scappo a Palermo e torno domenica sera. e quindi, niente book club, niente rehab (a proposito: funziona alla stragrande: sono al quinto libro, se si esclude il Pickwick, e nutro Grandi Speranze per i tempi morti in aereoporto), nessuna sortita veloce fra gli scaffali dei vari amazon del mondo per le tentazioni del fine settimana, perchè io mollo tutto, pure la creatura, e vado ad ossigenarmi il neurone nella mia clinica preferita: se vi arrivano echi di crasse risate, da Sud, sappiate che sta funzionando tutto a dovere.
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venerdì 2 marzo 2012
due primi svuota frigo per due valigie che si riempiono....
scappo a Palermo e torno domenica sera. e quindi, niente book club, niente rehab (a proposito: funziona alla stragrande: sono al quinto libro, se si esclude il Pickwick, e nutro Grandi Speranze per i tempi morti in aereoporto), nessuna sortita veloce fra gli scaffali dei vari amazon del mondo per le tentazioni del fine settimana, perchè io mollo tutto, pure la creatura, e vado ad ossigenarmi il neurone nella mia clinica preferita: se vi arrivano echi di crasse risate, da Sud, sappiate che sta funzionando tutto a dovere.
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mercoledì 13 luglio 2011
Teglia di pane carasau e peperoni...
Di Daniela
...e la farfalla che si mette in posa
...e la farfalla che si mette in posa
Amo fotografare: ormai è un fatto che ho talmente ripetuto, che siete autorizzatissimi a dirmi "ok, lo sappiamo già", con fare annoiato. Ho sempre fotografato con gioia e passione tutto ciò che mi circonda con, devo dire, una predilezione particolare per i ritratti; adoro riprendere le mie figlie e finché erano piccoli e si prestavano anche i miei nipoti, a cui ho fatto un numero di foto tali da riempire una decina di album a testa... Mi piaceva e mi piace anche fotografare gli animali, e trovo divertente cogliere le loro espressioni o gli atteggiamenti particolari.... e confesso che incredibilmente ho sempre incontrato esseri umani e non, che, tutto sommato, non si dispiacevano troppo a "posare" per me. Però questa ultima "modella" confesso che mi ha un po' spiazzato, perché passi per i pappagalli che mentre si stanno divorando i MIEI kumquat o i MIEI cachi mi lasciano avvicinare con aria di regale accondiscendenza, passi pure per il pettirosso cicciottello di questo inizio primavera che si è lasciato fotografare mostrando orgoglioso tutte le sue belle piume gonfie,
ma una farfalla che non solo mi lascia avvicinare a meno di 5 centimetri, ma si mette pure di 3/4 dopo avermi guardato, per mostrarmi il suo profilo migliore, questo non mi era mai successo!!!
Teglia di pane carasau e peperoni
Da sale e pepe giugno 2009
Ingredienti per 5/6 persone
250 gr di pane carasau
400 gr di crescenza
4 peperoni gialli e rossi
80 gr di pecorino grattugiato ( io ho usato la ricotta salata)
1 spicchio d’aglio
1 ciuffo di basilico
1 mazzetto di timo
Olio evo
Sale e pepe
Questo, lasciatemelo dire è davvero un signor piatto: elegante, gustosissimo e di una velocità d'esecuzione incredibile, che vi farà fare una signora figura!!!
Lavate i peperoni privateli del picciolo, semi e nervature bianche interne, e tagliateli a falde larghe ¾ cm. Scaldate un filo d’olio in un tegame con l’aglio che eliminerete quando comincia a colorirsi e unite i peperoni: salate , coprite e cuocete per 15 minuti. Ungete d’olio una pirofila e riempitela alternando strati di pane bagnato rapidamente in acqua tiepida, peperoni, pezzetti di crescenza, pecorino qualche foglia di basilico e di timo.
Lavate i peperoni privateli del picciolo, semi e nervature bianche interne, e tagliateli a falde larghe ¾ cm. Scaldate un filo d’olio in un tegame con l’aglio che eliminerete quando comincia a colorirsi e unite i peperoni: salate , coprite e cuocete per 15 minuti. Ungete d’olio una pirofila e riempitela alternando strati di pane bagnato rapidamente in acqua tiepida, peperoni, pezzetti di crescenza, pecorino qualche foglia di basilico e di timo.
Terminate con peperoni crescenza e pecorino e irrorate con un filo d’olio. Infornate a 200° per 25 minuti, finché la superficie sarà dorata e il formaggio all’interno sciolto.
Ora i suggerimenti . Se volete qualcosa di ancor più leggero fate come me: i peperoni passateli nel forno caldissimo per 10 minuti, spegnete il forno e lasciateli dentro a raffreddare e, una volta freddi spellateli, eliminate fili e semi all’interno e tagliateli prima in strisce, senza aggiungere sale o altro.
