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lunedì 9 novembre 2009

Budino di Natale alla francese (P. Bocuse)

parigi25

E questa, la faccio io...
perché sa di Natale
perché sembra facile
perché ho la ricetta di una salsa al cioccolato che qui ci starebbe benissimo ( cos'è che dicevo ieri, a proposito delle eresie???)
e, soprattutto, perché è di Paul Bocuse
Che, amio modestissimo modo di vedere, è in assoluto il più grande di tutti i cuochi d'Oltralpe, Troisgras, Ducasse e Loiseaux (pace all'anima sua) inclusi.
E non è tanto perché è il più "longevo" fra i detentori delle tre stelle michelin, o perché ha inventato la nouvelle cusine "vera", quella dello sdoganamento della fantasia e della legittimazione dell'assaggio e della degustazione, al posto delle grandi abuffate degli anni precedenti, ma perchè è stato davvero lo chef della svolta: se i cuochi dei grandi ristoranti hanno fatto il gran salto da onesti artigiani a imprenditori coraggiosi, professionisti attenti a tutto quanto fa ristorazione di alto livello, dalla scelta delle materie prime ai corredi di sala, indiscusse star del nostro tempo, è a Paul Bocuse che lo si deve.
Gli si dovrebbe la stessa attenzione anche nello stile, mai oltre le righe, e nel coraggio della coerenza: non ha esitato a disconoscere le degenerazioni della sua creatura più importante (prese ufficialmente le distanze dalla nouvelle cusine quando ne constatò l'incolmabile distanza fra le sue proposte), non ha premuto l'acceleratore sulle sperimentazioni, ha sempre mantenuto una meravigliosa umiltà, grazie alla quale non ha mai perso il senso dell'ospitalità ( alla faccia degli chef che neppure si degnano di salutare il cliente) e neppure la voglia di mettersi in gioco, senza chiudersi nell'autoreferenzialità o, peggio ancora, nell'insano culto della propria immagine. Insomma, un modello di abilità, di stile, di inventiva e di classe, a cui dobbiamo anche un rispettoso recupero della tradizione, come questo meraviglioso dolce dimostra.

BUDINO DI NATALE ALLA FRANCESE

Ingredienti
per 8 persone

500 g di marron glacèe a pezzi
120 g di burro
80 g di panna liquida
6 uova
2 tuorli
12 amaretti morbidi
confettura di albicocche
vanillina

per la salsa al cioccolato
250 g di cioccolato fondente
200 g di panna per dolci
30 g di burro

Frullate i marroni, profumateli con la vanillina. mescolatevi 100 g di burro ammorbidito e la panna. Passateli al setaccio,raccogliete il ricavato in una terrina e incorporatevi, uno a uno, gli 8 tuorli, quindi i 6 albumi, montati a neve fermissima. Imburrate uno stampo da charlotte di 18 cm di diametro, alto 12 com. Sistematevi il composto e cuocetelo a bagnomaria, nel forno, a 170 gradi per circa un'ora e trenta. Sformate il budino e servitelo caldo, guarnito a piacere con una salsa preparata racendo fondere il cioccolato con un po' di acqua e incorporandovi fuori dal fuoco la panna e il burro, sbattendo bene con una frusta. A parte, serviti gli amaretti, uniti a due a due con 4 cucchiaiate di confettura fatta ridurre al fuoco

