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Visualizzazione post con etichetta gamberoni. Mostra tutti i post
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venerdì 8 giugno 2012

Spiedini di totani e gamberoni con panatura alle erbe.

Di Daniela


L'Arte è una delle mie passioni, qualunque forma d'arte, (certo qualcosa più e qualcosa meno):  in generale sono attratta da qualunque forma espressiva l'uomo riesca a creare. Sono affascinata quindi dalla musica, dalla letteratura, dalla scultura, dalla fotografia : insomma sono veramente avida di bello, della genialità, della capacità di chi riesce ad esprimere attraverso un mezzo qualunque il suo talento, spiegando e rendendomi perfettamente chiaro ciò che penso e provo meglio di come saprei fare io stessa.  In particolare, per una sorta di legge del contrappasso dantesca, amo la pittura, perchè lì, proprio, sono veramente, assolutamente, completamente negata!  Ricordo ancora con inquietudine la sensazione orribile davanti ad un foglio bianco, con una matita in mano, mentre mi si richiedeva di disegnare una foglia, o una mela o un qualunque altro soggetto. Riuscivo nel disegno geometrico, facevo cornicette carine, arrivavo perfino a colorare decorosamente, ma disegnare no! E vedevo le mie compagne impegnate a produrre quelli che per me erano splendidi disegni mentre io proprio rimanevo lì, come un salame, disegnando cose ignominiose, che raramente ricordavano l'originale copiato.... Mi sentivo proprio frustrata!
Nel corso degli anni ho cercato di superare questa mia incapacità assoluta attraverso, per esempio, la fotografia, dove composizione e colore mi davano un senso di possibilità nell'esprimermi; ma ogni qual volta si trattava di prendere in mano una matita, erano dolori. 
Ricordo mia suocera, che, pur amandomi molto, una volta, alla mia richiesta se per caso voleva che le disegnassi un modello di camicetta che avevo visto e che tanto mi era piaciuta, mi ha risposto "No, tesoro, per carità!! Raccontamela, che è meglio !!"  o in un altra occasione, quando andava di moda l'odiato Pictionary, alla richiesta di disegnare una rana, mi sono prodotta in questo,
rana

che secondo me EVIDENTEMENTE mostrava un'animale che salta, suscitando le più sonore risate dei partecipanti, oltre a vari sfottò che ancora, ogni tanto, circolano tra i famigliari!!!
Quindi mi imito, oggi più che mai, ad ammirare le opere altrui.... a volte, quando faccio qualcosa, quando metto qualcosa come decorazione sul piatto, mi accorgo di ispirarmi involontariamente a qualcuno... in questo caso peperone e pomodoro non vi ricordano [ovviamente solo ricordano vagamente :-))))] Mirò?


Mirò




Ovviamente questo spiedino è dedicato ad Elisa ed alla sua passione per il pittore catalano e la contaminazione!!!!!



Spiedini di  totani e gamberoni con panatura alle erbe

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mercoledì 26 gennaio 2011

Gamberoni all'Armagnac con polvere di cacao

Di Daniela
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Ve lo ha scritto la Ale proprio ieri ed ha assolutamente ragione: noi passiamo ore a programmare coscienziosamente, a scegliere ricette, a sperimentare nuove idee, a stabilire tempi e modi per postare a organizzare foto e "pensieri" e poi.... e poi invariabilmente arriva il mio celeberrimo "dito a banana" e invece di schiacciare il  pulsante "salva" , il cielo solo sa perchè schiaccio "pubblica" e così ... oplà il post diventa visibile! E lì, se me ne accorgo subito, dopo aver utilizzato per alcuni secondi un linguaggio che oserei definire un filo licenzioso, in cui spiego al mio computer cosa penso dei suoi componenti, nonchè dei suoi programmatori alla V generazione, mi limito ad annaspare per riportarlo allo stato di "invisibile" e rimediare al malfatto.... ma se per caso mi sfugge la faccenda, ricevo, nel giro di pochi secondi, una serie sempre più inquietante di messaggi in codice dalla Ale, che partono dai primi con "criptiche", ma eleganti osservazioni tipo: " Scusa Dani, ma quella che vedo sul blog, non doveva essere tua la ricetta di domani?" arrivando, nel caso io non  legga i primi, attraverso varie fasi sempre più concitate, a quelli più espliciti che culminano in cose tipo: "MA LA SMETTI DI FARE GIUCASCASELLA (tutto attaccato)? HO APPENA POSTATO IO CHE C'ENTRANO ORA I GAMBERI!!!" scritto tutto in maiuscolo, ad esprimere urlo esasperato. Come è successo ieri, ovviamente! Comunque, che siate tecnologicamente avanzati ed efficientissimi o che siate assolutamente squinternati, come noi, con tanto di dito a banana, sono certa che non potrete resistere al fascino di questa super meraviglia di "non ricetta", chic e semplcissima,  colorata e profumata, da "porca figura" insomma, per dirla Ale's style!