Per il pane carasau mettetevi vicino un piatto pieno d’acqua appena tiepida e immergete velocemente dei pezzi più o meno della dimensione che si adatti alla vostra pirofila.
Se usate come me la ricotta salata non esagerate poi con il sale.
Dani
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giovedì 9 giugno 2011
Pasta alla Norma per il piatto storico
Di Daniela
BELLINI E LA NORMA
Stiamo per affrontare ancora una volta una storia che coinvolge un celeberrimo musicista italiano: in questo caso parliamo di Vincenzo Bellini. Anche al catanese infatti è legato un piatto storico, tra i più celebri d'Italia, ma non, a differenza di Rossini, per la sua golosità o la sua abilità di cuoco, ma per la bellezza di una sua opera. Ma partiamo dal principio. Vincenzo Bellini, catanese, bello, biondo e delicato nei tratti, acclamato in Italia e nel mondo come compositore di splendide opere liriche, nasce nel 1801.
L'amico di una vita, suo compagno negli anni di conservatorio, lo definisce "candido, dolce, riconoscente, modesto" ma anche "passionato, infiammabile, ardito" : ha molto fascino, è un tombeur de femmes, "volubile come il vento in amore", come egli stesso si racconta in una lettera. E' amico fedelissimo di una vita per alcuni, ma aspro, duro al limite dell'astioso nei confronti degli altri compositori....Insomma, una personalità molto complessa. Visse a Londra ( "Qui posso dire che mi diverto ed assai fra le continue feste da ballo, teatro, pranzi, concerti ecc.. Conosco tutta Londra e quindi tutti mi invitano") e a Parigi, dove entrò in stretta relazione con Rossini, Chopin ed altri musicisti dell'epoca ; in Italia fu amatissimo: inaugurò qui a Genova il Carlo Felice (il nostro teatro lirico) il 7 aprile 1828, alla presenza dei sovrani del Regno di Sardegna, Carlo Felice e della regina Maria Cristina di Savoia, con la sua opera Bianca e Fernando (che venne rielaborata appositamente dall'autore per questo avvenimento) su libretto del genovese Felice Romani, ma compose anche per il San Carlo di Napoli , per la Fenice di Venezia e così via diventando celeberrimo ovunque. Ma come tutti i più cari agli Dei, anche Bellini ebbe una vita molto breve.
Nel settembre 1835 egli scrive che "Una leggera indisposizione mi ha impedito di venire a Parigi". Invece è l'inizio della fine: morirà da li a poco, per una infiammazione acuta intestinale, il 23 del mese, a 34 anni e ancora esiste un alone di mistero intorno alla sua morte : qualcuno pensa che sia stato avvelenato.
Ora comprendetemi : potevo io in questo frangente, no dico, potevo, in spregio all'interesse manifesto dell'altra metà di questo blog, ignorare i monumenti funebri del nostro ? Si, I monumenti perchè sono addirittura 2: uno al Pere-Lachaise, a Parigi, dove riposò, fino al 1876 (insieme a Guillaume Apollinaire, Honoré de Balzac, Sarah Bernhardt, Georges Bizet, Maria Callas, Jean-François Champollion, Luigi Cherubini, Frédéric Chopin, Auguste Comte, Jean-Baptiste-Camille Corot, Eugène Delacroix, Jean de La Fontaine, Gustave Doré, Isadora Duncan, Giulia Grisi, Jean Auguste Dominique Ingres, Amedeo Modigliani, Virginia Oldoini Contessa di Castiglione, Adelina Patti, Georges-Pierre Seurat, Gertrude Stein, Oscar Wilde, ecc ecc......) e il secondo a Catania, all'interno del Duomo della Città.
Ma a noi interessa Norma: e Norma, composta in meno di tre mesi, dall'inizio di settembre alla fine di novembre del 1831, debuttò al Teatro alla Scala di Milano il 26 dicembre. "Fiasco, fiasco, solenne fiasco" disse lo stesso Bellini. Ma sbagliava: di li a poco Norma diventò un successo clamoroso.
La cavatina più celebre dell'opera, Casta diva, molto difficile da eseguire, è diventata nel corso degli anni il cavallo di battaglia dei più celebri soprani del mondo, come Giulia Grisi (che combinazione vuole riposi anche lei al Pere-Lachaise), Joan Sutherland e
Montserrat Caballé, ma soprattutto della divina Maria Callas, che in questo ruolo ebbe successi infiniti: bisogna aggiungere che la sua difficoltà e in generale la difficoltà del ruolo è tale che Norma è un'opera molto celebre, ma molto meno rappresentata di quanto dalla sua fama ci si aspetterebbe. Perfino una rosa è stata dedicata a questo pezzo così celebre.....