lunedì 2 novembre 2009

Chi la fa? La Zuppa di Castagne di Nero Wolfe



marroni

Quanto ami Rex Stout, è cosa risaputa. Così come è risaputa la mia insana e irrefrenabile passione per Archie Goodwin, di cui sono pubblicamente innamorata dal lontano 1978, quando presi per la prima volta in mano un romanzo della irresistibile coppia. Che poi abbia sposato una sorta di Nero Wolfe, con tanto di grugniti e camicie gialle, questa è un'altra faccenda, che desidererei non venisse approfondita, plis. Ma, al di là dei grugniti e delle camicie gialle- o forse, proprio per questo- resta il fatto che Nero Wolfe sia un mito, tanto per i giallisti, quanto per gli amanti della gastronomia: e bene sanno quelli della Sonzogno, che hanno recentemente dato alle stampe un libro strepitoso, intitolato "Il Manuale di Cucina di Nero Wolfe", scritto dallo stesso Stout, che è quanto di più scientifico io possa aver mai letto sull'argomento. Nelle 251 pagine di carta patinata sono infatti raggruppate non solo tutte le ricette che fanno da sfondo alle avventure del Nostro, ma anche le citazioni letterarie, con una puntualità ed una attenzione che ne fanno davvero un'opera di enorme pregio, sotto tutti gli aspetti. E giusto per darvi un'idea di quello che intendo dire, eccovi un piccolo esempio, scelto fra le oltre cento ricette, con i soliti criteri di fattibilità e reperibilità degli ingredienti: una zuppa di castagne che sublima la semplicità di un ingrediente povero, innalzandolo alle vette dell'Alta Cucina, dove alberga incontrastato l'ineffabile Fritz, che di questo piatto è l'artefice grandioso

marroni

Zuppa di Castagne
da RexStout, Il Manuale di Cucina di Nero Wolfe
Sonzogno Editore,
25,00 euro


Fritz portò un vassoio alla mia scrivania: zuppa di castagne, panino di roast-beef col suo buon pane fatto in casa, insalata di crescione, mele cotte nel vino bianco e un bicchiere di latte
TROPPI CLIENTI

Ingredienti per 4-5 persone
1 kg di castagne
1 cucchiaio di olio EVO
120 g di burro
1 costola di sedano a dadini
1 porro affettato
1 carota affettata
1 dl di brodo di pollo
1 tuorlo
2 cucchiai di vino bianco secco
250 ml di panna leggera
250 ml di panna montata ( o di panna acida)
sale e pepe

Per sgusciare facilmente le castagne, praticate un'incisione su ognuna, usando un coltello affilato. Pennellatele di olio, ponetele su una teglia a bordi bassi, quindi fatele cuocere in forno a 250 gradi per 10-15 minuti, fino a quando i gusci si apriranno. Togliete questi ultimi e la pellicna sottostante.
Fate fondere 100 g di burro in una pentola dal fuoco pesante. Rosolatevi il sedano, il porro e la carota per 5 minuti. Salate e pepate. Unite le castagne lessate e versate il brodo. Portate ad ebollizione e proseguite la cottura, fino a quando le castagne saranno morbide. Togliete le castagne e le verdure con una schiumarola, quindi frullatele e rimettetele sulla pentola con il liquido di cottura. Unite il resto del burro. Lavorate il tuorlo con il vino bianco e la panna leggera. Incorporate un poco della purea di castagne al composto, poi versatelo lentamente nella zuppa, mescolando sempre. Aggiustate di sale e servite ben caldo, con 1 cucchiaio di panna montata o di panna acida al centro di ogni tazza.

Variante: Unite al burro fuso, insieme con gli altri aromi, anche un cucchiaino di dragoncello tritato ( o mezzo cucchiaino di prodotto essicato) Fritz provò questo accostamento per la prima volta in Dollari Matti e Wolfe approvò)

Chi la fa? Lo aspetto
Ale&Dani


lunedì 26 ottobre 2009

Tortine di frutti di mare al curry (m. roux)



chi la fa?

Se non fossi più che sicura che non saprebbe che farsene, aggiungerei al lunghissimo elenco di riconoscimenti di cui negli anni è stato oggetto Michel Roux( fra cui 21 anni di tre stelle, al Waterside Inn di Bray) la palma del più bel libro di cucina del 2009. Il suo Frolla&Sfoglia, infatti, uscito per i tipi della Guido Tommasi Editori, è una sorta di scrigno di tutti i segreti delle paste basi, dalla brisée alla pasta fillo, passando per la sfoglia, la frolla, la pasta choux, l'impasto per brioches, la pasta per la pizza e quella per il pie, il tutto condito da ricette, trucchi, malizie e suggerimenti che hanno fatto sì che da qualche mese questo libro mi accompagni dovunque, dal leggio della cucina al comodino della camera da letto, e financo in macchina, perché i semafori son lunghi. Pertanto, non potevo certo lasciarvi orfani di uno dei suoi capolavori, anzi: se mi conosco solo un poco, penso che questa ricetta sarà la prima di una lunga serie- e se riuscite a realizzarla, sono certa, anzi certissima, che sarete voi a reclamarle a gran voce...