GAMBERONI ALL'ARMAGNAC CON POLVERE DI CACAO
gamberoni flambè all'armagnac
Ingredienti per 4 persone
16 gamberoni freschissimi
1 bicchierino di Armagnac
polvere di cacao amaro
succo di un'arancia
olio EVO

Fate saltare in padella i gamberoni per pochi minuti, spruzzandoli col succo d'arancia. Potete lasciarli così, interi, oppure lasciare le teste e la punta della coda eliminando il carapace al centro e il filino scuro dell'intestino, come preferite. Quando il succo si è ridotto, sfumate con l'Armagnac, facendo prendere la fiamma. Servite subito, con una leggera spolverata di cacao, magari adagiandoli su una fetta sottile di arancia....che in realtà è più per bellezza che altro: nulla vieta ovviamente di mangiarla con gusto assoluto, visto che il sapore viene richiamato dal succo di arancia presente in cottura. Che dire: vorrei sottolineare che questo piatto, oltre che di una estrema semplicità, ma molto elegante, è composto da crostacei, con in aggiunta le proprietà naturali del cacao : viene considerato, quindi, leggermente afrodisiaco.....
Non aggiungerò altro!!!
Buon appetito
Dani

PRAWNS WITH ARMAGNAC AND COCOA POWDER
gamberoni flambè all'armagnac
Serves 4


16 very fresh prawns
1 glass of Armagnac
unsweetened cocoa powder
ajuice of 1 orange
extra vergil olive oil


Make stir-fry the prawns for few minutes, sprinkled with orange juice. You can leave them with the , or leave the heads and the tip of the tail removing the shell in the center and the thin dark intestine, as you prefer. When the juice is reduced, blended with Armagnac, by taking the flame. Serve immediately, with a light dusting of cocoa, perhaps lying on a thin slice of orange .... which is really more for show than anything else: of course, nothing prevents you to eat it with absolute pleasure. What can I say: I want to emphasize that this dish, very simple but very elegant, composed of crustaceans, with the additionalnatural properties of cocoa is considered, therefore, slightly aphrodisiac .....
Nothing more to say!
Bon appetit
Daniela

lunedì 18 maggio 2009

Le eredità irresistibili e i gamberoni al tè



Il ricordo più lieto che ho del corso di Ebraico ai tempi dell'Università è legato al clima surreale e divertito che si avvertiva quando, prendendo in mano la Bibbia ed iniziando a leggere dal fondo, esordivamo tutti con " in principio". La cosa ci sembrava così buffa che, un po'alla volta, avevamo preso tutti ad attaccare la lettura così, con buona pace del professore che, una volta riscontrata la vanità dei suoi sforzi di ricondurci a quel minimo di decoro che la sacralità del testo imponeva, si era serenamente rassegnato all'imperscrutabilità del Fato che, per quell'anno, gli aveva riservato una classe di emeriti imbecilli.
L'episodio mi è tornato in mente mentre leggevo L'irresistibile eredità di Wilberforce, opera secunda di Paul Torday, acclamata dalla critica come "semplicemente meravigliosa", " da leggere assolutamente", " un puro gioiello", capace niente meno di infrangere la maledizione che vuole i secondi "parti" meno brillanti dei "primi". Anche il risvolto della copertina sembrava promettere bene: "non sono un alcolizzato: ho la passione per il Bordeaux, tutto qui" risuonava alle mie orecchie come una sorta di "apriti sesamo" che mi avrebbe schiuso le porte di quel trionfo di sensorialità e di godimento allo stato puro che è il mondo del vino.
Se avete un po' di dimestichezza con le quarte di copertina (leggasi: se vi siete già presi almeno tre bidoni solenni, fidandovi delle recensioni sul restro del libro), sapete già che le aspettative per cui avete sborsato a cuor leggero 17.50 euro sono andate miseramente deluse: dissipato il fumo negli occhi delle prime pagine, ci si trova di fronte ad un romanzo che , del romanzo, ha solo il nome: scarsissima l'introspezione psicologica dei personaggi, debole la trama, piatta la scrittura, solo a tratti ( per altro brevi e scoordinati) in sintonia con la materia trattata.
L'unico motivo per cui l'irresistibile eredità di Wilberforce non finisce dritto nella pattumiera virtuale dei libri da buttare è per la trovata dell'impianto narrativo- che è quella che mi ha fatto venire in mente le lezioni di Ebraico, tanto per "chiudere il cerchio": nel senso che la vicenda inizia dalla fine e procede a ritroso, seguendo uno schema cronologico inverso dal quale l'autore non deraglia mai, neppure per concedere al lettore uno straccio di epilogo finale, una postfazione, qualcosa insomma che risollevi dallo sconforto che ti prende quando arrivi all'ultima pagina e ti rendi conto che sapevi già tutto (e, peggio ancora, che quello che sapevi non ti piaceva per niente).
Quindi, se amate il post moderno ma non osate ancora avventurarvi per i sentieri criptici e insidiosi di De Lillo, questo libro fa per voi. E se invece siete amanti di una letteratura tradizionale, che abbia un inizio e una fine (non necessariamente lieta) collocate al punto giusto, lasciate perdere e convogliate la stessa cifra in qualcosa che va all'indietro pure lui, ma lascia ben altro retrogusto...

GAMBERONI AL TE' E ALLO ZENZERO


per 4 persone
16 gamberoni ( o 24 mazzancolle, come quelle che vedete nella foto)
tè verde leggero
un pezzo di zenzero fresco ( circa 10 g)
brodo di pesce
olio EVO.
riso venere per accompagnare

Pulire bene i gamberi, togliere il carapace e il filo nero e farli marinare per due ore nel tè, in cui avrete grattugiato lo zenzero.
Nel frattempo, preparate il riso pilaf: prendete un recipiente che possa andare in forno e fatevi stufare mezza cipolla tritata, come per un normale risotto. aggiungete il riso ( circa due tazze piccole), fate tostare e poi bagnate con del brodo 8 meglio se di pesce), in quantità doppia rispetto al riso. il riso deve essere completamente coperto. togliete dal fuoco e sigillate il recipiente con della carta stagnola, poi infornate a 180 gradi per 18-20 minuti: è pronto quando il brodo è stato completamente assorbito dal riso. Togliete l'alluminio e sgranate con una forchetta.
Togliete i gamberi dalla marinata e fateli saltare velocemente in padella, salandoli leggermente.
Servite in piatti indivicuali, disponendo i gamberi su un letto di riso e portando il resto a parte
Buon appetito
alessandra
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