Eccoci allora, finalmente a parlare della storia del piatto di cui oggi ci interessa la pasta alla Norma. Il successo, dicevamo, di quest'opera fu tale che, specialmente in Sicilia “Pari ‘na Norma” ovvero, “ sembra una Norma”, era la pietra di paragone alla quale i fantasiosissimi catanesi misuravano qualunque cosa bella e degna di ammirazione capitasse nel periodo successivo al travolgente successo dell'opera del loro concittadino: questa frase era divenuta, quindi, il complimento più alto per rendere omaggio a qualunque cosa ritenessero eccellente. La nascita di questo piatto ha una data ben precisa e la si fa risalire all’ autunno del 1920, quando Nino Martoglio, poeta e buongustaio siciliano, l'equivalente, per capirci, di Porta per i Milanesi o del Belli per i romani o Fucini per i toscani, accolse una pasta fatta servire dalla sua ospite, Donna Saridda Pandolfini, appartenente ad un'altra celebre famiglia di artisti, con queste parole: “Signura, chista è ‘na vera Norma”!!
Questa espressione, omaggio alla capacità culinaria della signora e all'arte magnifica di Bellini, piacque talmente che rimase legata al piatto e fece in breve il giro del mondo. Nacque la "pasta alla Norma".
Posso darvi ancora due curiosità ? Volete sapere come si chiamava il soprano che interpretò il ruolo di Norma alla prima assoluta dell'opera alla Scala : Giuditta Pasta. Originale vero?
Altra cosa: la notorietà di autore ed opera è stata tale che le vecchie 5000 lire italiane avevano stampato sul davanti il bel viso di Bellini, e, sul retro, proprio il disegno rappresentante Norma che canta, nel bosco illuminato dalla luna, il suo Casta Diva...
BELLINI E LA NORMA
Stiamo per affrontare ancora una volta una storia che coinvolge un celeberrimo musicista italiano: in questo caso parliamo di Vincenzo Bellini. Anche al catanese infatti è legato un piatto storico, tra i più celebri d'Italia, ma non, a differenza di Rossini, per la sua golosità o la sua abilità di cuoco, ma per la bellezza di una sua opera. Ma partiamo dal principio. Vincenzo Bellini, catanese, bello, biondo e delicato nei tratti, acclamato in Italia e nel mondo come compositore di splendide opere liriche, nasce nel 1801.


La cavatina più celebre dell'opera, Casta diva, molto difficile da eseguire, è diventata nel corso degli anni il cavallo di battaglia dei più celebri soprani del mondo, come Giulia Grisi (che combinazione vuole riposi anche lei al Pere-Lachaise), Joan Sutherland e
Maria CAllas |
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La mia Casta diva |
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Giuditta Pasta |
Posso darvi ancora due curiosità ? Volete sapere come si chiamava il soprano che interpretò il ruolo di Norma alla prima assoluta dell'opera alla Scala : Giuditta Pasta. Originale vero?
Altra cosa: la notorietà di autore ed opera è stata tale che le vecchie 5000 lire italiane avevano stampato sul davanti il bel viso di Bellini, e, sul retro, proprio il disegno rappresentante Norma che canta, nel bosco illuminato dalla luna, il suo Casta Diva...
http://www.magiadellopera.com/pdf/bellini_pdf/bellini_La%20vita.pdf
http://www.cataniaperte.com/bellini/
http://www.taccuinistorici.it/ita/news/contemporanea/bpersonaggi/Vincenzo-Bellini-tra-banchetti-e-donne.html
http://www. wikipedia.com
per 4 persone
400 g di bucatini
1 melanzana
100 g di ricotta salata
1,5 kg di pomodori maturi
2 spicchi d'aglio
1 mazzetto di basilico
olio EVO
sale e pepe
http://www.cataniaperte.com/bellini/
http://www.taccuinistorici.it/ita/news/contemporanea/bpersonaggi/Vincenzo-Bellini-tra-banchetti-e-donne.html
http://www. wikipedia.com
PASTA ALLA NORMA
da Alba Allotta- La Cucina Siciliana, Newton Compton Editori
per 4 persone
400 g di bucatini
1 melanzana
100 g di ricotta salata
1,5 kg di pomodori maturi
2 spicchi d'aglio
1 mazzetto di basilico
olio EVO
sale e pepe
Lavate i pomodori e tuffateli in una terrina con acqua calda, per una decina di minuti. Pelateli, privateli dei semi e tritateli grossolanamente: poi, trasferiteli in un tegame in cui avrete fatto imbiondire l'aglio con un filo d'olio. Aggiungete le foglie di basilico, una presa di sale e una spolverata di pepe, poi mescolate e lasciate addensare il sugo su fiamma moderata.
Sciacquate la melanzana, tagliatela a dadini e fatela riposare in un colapasta, cosparsa di sale, per un'ora. Quindi, friggetela in olio caldo.
Lessate la pasta in acqua bollente salata, scolatela al dente e versatela nel tegame con la salsa. Mescolate con cura e aggiungete le melanzane, una manciata di foglioline di basilico e la ricotta salata a scaglie.
Buon appetito
Dani
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