TORTINE DI FRUTTI DI MARE AL CURRY
da Frolla&Sfoglia- Teoria e Pratica dell'Impasto di Michel Roux
Guido Tommasi Editore
25,00 euro

375 g di pasta brisée
24 cozze fresche, pulite
75 ml di vino bianco secco
1 scalogno tritato finemente
3 capesante, grandi
6 scampi puliti
1 cucchaio di curry
100 g di alghe verdi tenere (facoltativo)
75 ml di panna densa
1 uovo
1 tuorlo
sale e pepe macinato al momento

per servire
300 g di fagiolini, tagliati a metà per il lungo
3 cucchiai di olio di arachidi
1 cucchiaio di aceto di vino rosso

Mettete le cozze, il vino e lo scalogno in una pentola capiente, chiudete bene e cuocete a fuoco vivace per 2-3 minuti, finché le cozze si sono aperte; scartate quelle chiuse. Tiratele fuori dalla conchiglia, mettetele in una ciotola, coprite con la pellicola e lasciate da parte.
Versate il sugo di cottura in un pentolino, scaldatelo appena sotto il punto di ebollizione ( non più di 80°) e cuoceteci le capesante per 3 minuti. Tiratele fuori con un mestolo forato e mettetele nella ciotola con le cozze, lasciando il sugo nel pentolino.
Scottate gli scampi in acqua in lieve ebollizione per 2 minuti e scolateli. Staccate le teste, tagliatele a pezzetti, mettetele nel pentolino con il sugo di cottura. Spolverate con il curry e lasciate sobbollire per 3-4 minuti, poi filtrate, premendo le teste con il dorso di un cucchiaio per estrarre più sugo possibile.: dovreste ottenerne 4-5 cucchiai. Mettete da parte; tenete da parte anche le code degli scampi.
Stendete la pasta a 3 mm di spessore e ricavate 6 dischi con un piatto o un tagliabiscotti di 15 cm di diametro. Usateli per rivestire 6 stampini di 10 cm di diametro e 2 cm di altezza. Metteli in frigorifero per almeno 20 minuti
Scaldate il forno a 180 gradi. Bucherellate il fondo dei gusci di pasta. Cuoceteli in bianco, per 10 minuti, con dei pesi perché non si gonfi in cottura, poi togliete i pesi e infornate per altri 5 minuti. Lasciate i gusci negli stampini e metteteli da parte
Tagliate le capesante a metà in orizzontale e mettete una metà in ogni stampino. Sgusciate le code degli scampi, tagliatele a metà per il lungo e sistemate due metà intorno a ogni capasanta negli stampini. Riempite gli spazi con le cozze e, se usate le alghe, sistematele sopra il tutto.
In una ciotola, mescolate la panna, l'uovo, il tuorlo e il sugo al curry tenuto da parte. Salate e pepate a piacere. Versate il composto sui frutti di mare negli stampini e infornate per 20 min circa, finché il ripieno è rassodato. Infilate con delicatezza la punta di un coltello al centro. Se esce pulita le tortine sono pronte.
Mentre le tortine sono al forno, cuocete i fagiolini in acqua bollente salata finché sono teneri. Scolateli e conditeli con l'olio d'arachidi, l'aceto di vino e sale e pepe a piacere.
Appena le tortine sono pronte, sformatele e mettetele nei piatti caldi. Sistemateci accanto i fagiolini e servite subito.
Chi la fa? Lo aspetto
Alessandra & Daniela

