabellissimo post!!! mi sono persa le altre ricette, corro a vederle :)
RispondiEliminaquesti post (piatto storico) sono sempre interessantissimi.
RispondiEliminaMa lo sai che in tre anni di fila passati al mare in Grecia non ho mai mangiato la baclava. Ne ho viste tante, preparate in vari modi....ma non mi attirano....forse perchè d'estate cerco cose più fresche.
Questo strudel invece....secondo me buonissimo!
un saluto
:-)
ricetta meravigliosa! come l'introduzione interessantissima!!! come al solito i complimenti da fare sarebbero troppi! bravissime! ;)
RispondiElimina@ Mario, quasi quasi cerco apposta la signora Kompascher o chi per lei e ti faccio bacchettare direttamente da lei: la signora è teutonica al 100% ti pare che potesse fornire dosi menoprecise? mah, sei veramente indisciplinato mio caro.....:-))))))))). Ma ti perdono, perchè poi mi fai sempre un complimento, in chiusura che mi blandisce...quindi ...bacissimi anche a bella signora Gambetto!!!!!
RispondiElimina@ Ginestra grazie! incidentalmente è anche una ricetta veloce e croccante e proprio goduriosa.... !
Baci
@ Cristina, ti adoro! un bacione :-))))))))))))
@ Mirtilla :-) sono arrossita!
@ Ragazze grazie e un abbraccio ad entrambe!
@ Tery .....grazie!
@ Roby, ti va se proponiamo una ola per gli ungheresi? anch'io penso sia stata una genialata! Un bacione
@ Eres aspetto commenti allora ! :-)
io ora cosa posso dire?....dopo aver letto di uno dei miei dolci preferiti, dopo averlo ammirato in meravigliose versioni dolci salate e reinterpretazioni varie mi resta solo che da complimentarmi per il lavoro...e chiariti tutti i dubbi, prepararne uno velocemente chè m'è venuta voglia di mangiarne una bella fetta, anche due và ;)
RispondiEliminaUn bacione
Ma tu dimmi che razza di storia elaborata :-) e diciamo che c'entrano pure le mie parti, di straforo...
RispondiEliminaCome al solito un capolavoro di post, ed un capolavoro di ricetta.
evviva lo strudel! ne ho preparato uno due giorni fa! credevo fosse un piatto tipico tedesco/austriaco! grazie anche per le info storiche :-)
RispondiElimina@ Tamara, neppure io l'ho mai assaggiato, anche se ora , dico la verità, un po' mi tenta l'idea di "conoscere" il papà dello strudel!!! però questa versione primaverile e salata è senza dubbio più favorevole anche alla linea......:-)))) Bacioni
RispondiElimina@ Glo83, sei davvero gentile! Grazie
@ Viola, si, in effetti anche a me, mentre scrivevo era venuta voglia di mangiarmene qualche fetta... confesso che anche uuna fettina dolce.....Buonissima serata
@ Prego ! E' stata una novità anche per me!
Baci
Wow, che post strepitoso!
RispondiEliminaCome al solito un post interessante ...però mi è venuta voglia di provare la prima versione..e ora?
RispondiEliminain giardino ho una pianta di timo, aroma che io adoro soprattutto con le melanzane.
RispondiEliminaquesto strudel ha l'aria deliziosa, da acquolina in bocca!
complimenti!
Io ultimamente sto preparando solo ricettine dolci... mh, devo invertire la rotta (^_^)
a presto!
Grazie ragazza! Qualche volta in effetti, uno ha proprio bisogno dei periodi "dolci"! Un bacione
RispondiElimina