lunedì 19 ottobre 2009

L. Montersino- Torta pere e cioccolato ( senza glutine e senza latticini)

Premessa importante: fra tutte le ricette del "chi la fa?" questa è stata la più gettonata, ma anche quella che ha dato qualche problema in fase di cottura. Il sapore, alla fine, era strepitoso e ci si sarebbe stupiti del contrario, visto l'autore, però non si riusciva a trovare il giusto equilibrio fra misura della tortiera e tempi di permanenza del forno. Alla fine, c'è riuscita Ele che, con la sua solita gentilezza, non solo ha svelato l'arcano, ma ha anche acconsetito a che lo si scrivesse in chiaro qui sopra. Ecco qui le sue note, con conclusione finale
La cottura va aumentata di molto (prova stecchino: interno liquido fino a circa 50 min di cottura, ma forse ho il forno che non arriva alla temperatura che indica il termostato...).
La quantità degli ingredienti va benissimo anche per un diametro 24, altrimenti arriva veramente all'orlo e, poi, mentre lievita, bisogna stare a pregare che non debordi...
Detto questo è molto buona, mi è già stata richiesta per una terza volta, in 3 settimane...

L'appuntamento con il "chi la fa?" di questa settimana è tutto dedicato ad un libro a dir poco fantastico, a firma della nuova stella della pasticceria italiana, su cui oggi si spendono un po' dovunque sperticati elogi, grazie anche all'appuntamento quotidiano su Alice, ma su cui da tempo gli esperti del settore avevano scommesso ad occhi chiusi. Sto parlando, ovviamente di Luca Montersino, il cui merito maggiore, a mio parere, è quello di aver scritto un'opera incantevole, per ricette e grafica ( le foto, di Roberto Sanmartini, sono una più bella dell'altra) interamente dedicato ai dolci per gli intolleranti agli ingredienti base della pasticceria- vale a dire zuccheri, lieviti, latticini e farine. L'aspetto più innovativo e più gratificante è che, per la prima volta, a questi dolci viene data la stessa dignità che di solito spetta alle preparazioni tradizionali, senza mai farli sentire, neppure una volta, di serie B. Sia che si parli di "classici" ( capresi, veneziane, crostate e brioches, panettoni e trecce), sia che si presentino creazioni nuove ( le gelatine al lampone e al cardamomo, per esempio, o una torta cappuccino al vapore per cui credo che farei follie), l'imperativo d'obbligo è l'esecuzione in chiave salutista- e cioè, senza nessuno degli ingredienti citati. Non a caso, il libro si intitola "Golosi di salute" e mai titolo fu più azzeccato, bilanciando in modo magistrale la finalità dell'intento e la grandiosità del contenuto, che trova in oltre cento ricette raffinate, estrose e descritte alla perfezione il suo miglior pregio. E scusate se è poco...



TORTA DI PERE E CIOCCOLATO
( da Golosi di Salute- Luca Montersino e Roberto Sanmartini, Fabbri Editori, 32 euro)

ingredienti
270 g di uova
50 g di tuorli
360 g di zucchero semolato
35 g di miele
300 g di farina di riso
60 g di cacao amaro in polvere
3 g di lievito chimico
80 g di olio EVO
1 g di sale
1 bacello di vaniglia bourbon
700 g di pere abate pulite
olio e farina di riso per la tortiera
Per la decorazione
300 g di pere sciroppate
zucchero a velo

Montate le uova intere, i tuorli, lo zucchero semolato, il miele il sale e i semi di vaniglia estratti dal bacello, fino ad ottenere una massa spumosa. A questo punto, unite la farina di riso setacciata, insieme con il cacao e il lievito; continuate, unendo a filo l'olio EVO e infine le pere tagliate a cubetti. Disponete il composto ottenuto in una tortiera (20 cm di diametro), precedentemente oliata e spolverata con la farina di riso.
Guarnite la superficie con le pere sciroppate tagliate a metà e mettete in forno a 180 gradi per 25-30 minuti.
Decorate con lo zucchero a velo

Chi la fa?
Lo aspetto..
Ale&Dani





lunedì 12 ottobre 2009

Tarte aux marrons et poires- Pierre Hermè

Facciamo così: a chi trova una lode sperticata che non sia ancora stata fatta a quel genio della paticceria di Pierre Hermè, regalo una fettina di questa torta. Che, ovviamente, non ho ancora fatto, ma che è in cima alla lista dei desiderata. Riapriamo quindi con un capolavoro il negletto "Chi la fa?", colpevolemente dimenticato nella confusione della ripresa del lavoro e calorosamente sollecitato da più parti, tanto che, per alleviare sensi di colpa, mi sacrifico pure con la traduzione. La fonte è la Larousse des Dessert, curata dallo stesso Hermé, di cui possiedo tutte le edizioni, da quella patinata, con copertina rigida, a quella recuperata su una bancarella di libri usati a Colmar. Le ricette non cambiano, come non cambia l'ammirazione estatica per un uomo che per genialità di accostamenti e coraggio nelle tecniche è saputo andare oltre il limite dell'invalicabile.
Va da sè che la scelta sia caduta su un dolce per noi umani, con ingredienti facilmente reperibili e oltre tutto di stagione: per cui, prima che sia troppo tardi, vi lancio la solita sfida al "chi la fa?"- e stavolta presumo che sarete in tanti a raccoglierla...

Tarte ai marroni e alle pere
Preparazione 50 minuti
Riposo 1 ora
Cottura 45 minuti
da 4 a 6 persone

350 g di pate a foncer*
70 g di pasta di marroni
50 g di creme epaisse ( che si può sostituire allungando la stessa quantità di mascarpone con un po' di latte)
10 cl di latte fresco intero
2 cucchiaini da caffè di whisky di puro malto
20 g di zucchero semolato
2 uova piccole
150 g di marroni cotti a secco
3 o 4 pere ben mature
il succo di mezzo limone
3 fogli di pasta fillo
20 g di zucchero a velo

1. Preparate la pate a foncer e fatela riposare in luogo fresco per circa 1 ora
2. Preparate il clafoutis: mettete la pasta di marroni in un recipiente capiente, mescolate la panna ed il latte e amalgamarli all pasta di marroni, versandoli a poco a poco e mescolando sempre con una frusta, perché non si formino grumi. Continuate a mescolare, fino a quando la preparazione sarà bela liscia.
3. Incorporate successvamente il whisky, lo zucchero e le uova. Tenere al fresco
4. Preriscaldare il forno a 200 gradi
5. Con un mattarello, stendere la pate a foncer ad uno spessore di 2,5 mm e disposrla entro unno stampo imburrato di 22 cm di diametro. Coprirla con un foglio di carta da forno e mettervi sopra dei noccioli di albicocche, per la cottura in bianco ( noi usiamo i fagioli)
6. Infornare e fate cuocere in bianco per 15 minuti. Togliere la carta da forno e i noccioli
7. Quando il forno della torta si è raffreddato, disporvi i marroni
8. Sbucciare le pere e tagliarle a tocchetti, in una insalatiera. Mescolarle con il succo di limone e disporre i cubetti sopra i marroni.
9. Versarvi sopra la crema preparata per il clafoutis (n. 2-3) e infornare a 180 gradi per circa 25 mnuti
10. In un altro stampo da torta imburrato, disporre i fogli di pasta fillo , spolverizzarli di zucchero a velo e passarli 3 minuito in forno a 250 gradi, per farli caramellare.
11. Lasciar raffreddare la torta. Posatevi sopra i fogli di pasta fillo, prima di servire.


* Pate a foncer
per 500 g di pasta
250 g di farina
180 g di burro a temp. amb.
1 cucchiaino da caffè di sale
1 cucchiaino da caffè di zucchero semolato ( facoltativo)
1 bianco d'uovo
5 cl di latte a temp. ambiente

Questa pasta brisée si distingue da quella classica per la presenza del bianco d'uovo, che la rende più morbida. Il metodo utilizzato per la lavorazione permette di avere una pasta molto morbida

In pratica, si setaccia la farina in una terrina. Da parte, si lavora il burro fino a renderlo cremoso. Al burro, si aggiungono il sale, lo zucchero il bianco d'uovo e il latte, mescolando di continuo-e in ultimo la farina, a poco a poco, senza smettere di mescolare.
Si smette di lavorare quando l'impasto ha preso la forma di una palla. Allora lo si avvolge in pellicola protettica e lo si lascia riposare per almento due ore in frigo ( 4 gradi) prima di utilizzarlo

Alla prossima
Alessandra &Daniela

lunedì 31 agosto 2009

Salmone "Jean Pierre e Paul Haeberlin"

Grand Gourmet è stata di gran lunga la migliore di tutte le riviste di gastronomia che siano apparse sul mercato editoriale italiano in questi ultimi vent'anni. E, come spesso accade con i prodotti di alta qualità, oggi ci tocca rimpiangerla: in edicola non c'è nulla, a mio parere, che possa anche solo lontanamente eguagliare il livello di quegli articoli, il respiro internazionale, la compteenza sicura, senza mai essere pedante e, soprattutto, l'avanguardia di allora, che è attualità oggi. Sfogliare quelle pagine è, ogni volta, una scoperta, un arricchimento e un tributo costante a quei - veri- Maestri della gastronomia che, senza bisogno di riflettori accesi su di loro, hanno davvero imposto svolte radicali e radicate a certe tendenze, anticipando tempi ed imponendo stili che perdurano attuali ancor oggi. La ricetta del Chi la fa? di questa settimana deriva proprio da uno dei primi numeri di questa rivista- quando la copertina era ancora rigida e l'uscita trimestrale- e ne rispecchia appieno la raffinatezza, lo stile e la classe

Salmone "Jean Pierre e Paul Haeberlin"
(da Grand Gourmet, numero 11, p. 55)


per 4 persone
4 trance di salmone fresco del peso di circa 100 g ciascuna
una carota
una piccola cpolla
un rametto di sedano e uno di dragoncello
alcune foglie di prezzemolo
alcuni funghi champignons
30 g di pepe verde in grani
un cucchiaio di farina bianca
1/2 litro di panna
30 g di burro
2 bicchieri di vino bianco secco
sale e pepe bianco macinato al momento

Fate rosolare nel burro a fuoco dolce, in una casseruola di rame stagnato o di acciaio, il sedano, la carota, la cipolla e i funghi grossolanamente tagliati, il rametto di dragoncello e i 30 g di pepe verde per 3 minuti circa. Quando le verdure saranno leggermente scottate, aggiungete la farina, un bicchiere e mezzo di vino bianco e fate ridurre il liquido, sempre a fuoco dolce, della metà. Aggiungete la panna e aggiustate di sale e di pepe. Passare la salsa ad un setaccio fine e tenerla in caldo. Disporre le trance di salmone salate e pepate in una pirofila da forno imburrata; spruzzarle con mezzo bicchiere di vino bianco e ricoprire il recipiente con carta di alluminio. Cuocere al forno a 150 gradi per 5 minuti circa. Disporre infine le trance di salmone, appena estratte dal forno, in piatti individuali ben caldi, ricoprire con la salsa e guarnirle con le foglie di prezzemolo. Servire subito
Chi la fa? Lo aspetto.....
Alessandra&Daniela

lunedì 3 agosto 2009

chi la fa? io aspetto- il Non regolamento (definitivo)

Riprendiamo velocemente il discorso iniziato con lo scorso post, visto che le numerose ma sparse adesioni al progetto richiedono di necessità di fare un po' d'ordine. E siccome ho la mania degli elenchi, ne faccio uno anche qui, sperando di riuscire a ricordarmi tutto

1. finalità: le avete capite alla perfezione, bravi, vedo che siete stati attenti- per chi non c'era o si è perso qualche cosa, può andare a leggere qua quello che si è detto la volta scorsa

2. modalità:
  • ogni lunedì, a partire dal 3 agosto (con probabile interruzione per le ferie)
  • a rotazione, un antipasto, un primo, un secondo, un piatto di verdura/uova/formaggio, un dolce e uno che non rientra in queste categorie ma di cui non si riesce a fare a meno (pane, salse, conserve, tanto per dire le prime che mi vengono in mente)
3. criteri di selezione
  • livello medio alto
  • testi sacri (sia per quanto riguarda gli autori che gli editori che le testate, nel caso delle riviste)
  • stagionalità e facile reperibilità dei prodotti (che non vuol dire, necessariamente, al supermercato dietro l'angolo, ma da lì fino alla drogheria più fornita della città)
4. modalità di partecipazione
  • possono partecipare tutti, senza alcun vincolo di nessun tipo: noi mettiamo qui una ricetta, magari ne discutiamo un po' prima di accingerci a prepararla, e poi chi vuole la fa, quando vuole e come vuole. Si possono chiedere consigli, fare domande, non sono escluse le modifiche. Non ci sono limiti di tempo, nè scadenze, nè verifiche, anzi: semmai, quella spetta a voi, visto che lo scopo di questa iniziativa è mettere a disposizione di chi ha più tempo e più voglia di noi di realizzare piatti che nè Daniela nè io pensiamo di riuscire a fare.
  • feed back: non è obbligatorio, ma ci piacerebbe sapere a chi e in che misura siamo stati d'aiuto. Se non avete un blog, mettiamo volentieri questo nostro spazio a vostra disposizione, se desiderate pubblicare i risultati dei vostri esperimenti. Se avete un blog, metteremo altrettanto volentieri il link alla pagina dove avrete pubblicato la vostra realizzazione. Alo stesso modo, chiediamo ai foodbloggers che desiderassero partecipare a questa "impresa" di linkare il riferimento alla ricetta eventualmente realizzata, su MenuTuristico
  • per quanto riguarda le richieste, sono ammesse: l'unico vincolo è dettato dal rispetto del limite della riproducibilità delle opere. In altri termini, se ci chiedete in tanti una ricetta diversa dello stesso libro, dovremo giocoforza rispondervi di no. Anche in questo caso, vale la regola del "chi arriva prima": le richieste, si ricevono all'indirizzo del blog - menuturistico@gmail.com- che vedete in homepage
  • in molti si sono offerti di partecipare con le loro "dispense" di ricette e noi siamo felicissime di accettare la loro collaborazione. L'unico favore che vi chiediamo è di sottoporle al nostro filtro preventivo, al solo scopo di verficare che siano rispettate tutte le norme a tutela del copyright, trascrivendone i testo e spedendolo all'indirizzo di cui sopra.
Al momento, non mi viene in mente altro, se non due cose fondamentali
1. tutte le ricette selezionate sono state ritenute da Daniela e da me degne di essere pubblicate: se così non fosse, non ci sarebbe rincresciuto di dover constatare che non avremo il tempo materiale per sperimentarle e questa iniziativa non avrebbe mai visto la luce. Intendo dire, cioè, che tutti i testi da cui spulceremo sono al top delle nostre classifiche di gradimento personale ed è per questo che desideriamo condividerle con voi

2. i primi della classe non abitano qui. Non so la Dani, ma io non lo sono mai stata, nè mai ho amato particolarmente la categoria (e chiedo venia per l'eufemismo). Cucino per diletto, per passione, per amore per i miei familiari e i miei amici, con tutti i limiti del caso: ho, al mio attivo, pranzi veloci a base di pane e prosciutto o uova strapazzate, soufflè ammosciati appena usciti dal forno, risotti collosi e arrosti duri come macigni e -udite udite- non ho nessuna remora ad ammetterlo. E' questa, a ben guardare, l'unica cosa che vi chiediamo in cambio: di sentirci tutti sullo stesso piano, per poterci scambiare quello che abbiamo imparato con serenità, allegria, disponibilità e amicizia: perché, alla fin fine, le cose che vorremmo che rimanessero, di questo piccolo blog, sono proprio queste: le altre, parafrasando il grande Bennato...sono solo ricette...
P.S. Anche la Dani, sfortunatamente, ammette di non essere una fan sfegatata della "perfezione assoluta"!! E a torte in cui, al primo taglio , appariva manifesta la mancanza di uova nell'impasto, non è seconda a nessuno! Quindi...

... ora, possiamo cominciare
Alessandra &Daniela

giovedì 30 luglio 2009

chi la fa? lo aspetto!

Oggi, per noi, ricorre il primo anniversario di una bella data- e cioè la scoperta dell'appartamento dove viviamo sereni da quasi un anno, felicemente ricongiunti alla Dani e ancor più felicemente liberatici di un vicinato spocchioso e maleducato, che neanche se si fosse indetto un concorso su base nazionale li avrebbero selezionati così bene. In questa nuova casa, ho una stanza tutta dedicata alle "cose di cucina", con una parete e mezza interamente tappezzata da pubblicazioni culinarie. Qui, signore mie, c'è assolutamente di tutto: dai testi sacri unti e bisunti a quelli patinati, aperti e richiusi e dimenticati per sempre, da decennali di riviste catalogate mese per mese, a numeri sparsi ma preziosi, da faldoni alti mezzo metro tenuti insieme con elastici ,ai quaderni della nonna, della mamma, dell'amica- e soprattutto della sottoscritta, che ha la grafomania nel dna. Quando ho finito di sistemarli tutti, ho giurato e spergiurato che non avrei mai più comprato nulla e che, semmai, mi sarei dedicata giorno per giorno a provare le decine di migliaia di ricette riordinate dal pavimento al soffitto. Un anno dopo, stiamo prendendo le misure per aggiungere la seconda libreria, con il marito che ormai ha smesso di fare domande e con la mia coscienza sempre più appesantita. E non è tanto per il giuramento di cui sopra ( ero tutta un incrocio, di dita, di gambe, di braccia, giacché sapevo che lo avrei infranto appena varcata la soglia di casa), quanto per il rimpianto di sapere già adesso che, per quanto a lungo io vivrò, non riuscirò mai a smaltire neanche la metà di tutte quelle meraviglie racchiuse nei miei libri. Che, per inciso, sono ricette- e quindi, per definizione, hanno senso su una pagina solo nella misura in cui riescono ad essere riprodotte in concreto, prendendo vita e sprigionando tutta la magia del loro potere, consolidando legami antichi e creadone dei nuovi, evocando ricordi, suscitando emozioni. Con me, i miei tempi ristretti, le mie lune, i miei blogghi, è quasi tutta fatica sprecata.
L'idea, aed essere sincera, mi era venuta qualche tempo fa, quando ancora non c'era questo blog e io scrivevo solo sul forum de La Cucina Italiana: purtroppo, erano state sollevate un sacco di questioni e alla fine, avevo desistito.
Ma, ora che possiamo contare su uno spazio nostro ( e qui parlo al plurale, perché la Dani, nella sua beata incoscienza, non solo ha acconsentito a che partisse 'sta cosa, ma ne è pure entusiasta), ora che possiamo contare su uno spazio tutto nostro, dicevo, possiamo fare quello che vogliamo, no? A maggior ragione se, quello che vogliamo, non ha nulla di losco o di illegale, ma rientra semmai in quello spirito di condivisione che anima la blogsfera- e la food-blgsfera ancora di più.
Per farvela breve, l'idea è questa. Ogni settimana, su Menu Turistico verrà pubblicato il testo di una ricetta tratta da un libro o da una rivista fra quelle che possediamo ovviamente con tutte le doverose citazioni del caso: quindi, voi saprete che la ricetta che proporremo sarà di Pinco Pallo, tratta dal libro XXX, pubblicata dalla casa editrice YYY, nell'anno ZZZ al costo di un Tot. Solo che questa ricetta non sarà stata già eseguita da noi, ma semplicemente la metteremo a disposizione a chi, dei nostri lettori, vorrà farlo.
In cambio, non chiediamo assolutamente nulla. Non siete tenuti a pubblicare sul blog la vostra esperienza, nè la vostra foto e neppure siete tenuti ad eseguirla nel giro della settimana, che chissà che cosa succede se, maniman, non arrivo in tempo. E' ovvio che se ci mandate un cenno di riscontro, non può che farci piacere, quanto meno per vedere se l'esperimento funziona: così come ci farebbe immensamente piacere discutere in teoria di dosi, ingredienti, procedimenti et similia: ma, credeteci, per noi è già una gioia poter offrire a queste ricette una o più opportunità di essere conosciute, eseguite, divulgate, con una passione che si alimenta con la condivisione di quello che si ha, poco o tanto che sia.
Cosa ne dite, cominciamo??
ciao
Alessandra






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